1. Cenni introduttivi: dalla "Bloody Sunday" del 1972 e alla "Seville Inquiry" del 2010
Il 15 settembre 2025 è iniziato il processo al c.d. “Soldato F”, un ex paracadutista britannico (la cui anonimità è stata concessa da un’ordinanza giudiziaria) accusato dell’uccisione di William McKinney e James Wray e del tentato omicidio di altri cinque persone durante la “Bloody Sunday”, uno degli episodi più drammatici del conflitto nordirlandese (c.d. Troubles)[1]. Il 30 gennaio 1972, alcuni soldati del “Reggimento Paracadutisti”, ossia le forze speciali britanniche, aprirono il fuoco sui manifestanti durante una marcia per i diritti civili a Bogside, un quartiere prevalentemente cattolico di Derry, uccidendo 13 persone. La manifestazione era stata organizzata dalla Northern Ireland Civil Rights Association per protestare contro la pratica dell’internamento, adottata dal parlamento britannico nell’agosto del 1971 sulla scia delle violenze crescenti in Irlanda del Nord[2].
Una prima inchiesta su quanto accaduto, presieduta da Baron Widgery, era stata condotta pochi mesi dopo la strage e portò alla frettolosa assoluzione dei paracadutisti da qualsiasi responsabilità. Per quanto già in questa inchiesta fosse stato rilevato la sregolatezza della sparatoria, definita come «bordering on the reckless», furono in larga parte accettate le motivazioni dei soldati, secondo cui gli spari erano stati rivolti a uomini armati di bombe e pistole. Ritenuto un processo farsa, i familiari delle vittime lottarono per anni per ottenere una nuova inchiesta che fosse pubblica e imparziale, poi istituita nel 1998 su impulso dell’allora Primo Ministro britannico Tony Blair e presieduta da Lord Saville. La c.d. “Saville Inquiry” fu pubblicata nel 2010, diventando la più lunga inchiesta nella storia giudiziaria britannica. In oltre cinquemila pagine, l’indagine concluse che i paracadutisti spararono su civili disarmati, molti dei quali stavano scappando per cercare riparo oppure prestando soccorso a persone ferite. Allo stesso modo, l’inchiesta mostrò come nessun partecipante alla marcia rappresentasse un pericolo, dal momento che non furono lanciate bombe, e stabilì che i soldati dichiararono consapevolmente il falso per giustificare le proprie azioni[3]. Per quanto la Saville Inquiry riconobbe che i paracadutisti furono attaccati da alcuni membri della c.d. “Official IRA”, si concluse che furono le forze speciali britanniche a sparare per primi e ciò non avvenne in risposta ad attacchi o minacce da parte di uomini armati. Infine, si evidenziarono importanti mancanze nella catena di comando da parte del comandante del battaglione e dei singoli paracadutisti coinvolti. Dopo la pubblicazione della nuova inchiesta nel 2010, l’allora Primo Ministro David Cameron, rivolgendosi alla Camera dei Comuni, pronunciò un ormai celebre discorso, sostenendo chiaramente che l’azione dei paracadutisti fu «both unjustified and unjustifiable» e chiedendo scusa, a nome del governo britannico, per quanto accaduto[4].
2. Il processo al “Soldato F”
Dopo la pubblicazione dell’inchiesta, la polizia nordirlandese iniziò delle indagini per omicidio e verso la fine del 2016 consegnarono oltre 125,000 pagine di documenti al Public Prosecution Service (PPS). Nel 2019, sulla base delle indagini svolte dalla polizia, la procura decise di procedere contro il “Soldato F” per l’omicidio di James Wray e William McKinney, a cui si aggiungeva l’accusa per il tentato omicidio di altre cinque persone. Nel luglio del 2021, la procura ha dichiarato che il processo contro il “Soldato F” non sarebbe proseguito, per via di una sentenza della Corte di Belfast che riteneva inammissibili le prove a carico di due paracadutisti (il “Soldato A” e il “Soldato C”) in un processo separato, per via delle circostanze in cui queste erano state raccolte. La decisione del PPS di non procedere è stata successivamente impugnata da uno dei familiari delle vittime della Bloody Sunday, con la speranza che il caso non fosse archiviato. Nel marzo del 2022, l’Alta Corte di Belfast ha rovesciato la decisione della procura, ritenendo che fosse responsabilità del giudice del processo valutare se le prove fossero ammissibili o meno, e ha rigettato la richiesta del PPS di appellarsi alla Corte Suprema del Regno Unito. Apparso per la prima volta in aula nel giugno del 2024, il “Soldato F” ha continuato a negare sia le accuse di omicidio che di tentato omicidio e i suoi avvocati difensori hanno sostenuto che non ci fossero prove sufficienti per procedere. Tuttavia, nei primi mesi del 2025, la Crown Court di Belfast ha confermato che l’imputato doveva essere processato per l’omicidio di Wray e McKinney e per il tentato omicidio degli altri cinque civili, dando inizio a uno dei processi più importanti nella storia dei Troubles e del Regno Unito.
Le prime udienze si sono svolte a partire dallo scorso 15 settembre, in un clima di forte attesa da parte delle famiglie delle vittime e della cittadinanza nordirlandese. Il “Soldato F”, che ha sempre mantenuto l’anonimato grazie a un’ordinanza ad interim, è apparso in aula schermato da una tenda nera e ha continuato a dichiararsi non colpevole. I primi giorni del processo hanno ripercorso gli eventi della Bloody Sunday, non solo attraverso la ricostruzione della pubblica accusa[5], ma anche grazie alle testimonianze di alcune persone che rimasero ferite[6]. Uno dei testimoni, Joe Mahon, aveva 16 anni al tempo della strage e ha dichiarato di aver visto un soldato sparare ad altezza d’uomo sui manifestanti. In una testimonianza carica di emozione, Mahon ha raccontato di essersi finto morto per non essere colpito di nuovo e di aver visto un soldato avvicinarsi a un’altra persona già a terra, James Wray, e sparargli altri due colpi. Nei giorni successivi, sono state ascoltate diverse altre testimonianze di alcuni partecipanti alla marcia per i diritti civili, in qualità di persone direttamente coinvolte o di testimoni oculari. I racconti dei testimoni fanno emergere un quadro drammatico, in cui i manifestanti, spesso giovanissimi, vengono colpiti dai paracadutisti mentre erano già a terra oppure si stavano mettendo al riparo[7]. Le testimonianze finora raccolte, inoltre, smentiscono nettamente la versione fornita originariamente dai soldati e poi confermata dalla prima inchiesta condotta da Baron Widgery nel 1972, secondo cui il fuoco era stato aperto contro uomini armati.
Nonostante le forti aspettative dei familiari delle vittime, il 23 ottobre 2025, la Corte di Belfast ha assolto il “Soldato F” dalle accuse di omicidio e di tentato omicidio[8]. Infatti, pur riconoscendo la gravità delle azioni dei paracadutisti, il giudice Patrick Lynch ha ritenuto inattendibili (e quindi inammissibili) le testimonianze dei “Soldati G e H”, ricordando che entrambi i soldati si sono macchiati del reato di falsa testimonianza in più di un’occasione, in particolare durante l’inchiesta Widgery e l’inchiesta Saville sulla Bloody Sunday. Dal momento che da queste testimonianze dipendeva la condanna o assoluzione del “Soldato F”, il giudice ha concluso che le prove presentate dalla pubblica accusa non erano sufficienti per soddisfare gli standard di prova per la condanna penale[9], ossia la certezza al di là di ogni ragionevole dubbio[10]. Come osservato da alcuni commentatori, proprio in questo passaggio è possibile trarre la lezione più importante del processo al "Soldato F"[11]. Da un lato, la Corte non si è sottratta dall’esaminare il caso, anche a decenni di distanza, e ha aspramente commentato la condotta dei soldati britannici durante la Bloody Sunday, osservando che «they had totally lost all sense of military discipline»[12] e riconoscendo che alcuni soldati «[were] shooting in the back unarmed civilians fleeing from them in the streets of a British city. Those responsible should hang their heads in shame»[13]. Dall’altro, la Corte di Belfast non ha ceduto all’enorme portata emotiva del processo e il giudice Lynch ha sottolineato che «there is no concept of “collective guilt” in our jurisprudence»[14] e che, per quanto la Corte possa nutrire dubbi circa il ruolo individuale svolto dal «Soldato F», questa è vincolata all’esame delle prove presentate dalla pubblica accusa, su cui ricade l’onere della prova. Dal momento che queste non potevano essere considerate convincenti e manifestatamente attendibili, la Corte non ha potuto fare altro che tutelare le garanzie individuali e collettive proprie del processo penale.
Per quanto delusi dell’esito del processo, i familiari delle vittime hanno espresso un certo grado di soddisfazione nell’aver visto realizzarsi, finalmente, il processo per quanto accaduto il 30 gennaio 1972. I familiari hanno anche apprezzato la severità con cui il giudice Lynch si è espresso sui fatti compiuti dalle forze speciali britanniche e hanno sottolineato come la responsabilità dell’esito sia del governo britannico, che al tempo non fu in grado di condurre delle indagini adeguate e imparziali per processare i responsabili della strage e che hanno di fatto reso necessario fare affidamento a testimonianze inattendibili di altri soldati[15]. Non sorprendentemente, il mondo politico nord-irlandese ha reagito in modo sostanzialmente diviso alla notizia dell’assoluzione del “Soldato F”. Da una parte, i partiti nazionalisti nord-irlandesi hanno espresso solidarietà alle famiglie delle vittime, riconoscendone la dignità e la tenacia nel voler ottenere giustizia per i propri cari. Dall’altro, i principali partiti unionisti e le associazioni dei veterani britannici hanno salutato con favore la decisione della Corte, osservando come questo processo non abbia fatto altro che rivangare un passato doloroso per i soldati impegnati durante il conflitto in Irlanda del Nord. Da parte sua, il governo britannico ha commentato in modo cauto e bilanciato, difendendo la legittimità del processo e l’importanza di affrontare l’eredità dei Troubles pur sempre nel rispetto dei soldati britannici che hanno prestato servizio « during an incredibly difficult period in Northern Ireland’s history»[16].
3. Un’eredità discussa: il Troubles Legacy Act 2023 e i successivi sviluppi
Al di là della conclusione raggiunta dalla Corte, il processo al “Soldato F” è un evento significativo non solo per l’impatto che la Bloody Sunday ha avuto sulla memoria storica e collettiva dell’Irlanda del Nord[17], ma anche perché l’inizio del processo è avvenuto in concomitanza della presentazione della nuova proposta di riforma del contestato Legacy Act[18]. Infatti, l’eredità dei Troubles in Irlanda del Nord era già tornata di nuovo al centro del dibattito politico nordirlandese (e britannico) nel 2023, quando il Northern Ireland Troubles (Legacy and Reconciliation) Act era stato adottato da Westminster per affrontare organicamente la difficile eredità del conflitto nordirlandese e promuovere la riconciliazione tra le comunità[19]. Tuttavia, tale legge è stata oggetto di profonde critiche sia a livello nazionale che internazionale per la sua violazione degli obblighi in materia di diritti umani e, in particolare, dei diritti sanciti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU).
Pochi mesi dopo l’adozione, il Legacy Act è stato impugnato dinanzi ai tribunali nazionali e il governo irlandese ha presentato un ricorso interstatale contro il Regno Unito[20] dinanzi alla Corte di Strasburgo per la seconda volta dal 1978, quando fu emessa la sentenza Irlanda c. Regno Unito (I)[21]. Se il ricorso interstatale è ancora pendente, a livello nazionale l’Alta Corte di Belfast[22] e la Corte d’Appello dell’Irlanda del Nord[23] hanno già ritenuto che il Legacy Act violasse la Convenzione, in particolare dell’Art. 2 (diritto alla vita), dell’Art. 3 (divieto di tortura) e dell’Art. 6 (diritto a un equo processo). Queste decisioni hanno richiesto al governo britannico di redigere una proposta di ordinanza correttiva che affrontasse le violazioni della CEDU, presentata al Parlamento nel dicembre 2024[24] e successivamente esaminata dalla Joint Committee on Human Rights[25].
Il raggiungimento di un nuovo accordo sul Legacy Act è stato possibile anche grazie al coordinamento tra il governo irlandese e il governo britannico a guida laburista[26]. Alcuni degli aspetti più controversi della versione originale della legge, fortemente voluta dall’allora Primo Ministro Boris Johnson, riguardavano in particolare la cancellazione delle inchieste, la concessione dell’immunità e il divieto dell’azione penale nei confronti di chi era stato accusato di reati legati ai Troubles. Le misure contenute nel nuovo accordo sono volte a intervenire precisamente su questi punti critici, prevedendo innanzitutto la ripresa delle inchieste che erano state sospese dopo l’adozione del Legacy Act, la revoca delle immunità per soldati o agenti statali coinvolti durante i Troubles così come del divieto per le vittime di intentare nuovi procedimenti civili.
Inoltre, l’Independent Commission for Reconciliation and Information Recovery (ICRIR), istituita dalla legge del 2023 e fortemente criticata per le procedure di nomina governativa che non avrebbero assicurato una piena indipendenza della commissione, sarà sostituita da due nuovi organi: uno incaricato di occuparsi delle indagini; l’altro del recupero delle informazioni[27]. Allo stesso modo, le udienze pubbliche e le inchieste che coinvolgono i familiari delle vittime e testimoni saranno facilitate e supervisionate da giudici indipendenti. Un elemento ulteriormente interessante, frutto della cooperazione transfrontaliera tra governi, è l’istituzione di una “legacy unit” nella Repubblica d’Irlanda da parte della polizia irlandese così come di un fondo di 25 milioni di euro per contribuire alle spese processuali dei testimoni e le famiglie delle vittime[28].
Infine, è opportuno evidenziare che all’annuncio del nuovo accordo sul Legacy Act è seguita la pubblicazione di un documento dal Northern Ireland Office (NIO), prevedendo una serie di nuove tutele per i veterani che hanno prestato servizio in Irlanda del Nord durante i Troubles[29]. Infatti, un altro effetto avverso del Legacy Act 2023 fu la sospensione di centinaia di indagini sulla morte di soldati britannici da parte di gruppi paramilitari durante il conflitto nordirlandese. La decisione di includere i veterani nel nuovo approccio sull’eredità dei Troubles è stata fortemente sostenuta dal Primo Ministro Keir Starmer, che ha però sottolineato come queste nuove forme di protezione siano riservate unicamente ai veterani britannici e non ai membri dei gruppi paramilitari[30]. Starmer ha anche rivendicato la decisione di nominare un’esperta indipendente in risoluzione dei conflitti, Fleur Ravensbergen, per confrontarsi con i gruppi paramilitari lealisti e repubblicani riguardo al loro scioglimento[31]. Da parte sua, il Vice-Primo Ministro irlandese, Simon Harris, ha commentato la decisione sui veterani assicurando che «any accommodations afforded to any one group will be afforded to everybody in the legacy commission», così da escludere qualsiasi trattamento preferenziale per i veterani a scapito delle vittime[32].
4. Riflessioni conclusive
Il processo al «Soldato F» e la proposta di un nuovo Northern Ireland Legacy Act rappresentano due facce della stessa medaglia, ossia la ricerca di verità e giustizia per quanto avvenuto durante i Troubles. Infatti, già la “Seville Inquiry” del 2010 aveva costituito un primo esperimento di transitional justice in Irlanda del Nord, per fare finalmente chiarezza su un evento da molti considerato uno spartiacque nel conflitto nordirlandese e per muoversi verso una vera riconciliazione tra le comunità. In tal senso, il nuovo accordo sul Legacy Act, per quanto un passo importante verso questa direzione, è stato accolto con scetticismo non solo dalle famiglie delle vittime, ma anche dalle forze politiche nordirlandesi[33]. Se i familiari sono ancora molto cauti nel valutare positivamente l’accordo e guardano con una certa disillusione le nuove misure, i leader politici unionisti e nazionalisti hanno contestato la mancanza di un reale coinvolgimento delle vittime e delle parti politiche nel raggiungimento dell’accordo.
Un elemento che vale la pena sottolineare è l’importanza della cooperazione transfrontaliera tra il Regno Unito e la Repubblica d’Irlanda nel raggiungere questo nuovo accordo. Il coinvolgimento della controparte irlandese, infatti, richiama quanto avvenuto nel 1998 in occasione della conclusione del Good Friday Agreement, l’accordo di pace che pose fine ai Troubles. In quel contesto, la questione nordirlandese fu affrontata in modo condiviso tra le parti, prevedendo un articolato sistema di relazioni intergovernative sia all’interno dell’isola irlandese, con la creazione del North-South Ministerial Council, sia tra le due isole, con l’istituzione del British-Irish Council e della British-Irish Intergovernmental Conference. Il forte carattere relazionale del Good Friday Agreement, per quanto spesso rimasto solo sulla carta, fu determinante per trovare un punto d’incontro tra le istanze delle comunità e portare finalmente la pace in Irlanda del Nord. Alla luce di questo precedente, non stupisce che Harris abbia dichiarato che il recupero di una cooperazione transfrontaliera nell’affrontare l’eredità dei Troubles costituisca «a big step forward»[34].
Tuttavia, un altro aspetto fondamentale del Accordo del 1998 fu il coinvolgimento attivo delle parti politiche direttamente coinvolte nel conflitto e proprio questo elemento pare secondario nel nuovo Troubles Legacy Deal presentato qualche mese fa. Non è infatti ragionevole pensare di affrontare un’eredità così dolorosa come quella dei Troubles senza coinvolgere i partiti nordirlandesi, i familiari delle vittime e la società civile e ascoltare le loro voci, che chiedono prima di tutto giustizia. Pertanto, la speranza è che il processo al “Soldato F” sia un primo esempio di ricerca della verità e di accertamento delle responsabilità, aprendo una nuova stagione di riconciliazione tra le comunità. Solo in questo modo sarà possibile garantire un effettivo processo di pace e ricucire le ferite profonde aperte durante il conflitto, mai del tutto rimarginate.
 
[1] Il conflitto in Irlanda del Nord (c.d. Troubles) durò per oltre trent’anni, dal 1968 al 1998. Le tensioni tra la comunità cattolica-nazionalista (favorevole a una riunificazione dell’isola irlandese) e quella protestante-unionista (favorevole a rimanere parte del Regno Unito) scoppiarono dopo decenni di discriminazioni e marginalizzazione, politica e sociale, ai danni della popolazione cattolica. Durante il conflitto, si confrontarono gruppi militari e paramilitari di entrambe le parti, tra cui i più noti sono l’Irish Republican Army (IRA) e l’Ulster Volunteer Force (UVF). Tra le forze armate britanniche regolari, il Reggimento Paracadutisti fu quello che trascorse più tempo in Irlanda del Nord rispetto a qualsiasi altro battaglione di fanteria e, oltre alla Bloody Sunday fu coinvolto in diversi episodi drammatici del conflitto, come il massacro di Ballymurphy e la sparatoria di Shankill Road (cfr. L. McAtackney, M. Ó Catháin (eds.), The Routledge Handbook of the Northern Ireland Conflict and Peace, London and New York, Routledge, 2024; A. Sanders, Northern Ireland: The Intelligence War 1969-1975, in The British Journal of Politics and International Relations, vol. 13, n. 2, 2011, 230-248; C.J. McIlheney, Arbiters of Ulster’s Destiny? The Military Role of the Protestant Paramilitaries in Northern Ireland, in Journal of Conflict Studies, vol. 5, n. 2, 1985, 33-40).
[2] L’internamento fu una pratica molto controversa adottata in Irlanda del Nord (e non solo), la quale prevedeva la detenzione preventiva di singoli individui o gruppi di persone, molto spesso basata su un mero sospetto ed effettuata prima che fossero formulate delle accuse precise. Sulla pratica dell’internamento in Irlanda del Nord, si vedano M.J. McCleery, Debunking the Myths of Operation Demetrius: The Introduction of Internment in Northern Ireland in 1971, in Irish Political Studies, vol. 27, n. 3, 2012, 411–30; R.J. Spjut, Internment and Detention without Trial in Northern Ireland 1971–1975: Ministerial Policy and Practice, in The Modern Law Review, vol. 49, n. 6, 1986, 712-739; D.R. Lowry, Internment: Dentention without Trial in Northern Ireland, in Human Rights, vol. 5, n. 3, 1976, 261-331.
[3] Il testo della “Saville Inquiry” è consultabile al seguente link: https://www.gov.uk/government/publications/report-of-the-bloody-sunday-inquiry
[4] «Mr Speaker, I am deeply patriotic. I never want to believe anything bad about our country. I never want to call into question the behaviour of our soldiers and our army, who I believe to be the finest in the world. And I have seen for myself the very difficult and dangerous circumstances in which we ask our soldiers to serve. But the conclusions of this report are absolutely clear. There is no doubt, there is nothing equivocal, there are no ambiguities. What happened on Bloody Sunday was both unjustified and unjustifiable. It was wrong. […] The government is ultimately responsible for the conduct of the armed forces and for that, on behalf of the government, indeed, on behalf of our country, I am deeply sorry». Il testo integrale dell’intervento di David Cameron alla Camera dei Comuni è consultabile al seguente link: https://www.bbc.com/news/10322295
[5] J. O’Neill, D. Wilson, Bloody Sunday Deaths ‘Unnecessary and Gratuitous’, Court Told, in BBC, 15 September 2025.
[6] J. O’Neill, D. Wilson, Wounded Man Pretended He Was Dead on Bloody Sunday, Trial Hears, in BBC, 1 October 2025.
[7] Per leggere alcune delle testimonianze, si vedano J. O’Neill, D. Wilson, Bloody Sunday Trial Hears of Moment Teenager Was Shot in the Face, in BBC, 2 October 2025; C. Morrison, Wounded Man Urged to ‘Play Dead’, Soldier F Trial Told, in BBC, 5 October 2025; J. O’Neill, Bloody Sunday Witness Feared He Would Be Shot, Trial Hears, in BBC, 6 October 2025.
[8] Crown Court in Northern Ireland, The King v. Soldier F, [2025] NICC 30, 23 October 2023.
[9] The King v. Soldier F, paras. 216-217.
[10] Cfr. J. Della Torre, Gli standard di prova per la condanna penale tra storia e attualità, in Legislazione Penale, 2023, 1-82.
[11] D. Sabbagh, Soldier F Case Should Serve as a Caution for Future Troubles Prosecutions, in The Guardian, 23 October 2025.
[12] The King v. Soldier F, para. 206.
[13] The King v. Soldier F, para. 207.
[14] The King v. Soldier F, para. 208.
[15] D. Wilson, Not Guilty Verdict for Soldier F in Bloody Sunday Murder Trial, in BBC, 23 October 2025.
[17] G. Dawson, Trauma, Place, and the Politics of Memory: Bloody Sunday, Derry, 1972–2004, in History Workshop Journal, vol. 59, n. 1, 2005, 151-178.
[18] Northern Ireland Office, The Legacy of the Troubles: A Joint Framework between the Government of the United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland and the Government of Ireland, 19 September 2025.
[19] Per un’analisi approfondita del Legacy Act 2023, si veda M. Castellaneta, Troubles Legacy Act: alla Corte europea dei diritti dell’uomo la verifica sulla compatibilità con la Convenzione, in Costituzionalismo Britannico e Irlandese, n. 2, 2024, 258-80. Sia consentito, inoltre, il rimando a L. Bonifati, Troubled Legacies: The Northern Ireland Troubles (Legacy and Reconciliation) Act 2023 and the Thin Line Between Impunity and Reconciliation, in Perspectives on Federalism, vol. 16, n. 2, 2024, 1-18.
[20] Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, n. 1859/24, Irlanda c. Regno Unito (III), 17 gennaio 2024 (data di deposito).
[21] Commissione Europea dei Diritti dell’Uomo, n. 5310/71, Irlanda c. Regno Unito (I), 18 gennaio 1978.
[22] High Court of Justice in Northern Ireland [2024] NIKB 11, Dillon, McEvoy, McManus, Hughes, Jordan, Gilvary, and Fitzsimmons Application and In the matter of the Northern Ireland Troubles (Legacy and Reconciliation) Act 2023 and the Secretary of State for Northern Ireland, 28 February 2024.
[23] Court of Appeal in Northern Ireland [2024] NICA 59, In the Matter of an Application by Martina Dillon and others - NI Troubles (Legacy and Reconciliation) Act 2023, 29 September 2024.
[24] Northern Ireland Office, A Proposal for a Remedial Order to Amend the Northern Ireland Troubles (Legacy and Reconciliation Act) 2023, 4 December 2024.
[25] Joint Committee on Human Rights, 1st Report - Proposal for a Draft Northern Ireland Troubles (Legacy and Reconciliation) Act 2023 (Remedial) Order 2024, 28 February 2025.
[26] Cfr. J. O’Neill, New Troubles Legacy Deal ‘A Big Step Forward’, Says Harris, in BBC, 19 September 2025; L. O’ Carroll, Hilary Benn: Troubles Legacy Agreement Will Deal With ‘Unfinished Business’, in The Guardian, 19 September 2025.
[27] Secondo i due governi, questi due nuovi organi rispecchiano quanto era stato stabilito nel 2014 in occasione della firma del Stormont House Agreement (SHA), un accordo tra i governi di Regno Unito e Irlanda e i partiti politici nordirlandesi. Il SHA fu faticosamente raggiunto dopo anni di tentativi di sistematizzazione dei vari meccanismi di giustizia di transizione dopo la fine dei Troubles e prevedeva un’intera sezione dedicata al «The Past», promuovendo l’istituzione di una unità investigativa storica, una commissione indipendente sul recupero delle informazioni e un gruppo dedicato all’attuazione dell’accordo e alla riconciliazione. Per quanto l’accordo godesse del supporto di tutti i partiti politici nordirlandesi e della cittadinanza, l’avvento di Brexit nel 2016 ne ha ritardato l’attuazione.
[28] Per un’analisi dei punti principali dell’accordo, si rimanda a L. O’Carroll, What do the New Northern Ireland Troubles Legacy Proposals Entails?, in The Guardian, 19 September 2025.
[29] Per maggiori dettagli, si rimanda alla pagina del governo britannico: https://www.gov.uk/guidance/six-new-protections-rights-and-safeguards-for-northern-ireland-veterans-legacy-announcement
[30] G. Gordon, New Troubles Legacy Deal Won’t Protect Paramilitaries, Says Starmer, in BBC, 25 September 2025.
[31] J. O’Neill, Expert Appointed for Paramilitary Disbandment Talks, in BBC, 23 September 2025.
[32] O’ Neill, New Troubles Legacy Deal ‘A Big Step Forward’, Says Harris, cit.
[33] E. Falnagan, M. McBride, Mixed Reaction to UK-Ireland Troubles Legacy Deal, in BBC, 19 September 2025.
[34] O’Neill, New Troubles Legacy Deal ‘A Big Step Forward’, Says Harris, cit.
 
       
      
