Great Resignation, labor shortage, strike-tober, ovvero la ribellione dei lavoratori statunitensi
Le dimissioni di massa come strumento per ottenere per sé e per i futuri dipendenti maggiore rispetto e condizioni più dignitose: il mondo del lavoro sperimenta nuovi mezzi per la lotta di classe
L’esperienza straniera in tema di salario minimo: i casi di Svezia, Germania e Regno Unito
Un recente provvedimento del Giudice del lavoro di Ravenna riapre la discussione sulle sanzioni per il licenziamento disciplinare illegittimo per la tardività della contestazione degli addebiti, pur dopo l’arresto della Cassazione a Sezioni Unite del 2017
Note a margine del convegno promosso da Magistratura democratica e dall’Associazione Comma 2 svoltosi presso la Corte di Cassazione il 25 marzo 2022
Il tema dei cd. controlli difensivi ha impegnato per anni dottrina e giurisprudenza e si ripropone anche con il nuovo testo dell’art. 4 della L n. 300/70 Statuto dei lavoratori, complicato dall’uso generalizzato nelle attività aziendali di dispositivi informatici, dati in dotazione ai lavoratori. L’intreccio tra disciplina dei controlli a distanza e tutela della privacy è stato oggetto di alcune sentenze emesse dal Giudice di legittimità all’esito di una udienza tematica. Su una in particolare si sofferma l’articolo, cogliendo l’occasione per osservazioni di carattere più generale.
Un recente volume, a carattere interdisciplinare, La Dignità del lavoro. Nel cinquantenario dello Statuto (a cura di P. Passaniti), Franco Angeli (2021), offre contributi importanti per una riflessione ricostruttiva con finalità prospettiche sul modello regolativo adottato nel 1970, sulla sua perdurante attualità e su quanto possa essere rilanciato nel mondo produttivo di oggi (e soprattutto di domani) ad altissima densità tecnologica.
Sostenere - come fa la sentenza della Cassazione n.5820/2021 - che la denuncia del lavoratore e dei suoi eredi, con effetto di raddoppio del termine di prescrizione dei contributi previdenziali, da 5 a 10 anni, siccome testualmente previsto nel comma 9, dell’art.3 della legge 335/1995, “a decorrere dall’1.1.1996”, non si riferisca ai medesimi contributi, ma a quelli precedenti all’entrata in vigore della legge (il 17 agosto 1995), implica un ragionamento tortuoso e difficile da accettare; tradisce il significato letterale e la struttura sintattica della norma; annichilisce il valore sistematico che la disciplina della prescrizione dei contributi è destinata ad assolvere nell’ordinamento, anche (e prioritariamente) nei confronti del lavoratore che, dalla sua maturazione, subisce la perdita della tutela costituzionale imprescrittibile.
Commento a Tribunale Bologna, Decreto n. 7559 del 31 dicembre 2021
Il lato oscuro della prossima kermesse iridata: i mondiali in Qatar sono un affare per tutti ma hanno un costo in vite umane che non era stato preventivato. I migranti sono le vittime silenziose del clima inospitale e del sistema della kefala.
Il XXI secolo vede le filiere globali e locali di subappalto di beni e servizi affermarsi sempre più numerose e diversificate, con frequenti violazioni di diritti umani e del lavoro. La comunità internazionale e l’Organizzazione Internazionale del Lavoro sono chiamate ad affrontare una questione cruciale per la giustizia sociale, la pace e la democrazia.