Questo scritto origina dalla recensione al (suddetto) vol. di Giovanni Cellamare, in corso di pubblicazione in L’Indice Penale, fasc. n. 3/2022. Si tratta (però) di una versione adattata per la Rivista Questione Giustizia, nonché ampliata e aggiornata. Si ringrazia la Rivista QG per la cortese disponibilità (concessione) e attenzione alla versione adattata, ampliata e aggiornata proposta dall’autore (testo che contiene i collegamenti ipertestuali che figurano, per ragioni di spazio, in forma ridotta dal punto visivo, da cliccare, ove di interesse, al fine di consultare tempestivamente la dottrina, la documentazione, etc., citata, richiamata). Si ringrazia altresì la Redazione e la Vicedirettrice (Rita Sanlorenzo) della Rivista QG.
Recensione a “La disciplina dell’immigrazione irregolare nell’Unione europea” *
La recensione al volume di Giovanni Cellamare (2a ed., Giappichelli, 2021) è una preziosa occasione per riflettere sul valore interdisciplinare del diritto dell’immigrazione
A breve commento della sentenza n. 96/2025 della Corte costituzionale
Il contributo esamina il delitto di cui all’art. 12-bis del testo unico immigrazione, introdotto dal decreto-legge n. 20/2023 all’indomani del tragicamente noto naufragio di Cutro. L’analisi rivela criticità attinenti sia alla prevedibile inefficacia della nuova figura di reato, rispetto al dichiarato obiettivo di contrastare le forme più gravi di traffico di migranti; sia alla manifesta sproporzione dei minimi edittali, rispetto alle condotte connotate da minore disvalore, come quelle riconducibili ai c.d. migranti-scafisti.
Le proposte di regolamento, presentate ad aprile e maggio 2025, al fine di emendare la disciplina del regolamento procedure relativa agli istituti del paese di origine sicuro e del paese terzo sicuro, oltre a sollevare taluni profili di compatibilità con il diritto primario dell’Unione, destano delle preoccupazioni in termini di coerenza valoriale e di sistema. Entrambe le proposte appaiono infatti improntate a una corsa al ribasso delle tutele che emerge nella volontà della Commissione di ampliare l’ambito di applicazione degli istituti attraverso una riduzione degli standard di tutela dei diritti dei richiedenti al minimo necessario imposto dal diritto internazionale e dal diritto UE.
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L’Alien Enemy Act e la decisione giudiziale del 1° maggio 2025