Magistratura democratica

Articoli di Daniela Cardamone

giudice del Tribunale di Milano
La Corte Edu condanna l’Italia per la mancata tutela delle vittime di violenza domestica nei giudizi civili e minorili

Con la sentenza I.M. e altri c. Italia del 10 novembre 2022, la Corte di Strasburgo, nell’affermare che la sicurezza del genitore non violento e dei figli deve essere un elemento centrale nella valutazione dell'interesse superiore del minore in materia di affidamento, fa propri i rilievi del GREVIO nel rapporto sull’Italia del 14 giugno 2022 e ne condivide la preoccupazione per la prassi diffusa nei tribunali civili di considerare come genitori «non collaborativi» e «madri inadatte» le donne che invocano la violenza domestica come motivo per rifiutarsi di partecipare agli incontri dei figli con l'ex coniuge e per opporsi all'affidamento condiviso.

22/12/2022
La nuova disciplina del collocamento fuori ruolo dei magistrati

Con la legge contenente deleghe per la riforma dell’ordinamento giudiziario, il legislatore si propone di procedere con una normativa di rango primario al riordino della materia del collocamento fuori ruolo dei magistrati e all’introduzione di specifici e più stringenti criteri, così venendo incontro a istanze dell’opinione pubblica e della stessa magistratura.

22/09/2022
Il principio del mutuo riconoscimento e della fiducia reciproca sul banco di prova delle decisioni sulle misure alternative alla detenzione cautelare

Un recente contrasto giurisprudenziale sulla possibilità di eseguire la misura cautelare degli arresti domiciliari in un altro Paese dell’Unione europea offre alcuni spunti di riflessione sulle problematiche attuative della decisione quadro 2009/829/GAI del Consiglio dell'Unione Europea del 23 ottobre 2009 sul reciproco riconoscimento delle decisioni sulle misure alternative alla «detenzione cautelare» e, più in generale, sull’attuazione del principio del riconoscimento reciproco delle decisioni giudiziarie in materia cautelare.

24/01/2022
Reformatio in peius in appello e processo equo nella giurisprudenza della Corte Europea dei diritti dell’Uomo da Dan c. Moldavia a Maestri ed altri c. Italia

Nella sentenza Maestri ed altri c. Italia dell’8 luglio 2021 la Corte Europea dei diritti dell’Uomo, oltre a ribadire la necessità di procedere ad una nuova escussione dei testimoni ai fini della condanna in appello preceduta da assoluzione in primo grado, come affermato in Lorefice c. Italia del 29 giugno 2017, per la prima volta condanna l’Italia per non essere stato disposto, anche d'ufficio, l'esame degli imputati prima di procedere al ribaltamento della sentenza assolutoria di primo grado. Il testo analizza la giurisprudenza europea sul tema, cogliendo l’occasione per qualche riflessione critica sul valore del precedente nella giurisprudenza della Corte Edu.

07/09/2021
La decisione della Turchia e della Polonia di non far parte della Convenzione di Istanbul e le conseguenze per la tutela del diritto umano fondamentale delle donne a una vita libera dalla violenza

La Turchia ha revocato la propria partecipazione alla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne e dalla Polonia provengono spinte dirette al ritiro ufficiale dalla Convenzione. In entrambi i casi, il testo della Convenzione viene additato come esempio della “ideologia gender” che minerebbe i valori della famiglia tradizionale. L’analisi della giurisprudenza europea evidenzia, invece, che nel sistema convenzionale di tutela dei diritti fondamentali non viene propugnata una determinata idea di famiglia ma che vi è una costante attenzione alle tradizioni costituzionali degli Stati membri. Ne consegue che la revoca della partecipazione alla Convenzione di Istanbul si traduce in un ulteriore atto di limitazione di diritti fondamentali che, questa volta, colpisce il diritto delle donne a una vita libera dalla violenza.

24/04/2021
Dialogando con Robert Spano, Presidente della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo
Siamo tutti “giudici di Strasburgo” e membri di una “comunità” di giudici europei
03/06/2020
Le Sezioni Unite si pronunciano sulla non estensibilità degli effetti della sentenza della Corte EDU Contrada c. Italia del 14 aprile 2015 ai casi simili
La sentenza a Sezioni Unite n. 8544/2020 (ric. Genco) nega portata generale alla sentenza della Corte EDU Contrada c. Italia del 14 aprile 2015, in tema di concorso esterno in associazione mafiosa, per la sua natura atipica ed eccentrica rispetto alla stessa giurisprudenza europea nonché per i plurimi profili di criticità con riferimento alla considerazione dei principi fondamentali del diritto interno. Nel testo si analizzano le criticità evidenziate dalle Sezioni Unite e si mette in evidenza il principale difetto di origine della pronuncia europea, costituito dalla non adeguata motivazione degli snodi fondamentali del percorso decisionale, la quale si ripercuote inesorabilmente sull’incertezza del contenuto della decisione e sulla sua efficacia persuasiva, non consentendole di esplicare il suo potenziale effetto dirompente sul principio di legalità penale.La sentenza in commento rappresenta l’ultima parola dei giudici di legittimità sui “fratelli minori” di Contrada ma, nel difficile dialogo tra giurisdizioni interne e Corte EDU, il problema del rapporto tra legalità “costituzionale” ed “europea” rimane ancora aperto
27/05/2020
Il sistema dei rimedi de libertate alla luce della giurisprudenza della Cedu nella sentenza Rizzotto c. Italia (5 settembre 2019)
Nel sistema dei rimedi in tema di privazione della libertà personale, il diritto dell’indagato di essere sentito personalmente dal giudice assume per la Corte EDU un carattere così pregnante da svalutare qualsiasi altra garanzia procedimentale. L’indagato appare essere il principale, se non esclusivo, garante del proprio diritto di difesa restando sullo sfondo, fino quasi a scomparire, tutti gli altri attori del procedimento, ivi compreso il difensore
01/10/2019
Gli stereotipi di genere tra prospettiva sociologica e codice rosso
La lettura del volume di Fabrizio Filice La violenza di genere (ed. Giuffré Francis Lefebvre) e la prospettiva sociologica che lo ispira, offre alcuni interessanti spunti di riflessione sull’approccio normativo e giudiziario ai reati di violenza di genere
14/09/2019
La sentenza della Cedu Brazzi c. Italia: sono arbitrarie le perquisizioni disposte dall’Autorità giudiziaria?
La pronunzia della Corte di Strasburgo affronta la questione della mancanza nel sistema processuale italiano di un controllo giurisdizionale ex ante e di un rimedio ex post con riferimento all’inviolabilità del domicilio, in caso di provvedimento di perquisizione domiciliare non seguito da sequestro
15/01/2019