Magistratura democratica
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Per l'indipendenza della magistratura. Sintesi degli interventi svolti al seminario promosso da “Appello Segre”, 10 febbraio 2025 *

La sintesi del seminario Per l'indipendenza della magistratura, organizzato dal gruppo “Appello Segre”, di cui fanno parte costituzionalisti, docenti e magistrati, tenutosi on line il 10.02.2025

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La presente sintesi è stata curata da: Vincente Pierluigi Grossi (Dottore di ricerca, Università degli Studi di Napoli Federico II); Emanuela Palomba (Dottoranda di ricerca, National PhD on Artificial Intelligence, Università degli Studi di Napoli Federico II).

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Vincente Pierluigi Grossi, dottore di ricerca, Università degli Studi di Napoli Federico II
 
Emanuela Palomba, dottoranda di ricerca, National PhD on Artificial Intelligence, Università degli Studi di Napoli Federico II

11/03/2025
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I giudici nella crisi delle democrazie

Sabato 29 novembre 2025, Ore 9:30 - 17:00, Università di Firenze, Villa Ruspoli, Sala Rossa (Piazza Indipendenza, 9, Firenze)

11/11/2025
Il processo contro il Procuratore generale spagnolo / The case against the Spanish General Prosecutor

Pubblichiamo, in versione italiana e inglese, l'articolo El caso contra el Fiscal General del Estado español, originariamente apparso sul quotidiano spagnolo El País il 1 novembre 2025, corredato da una breve nota introduttiva che ne illustra la rilevanza per la garanzia di indipendenza del pubblico ministero. 

08/11/2025
Seminario di presentazione del volume La riforma costituzionale della magistratura
a cura di Redazione

Magistratura democratica e Questione giustizia presentano il volume dedicato a La riforma costituzionale della magistratura, 20 novembre 2025, ore 15.30, Roma, Corte di Cassazione, Aula Giallombardo

05/11/2025
Persona, comunità, Stato alla luce della riforma Meloni-Nordio

Il principio personalista è pacificamente annoverato tra i princìpi supremi della Costituzione, non derogabili neppure con procedimento di revisione costituzionale. Effetti di sistema su di esso possono rinvenire dalla riforma costituzionale della magistratura. La separazione delle carriere risulta allo stato adiafora rispetto al disegno costituzionale, come del resto già riconosciuto dalla Corte costituzionale, ma, tenuto conto dell’ambiente processuale concreto in cui viene a calarsi, sortisce un effetto contrario a quello voluto dal revisore costituzionale, con un rafforzamento del pm che non giova, e anzi è di ostacolo, all’auspicato incremento della terzietà del giudice, specie delle indagini preliminari. La duplicazione dei csm e la loro composizione affidata al sorteggio appaiono prive di efficacia sul fenomeno del “correntismo” ma ne annullano la rappresentatività dei magistrati in violazione del principio elettivo, che appare di carattere supremo. La stessa Alta Corte di giustizia per i soli magistrati ordinari dà l’idea di un giudice speciale non in linea con il divieto costituzionale. Queste criticità rischiano di indebolire l’immunità delle persone da pene ingiuste in conseguenza dell’alterazione dell’equilibrio tra persona, comunità e Stato. Piegata impropriamente a risolvere problemi contingenti e specifici, la riforma non ha il dna della “legge superiore”, presbite e perciò destinata a durare nel tempo. Data la sua prevedibile inefficacia relativamente ai fini dichiarati, essa ha valore simbolico e mira piuttosto ad aggiustare il trade-off tra giustizia e politica in senso favorevole a quest’ultima. 

22/10/2025