A circa due anni dal suo recepimento nell’ordinamento giuridico italiano con il d.lgs.n.24 del marzo del 2023, il fenomeno del whistleblowing, di cui alla Direttiva dell’Unione Europea n.1937 dell’ottobre del 2019 trova un’adeguata attenzione di analisi e commento in questo corposo volume curato da Raffaele Cantone, Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Perugia e in passato primo Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione – ANAC, da Nicoletta Parisi, Ordinaria fuori ruolo di Diritto Internazionale presso l’Università degli Studi di Catania e in passato Consigliere ANAC e da Domenico Tambasco, Avvocato giuslavorista del Foro di Milano.
Come ben messo in evidenza nella Premessa scritta dai tre curatori, il recepimento della Direttiva UE «rappresenta per l’ordinamento italiano il punto di arrivo di un percorso iniziato nel novembre del 2022 con l’approvazione della legge n. 190», con cui si introduceva per la prima volta nel nostro ambito giuridico l’istituto del whistleblowing.
Già dalla lettura delle pagine della Premessa si intuiscono alcuni dei meriti da riconoscere a questa pubblicazione: dall’aver dato ampio spazio a una ricostruzione storica adeguata di quanto avvenuto nel corso dei primi due decenni di questo secolo in tema di whistleblowing, illustrando il superamento, almeno parziale, di alcuni ostacoli consolidati dalla nostra tradizione e accolti nella configurazione del sistema giuridico nazionale; alla valutazione della correttezza e dell’adeguatezza della trasposizione della Direttiva Europea nel nostro ordinamento con l’individuazione puntuale di eventuali carenze, mancanze di perspicuità e delle conseguenti criticità; alla scelta metodologica, condivisibile, di ripartire la trattazione della materia in quattro macroaree tematiche principali – gli ambiti soggettivi e oggettivi, le modalità della comunicazione della notizia di illeciti, la governance degli enti implicati nel processo di ricezione e di gestione delle segnalazioni, le misure di sostegno e protezione del whistleblower.
Una scelta metodologica - va sottolineato - per certi versi coraggiosa, “costringendo” i curatori ad una parcellizzazione della materia particolarmente minuziosa, senza peraltro perdere mai di vista il quadro unitario di riferimento complessivo, affidandosi, oltreché ai contributi da loro firmati, a quelli di alcuni qualificati specialisti, che qui si ricordano ( in ordine alfabetico): Giulia Amisano, Avvocata amministrativista del Foro di Torino; Mara Chilosi, Avvocata del Foro di Milano; Giulia Cossu, Funzionario giuridico dell’ANAC, dal 2019 all’Ufficio Whistleblowing; Giuseppe d’Acquisto, Funzionario Direttivo del Garante per la protezione dei dati personali; Angela Della Bella, Ordinaria di Diritto Penale presso l’Università degli Studi di Milano; Laura Ferola, Dirigente presso il Garante per la Protezione dei dati personali; Arturo Iadecola, Vice Procuratore Generale della Corte dei conti; Patrizia Parisi, Avvocata del Foro di Napoli Nord; Alessandra Pomponio, Presidente di Sezione della Corte dei conti; Matteo Riccardi, Avvocato penalista del Foro di Milano; Dino G. Rinoldi, Ordinario fuori ruolo di Diritto Dell’Unione Europea presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore; Alessio Ubaldi, Avvocato amministrativista del Foro di Torino.
L’esito di questa scelta metodologica si sostanzia in un’esplorazione ampia ed esaustiva della materia, offrendo al lettore una rappresentazione poliedrica e sistematica dell’istituto giuridico del whistleblowing, così come attualmente risulta disciplinato nel nostro ordinamento giuridico.
A queste considerazioni che, come si diceva, costituiscono altrettanti meriti di questa opera, va aggiunto anche quello, certamente non secondario, di presentare un’analisi attenta e critica dei diversi aspetti del whistleblowing, fornendo in modo propositivo spunti e stimoli, particolarmente utili de iure condendo, per il loro superamento e per la sanatoria di sbavature e manchevolezze.
La lettura delle oltre 640 pagine di testo (al netto della sostanziosa Premessa cui prima si accennava) se costituisce una preziosa fonte di orientamento per tutti gli attori coinvolti nel sistema del whistleblowing, rappresenta, anche, un’importante base di riferimento per la consultazione e la riflessione degli studiosi, accademici e non, che potranno avvalersene per contribuire con le loro ulteriori considerazioni ad una migliore e più affinata comprensione di questo nuovo istituto giuridico nei suoi molteplici aspetti ed implicazioni.
In definitiva, si è in presenza di un libro, la cui lettura va caldamente consigliata ad una platea ben più ampia di quella, già cospicua, degli “addetti ai lavori”, rappresentando una concreta testimonianza, nonché una significativa tappa di avanzamento, di quella civiltà giuridica, di cui il nostro Paese vanta, a giusto titolo, un’investitura primaziale plurimillennaria.