Magistratura democratica
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L’imparzialità del giudice: il punto di vista di un civilista *

di Renato Rordorf
già Presidente aggiunto della Corte di cassazione, già Direttore di Questione giustizia

Il tema dell’imparzialità del giudice, di cui molto si discute riferendosi soprattutto all’esercizio della giurisdizione penale, presenta spunti di interesse anche dal punto di vista civilistico. Se è ovvio che il giudice debba essere indipendente e imparziale, meno ovvio è cosa per “imparzialità” debba intendersi. Si pongono al riguardo tre domande: se e quanto incidono  sull’imparzialità del giudice le sue convinzioni ideali e politiche e il modo in cui egli eventualmente le manifesti; se  l’imparzialità debba precludere al giudice di intervenire nel processo per riequilibrare le posizioni delle parti quando esse siano in partenza sbilanciate; entro quali limiti la manifestazione di un qualche suo pre-convincimento condizioni  l’imparzialità del giudice all’atto della decisione. Un cenno, infine, all’intelligenza artificiale e il dubbio se la sua applicazione in ambito giurisdizionale possa meglio garantire l’imparzialità della giustizia, ma rischi di privarla di umanità. 

In ragione del rilievo del tema dell’imparzialità del magistrato , al quale è stato dedicato il numero 1-2/2024  della Trimestrale, la Rivista ha deciso di rilanciare, nell’edizione on line, i contributi che compongono il volume. 

[*]

Il presente contributo è parte del fascicolo 1-2/2024 di Questione giustizia trimestrale, dal titolo Magistrati: essere ed apparire imparziali

04/05/2024
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