Magistratura democratica
Osservatorio internazionale

L’indipendenza della magistratura in Guatemala *

di Irma Yolanda Borrayo
professoressa di diritto pubblico internazionale nell'Universidad de San Carlos de Guatemala

Dopo la crisi politico-costituzionale seguita alle elezioni generali del 2024, un recente comunicato[*] della UN Special Rapporteur on the independence of judges and lawyers Margaret Satterthwaite ha riportato all’attenzione (anche) europea i precari equilibri istituzionali del Guatemala. Esprimendo preoccupazione per la scarsa trasparenza e le indebite influenze politiche nei processi di nomina alle alte cariche della magistratura, e denunciando l’uso improprio degli strumenti del diritto penale e processuale penale a fini politici, la Special Rapporteur ha evidenziato ancora una volta il ruolo cruciale di un potere giudiziario realmente indipendente. In particolare, in vista del nuovo ciclo di nomine apicali previsto per il 2026, Satterthwaite ha ricordato l’importanza di tutte le professioni giuridiche nell’assicurare che il diritto non si riduca ad una mera arma da utilizzare per alterare le regole costituzionali, ma mantenga la sua irrinunciabile funzione di garanzia dei diritti fondamentali. 

Questione giustizia ospita oggi un contributo che affronta più ampiamente il tema dell’indipendenza della magistratura in Guatemala, sullo sfondo di una crisi costituzionale ancora non risolta e di forti tensioni politiche destinate a riverberarsi anche sull’equilibrio fra poteri e sulla tenuta complessiva dello stato di diritto nel Paese. 

 

1. In Guatemala è ampiamente riconosciuto che il prevalere della forza sulle norme e sulle istituzioni da un lato, e i regimi autoritari dall’altro abbiano fortemente ridotto l’ambito di azione del potere giudiziario. I conflitti, in Guatemala, tendono a risolversi con l’uso privato della forza[1]. E’ un tema, questo, che si ricollega con evidenza alla giustizia, o alla sua amministrazione: il significato di questo termine sembra ovvio, poiché si dà per assodato che la giustizia sia realmente tale, e che la sua amministrazione da parte degli organi a cui questa funzione è attribuita non dipenda da nessun potere, proprio come stabilisce la Costituzione Politica della Repubblica del Guatemala. 

La Costituzione Politica in vigore dal 1985, al capitolo IV, dedicato al potere giudiziario, sezione prima, intitolato Disposizioni generali sul potere giudiziario, dispone infatti all’art. 203: «Spetta ai tribunali di giustizia il potere di giudicare e promuovere l’esecuzione di quanto giudicato[...]. I magistrati e i giudici sono indipendenti nell’esercizio delle loro funzioni e sono soggetti alla Costituzione della Repubblica e alle leggi. Coloro che attenteranno all’indipendenza del potere giudiziario, oltre alle pene previste dal Codice Penale, saranno interdetti da qualsiasi pubblico ufficio[...]».

La nostra Costituzione è molto chiara nel disporre, al termine di questo stesso articolo, che nessun’altra autorità potrà intervenire nell’amministrazione della giustizia. L’art. 204 impone che i tribunali di giustizia, in qualunque risoluzione o sentenza, osserveranno necessariamente il principio di prevalenza della costituzione della repubblica su qualunque altra legge o trattato. L’art. 206 stabilisce poi che i giudici e i magistrati[2] godono del derecho de antejuicio[3]. L’art. 207 fissa i requisiti necessari alla nomina a magistrato o giudice, fra i quali la riconosciuta onorabilità, l’appartenenza all’ordine forense, ecc... L’art. 208 sancisce poi che sia magistrati che giudici al primo incarico eserciteranno le proprie funzioni per 5 anni, potendo essere successivamente rieletti i primi, ed essere nuovamente nominati i secondi. 

In ossequio all’art. 214, il potere giudiziario si compone di una Corte Suprema di Giustizia, composta da 13 giudici, la cui autorità si estende su tutta la Repubblica, incluso il suo Presidente, e che si organizzerà in camere (sezioni), secondo quanto sarà determinato dalla legge; e, secondo l’art. 217, di una Corte d’Appello e degli altri tribunali. 

L’art. 215 stabilisce che i magistrati della Corte Suprema di Giustizia saranno eletti dal Congresso della Repubblica per un un periodo di 5 anni, su proposta di una commissione di selezione composta da un rappresentate dei rettori delle università del Paese, decani delle facoltà di diritto o scienze giuridiche e sociali di ciascuna università, un pari numero di rappresentanti eletti dall’assemblea del consiglio degli avvocati e notai del Guatemala e da un ugual numero di rappresentanti eletti dai magistrati ordinari confermati della Corte d’Appello e degli altri tribunali. 

L’indipendenza della magistratura è fortemente connessa con la separazione fra poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, poiché i magistrati della Corte Suprema di Giustizia e della Corte d’Appello, articolata in sezioni, in Guatemala sono eletti dal potere legislativo, e questo è esattamente ciò in cui affonda le sue radici il nocciolo duro del potere del cosiddetto “patto dei corrotti”, ciò che fa sì che alcuni giudici e magistrati non siano indipendenti quando emettono una sentenza. 

 

2. Stando così le cose, è noto che, durante il mandato dell’attuale Procuratrice Generale, imposta dalla Corte Costituzionale, fin dall’inizio della sua gestione il Pubblico Ministero è stato utilizzato come uno strumento di criminalizzazione e repressione contro qualsiasi persona o candidato che non appartenga al cosiddetto “patto dei corrotti”. Siamo di fronte ad uno stato autoritario, le cui vittime sono stati i leader indigeni (come i leaders dei 48 cantoni di Totonicapán[4]), membri del partito vincitore delle scorse elezioni politiche[5], funzionari dell’attuale governo, testimoni e funzionari della CICIG[6], giornalisti, ex-decani, professori e studenti universitari, giudici, pubblici ministeri, e così via. I loro procedimenti sono stati dichiarati “riservati”, cosicché nessuno possa presentare una difesa in loro favore; gli imputati sono stati incarcerati per un tempo indefinito, con l’obiettivo di esercitare pressioni affinché si dichiarino colpevoli delle accuse relative a reati inventati da chi esercita l’azione penale. Nel frattempo, ogni settimana si arrestano nuove vittime, anziché criminali dal colletto bianco, ex-deputati, imprenditori, ufficiali dell’esercito, alcuni dei quali congedati, e politici, alcuni dei quali legati al narcotraffico. 

Esiste tutta una rete di giudici e magistrati che, su richiesta del Pubblico Ministero, chiedono l’archiviazione dei procedimenti a carico di determinati imputati. Tali giudici, agendo in modo coordinato, stanno pronunciando una serie di archiviazioni in sequenza, restituendo anche i beni confiscati. Allo stesso tempo, però, viene perseguitato chi si schiera a favore della democrazia e del rispetto dell’esito delle elezioni generali. Il popolo guatemalteco viene preso in giro. La giustizia è stata politicizzata.

Tutte le riforme, piani, commissioni e proposte prodotte nel 1994 nell’ambito della Unità di modernizzazione dello Stato e della Commissione per il rafforzamento della giustizia con riferimento alla carriera in magistratura, come la separazione delle funzioni amministrative da quelle giudicanti, i meccanismi di selezione dei giudici e dei magistrati, sono state praticamente cancellate dalla storia da parte dei magistrati della Corte Suprema di Giustizia, rimasta in carica per la durata (incostituzionale) di ben 9 anni. Tutti questi progetti e l’organizzazione della giustizia da essi disegnata cercavano l’eccellenza professionale, così come l’indipendenza di coloro che esercitano funzioni giudiziarie[7]

Il cosiddetto “patto dei corrotti” ha chiuso con qualunque progresso in materia di modernizzazione del settore della giustizia che coinvolgesse l’ordinamento giudiziario, le sezioni di Corte d’Appello e i tribunali della giurisdizione ordinaria (di primo grado), il Pubblico Ministero, la Difesa pubblica penale[8]

Al Consejo de la Carrera Judicial sono state sottratte alcune funzioni [essenziali per l’autogoverno della magistratura, n.d.t.]. Molti dei giudici di primo grado sono figli di deputati o di politici attualmente in carica che utilizzano la propria influenza per far loro ottenere tali nomine. 

In proposito, sono rivelatrici le parole di un noto giudice del Tribunale penale e per i delitti contro l’ambiente, che ha segnalato che mai si sarebbe immaginato, nell’esercizio delle proprie funzioni giudiziarie, che la giustizia dipendesse da chi detiene il potere. Il colto ed integerrimo giudice Miguel Ángel Gálvez, ora in esilio per aver svolto il proprio lavoro con imparzialità, è stato perseguitato per aver amministrato la giustizia come era suo dovere. E non è un caso: tra i procedimenti che ha avuto il compito di giudicare, si è trovato ad affrontare funzionari di alto profilo coinvolti in casi di grande impatto nazionale, come l’ex presidente del Guatemala, generale Otto Fernando Pérez Molina, e la sua ex vicepresidente, Roxana Baldetti.

In questa persecuzione, si sono accaniti contro i candidati e i funzionari del Movimiento Semilla, che ha vinto le elezioni[9], fino ad ottenerne la cancellazione mediante ordinanza di un giudice del Settimo Tribunale Penale di primo grado, che tuttavia è privo di giurisdizione in tal senso, spettante invece – come stabilito dalla Legge elettorale e sui partiti politici, al Tribunale Supremo Elettorale. 

E’ questo un chiaro caso di lawfare: non è stata rispettata la volontà dei guatemaltechi, si è cercato di annullare le elezioni e destituire il Presidente eletto secondo il dettato costituzionale per il periodo 2024-2028; e tutto ciò utilizzando il Pubblico Ministero e la Procura per i delitti di riciclaggio di denaro ed altri beni (conosciuta come FE), attraverso i suoi procuratori. Anche l’ex procuratore Juan Francisco Sandoval è stato perseguitato e si trova attualmente in esilio a causa delle indagini condotte insieme alla Cicig. Nonostante che i magistrati del Tribunale Supremo Elettorale abbiano presentato le proprie prove a discarico, un giudice ne ha ordinato la rimozione dall’incarico. 

Sembra che il “patto dei corrotti”, queste forze oscure che all’interno del Paese si oppongono alla democrazia, abbiano il monopolio della verità a modo loro. 

Tuttavia, a seguito di numerose denunce contro i governi di Jimmy Morales e Alejandro Giammattei[10], la Sovrintendenza dell’Amministrazione Tributaria (SAT) ha scoperto enormi casi di corruzione. Le indagini che ne sono scaturite non hanno prodotto risultati concreti, sebbene le denunce siano state presentate dalle autorità competenti al Pubblico Ministero nei primi sei mesi dal suo insediamento. Anche il Sovrintendente, però, è stato perseguito per aver denunciato il caso conosciuto come “B410"[11], ed altri casi che coinvolgevano l’ex presidente Alejandro Giammattei, vedendosi così costretto a dimettersi dalla SAT prima della scadenza naturale del suo mandato. 

 

3. E’ difficile governare quando in ogni momento ci si imbatte in ostacoli talvolta insormontabili, come nel caso dei contratti illeciti per la costruzione di strade e autostrade conclusi dai governi precedenti, o la necessità di rimuovere funzionari corrotti, casi nei quali poi interviene persino la Corte Costituzionale[12], pur priva di giurisdizione in tali ambiti. Quella stessa Corte Costituzionale che ha protetto coloro che stanno cercando di destituire l’attuale presidente Arévalo. Anche quest’ultimo, infatti, è oggetto di oltre una decina di denunce, da parte dei suoi avversari politici, finalizzate a farlo decadere dal beneficio dell’autorizzazione a procedere (antejuicio) del quale godono i funzionari del governo e a farlo decadere dal suo ufficio. 

 

4. L’attuale mancanza di indipendenza del potere giudiziario in Guatemala, è illustrata ironicamente dalla rivista Crónica del mese di maggio 2025, in un articolo a pag. 7, La rete, di Crispino Picón Rojas, che parlando delle azioni del giudice del Settimo Tribunale Penale di primo grado, sez. Narcotraffico e reati ambientali, segnala: «Cavolo![13] La verità è che quel piccolo giudice non gira intorno alla questione. Quando gli vengono richiesti mandati di cattura, li emette immediatamente, senza preoccuparsi di analizzare la solidità delle accuse. Poi, durante le prime udienze, mette il segreto d’ufficio al caso, si occupa di iniziare a fiaccare psicologicamente gli imputati, li manda in carceri insicure e intimorisce i loro avvocati difensori. Tutto questo avviene prima ancora di lasciarli senza prove a discarico, perché le respinge tutte, il che anticipa un processo truccato con sentenza di condanna già scritta […]. [S]i tratta di una grande collusione tra pubblici ministeri e giudici […] per incastrare chiunque si muova a favore della democrazia e contro la corruzione e l’impunità, al fine di estrometterli dal gioco».

 

 

[*] Guatemala must uphold the integrity of the justice system, end criminalisation: UN expert (23 May 2025), https://www.ohchr.org/en/press-releases/2025/05/guatemala-must-uphold-integrity-justice-system-end-criminalisation-un-expert  


 
[1] MISIÓN DE VERIFICACIÓN DE LAS NACIONES UNIDAS EN GUATEMALA. MINUGUA. FUNCIONAMIENTO DEL SISTEMA DE JUSTICIA EN GUATEMALA. Introducción de Luis Pásara. Editorial Tecnograf. Mayo de 2000.

[2] La Ley de la Carrera Judicial n. 41/99 specifica all’art. 2 che giudici e magistrati esercitano allo stesso modo le funzioni giurisdizionali, sebbene con competenze distinte, ma senza vincoli di subordinazione gerarchica né dipendenza reciproca. Con il termine “giudici” si indicano essenzialmente coloro che esercitano la funzione giurisdizionale nei tribunali di I grado, mentre con il termine “magistrati” coloro che esercitano tale funzione in Corte d’Appello e presso la Corte Suprema di Giustizia [n.d.t.].

[3] L’art. 3 della Ley en materia de Antejuicio n. 85/2002 definisce il derecho de antejuicio come «garanzia che la Costituzione della Repubblica o leggi specifiche concedono ai dignitari e ai funzionari pubblici di non essere detenuti o sottoposti a procedimenti penali davanti ai corrispondenti organi giurisdizionali, senza la preventiva dichiarazione dell'autorità competente che è stato intentato un processo, in conformità con le disposizioni stabilite in questa legge». Tale diritto è «inerente alla carica, inalienabile, imprescrittibile e irrinunciabile». Si tratta dunque di una garanzia costituzionale che si sostanzia, per i giudici e i magistrati, nella presentazione di una denuncia al giudice di prima istanza competente a conoscere del (presunto) reato contestato e in un conseguente procedimento speciale presso la Corte Suprema di Giustizia finalizzato ad accertare in tempi definiti la responsabilità penale del giudice o magistrato sottoposto a procedimento [n.d.t.].

[4] Il Consiglio delle Autorità dei 48 Cantoni di Totonicapán è il governo e la massima autorità del popolo Maya K'iché' di Totonicapán. Esso unifica e articola le diverse autorità indigene ancestrali e comunitarie dei villaggi, dei cantoni e delle zone del comune di Totonicapán, ne rappresenta gli interessi sociali, politici, economici, culturali e territoriali (cfr. a riguardo il sito https://48cantones.org/) [N.d.T.]

[5] Si tratta del Movimiento Semilla, guidato da César Bernardo Arévalo de León, attuale Presidente della Repubblica, uscito vincitore “a sorpresa” dalle ultime elezioni politiche del 2024 contro i partiti tradizionali denominati, nel linguaggio comune, “patto dei corrotti”. Lo scontro politico-costituzionale seguito al tentativo dei partiti sconfitti di far annullare pretestuosamente le elezioni del 2024 è analizzato dall’Autrice Irma Yolanda Borrayo in un precedente articolo apparso su Questione giustizia il 26/07/2024, intitolato Le elezioni generali in Guatemala 2024-2028. Un’analisi del loro impatto politico-giuridico (https://www.questionegiustizia.it/articolo/le-elezioni-generali-in-guatemala-2024-2028-un-analisi-del-loro-impatto-politico-giuridico), al quale si rinvia per maggiori dettagli [n.d.t.].

[6] Rapporto Comisión Internacional contra la Impunidad en Guatemala (Cicig). La Commissione internazionale contro l'impunità in Guatemala (CICIG) è un organismo internazionale indipendente istituito da un accordo tra le Nazioni Unite e lo Stato del Guatemala nel 2007, in risposta a una richiesta di assistenza da parte del governo guatemalteco. La CICIG mira a sostenere e rafforzare le istituzioni statali guatemalteche responsabili delle indagini e del perseguimento dei crimini commessi da gruppi illegali e apparati di sicurezza clandestini, ovvero quei gruppi criminali che si sono infiltrati nelle istituzioni statali, favorendo l'impunità e minando le conquiste democratiche ottenute in Guatemala dalla fine del conflitto armato interno negli anni Novanta. Per informazioni, è utile consultare il sito web della Commissione: https://www.cicig.org/ [n.d.t.].

[7] MINUGUA. LA JUSTICIA EN GUATEMALA. Primera Edición, agosto 2000.

[8] L’Instituto de la Defensa Pública Penal (IDPP) amministra il servizio pubblico gratuito di difesa nel giudizio penale per le persone non abbienti. Inizialmente creato come servizio alle dipendenze funzionali e amministrative della Corte Suprema di Giustizia, ha conseguito autonomia funzionale e piena independenza tecnica nel 1997, con la Ley del Servicio Público de Defensa Penal. La legge elimina la dipendenza funzionale dal potere giudiziario e consente all’Istituto di ampliare la propria copertura ai 22 dipartimenti del Guatemala e a tutti i municipi nei quali sia presente un tribunale penale di prima istanza o un giudice di pace (https://www.idpp.gob.gt/index.php) [n.d.t.].

[9] V. supra nota 5 [n.d.t.].

[10] Rispettivamente Presidenti della Repubblica negli anni 2016-2020 e 2020-2024.

[11] Le indagini condotte nell’ambito del cosiddetto “caso B410” hanno portato alla luce una rete di 410 imprese colpevoli di evasione fiscale per oltre 300 milioni di quetzales (pari a oltre 33 milioni di euro), con forti ripercussioni sul bilancio dello Stato e sugli investimenti redistributivi in servizi pubblici essenziali [n.d.t.].

[12] Si veda ancora la nota 5 e l’articolo ivi citato [n.d.t.].

[13] ¡Púchicas!, nel testo originale, esclamazione tipica guatemalteca [n.d.t.].

 

 

[*]

Traduzione e cura dell'articolo: Sara Cocchi

24/07/2025
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