Magistratura democratica
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Per un carcere più umano

Un appello di studiosi di diritto e procedura penale per una rinnovata attenzione al carcere

Come studiosi e docenti universitari di discipline penalistiche, aderiamo in ideale staffetta allo sciopero della fame di Rita Bernardini, Irene Testa, Luigi Manconi, Sandro Veronesi, Roberto Saviano e di oltre 500 detenuti, quale forma di mobilitazione per chiedere al governo e alle autorità competenti di adottare provvedimenti idonei a ridurre il più possibile il sovraffollamento delle carceri italiane, così da prevenire il rischio di un’ulteriore diffusione del contagio da Coronavirus al loro interno.

Questa emergenza sanitaria, nel fare riaffiorare in maniera più amplificata la condizione molto problematica in cui non da ora versa il sistema penitenziario italiano, sotto il profilo delle condizioni di vita intramurarie, del livello di rispetto dei diritti fondamentali dei detenuti e di una effettiva idoneità della pena a conseguire l’obiettivo costituzionale della rieducazione e del reinserimento sociale, può rappresentare un’importante occasione per riaccendere le luci sul pianeta-carcere e sollecitare il potere politico a riprendere il cammino delle riforme necessarie per ridare vitalità e concretezza ai principi enunciati nel terzo comma dell’art. 27 della Costituzione.

1.    Amati Enrico (Università di Udine)

2.    Ambrosetti Enrico Maria (Università di Padova)

3.    Andolina Elena (Università di Catanzaro)

4.    Barnao Charlie (Università di Catanzaro)

5.    Belfiore Elio (Università di Foggia)

6.    Belluta Hervè (Università di Brescia)

7.    Biral Marianna (Università di Bologna)

8.    Bonini Valentina (Università di Pisa)

9.    Bresciani Luca (Università di Pisa) 

10.Bronzo Pasquale (Università La Sapienza- Roma)

11.Buzzelli Silvia (Università Bicocca - Milano)

12.Caianello Michele (Università di Bologna)

13.Canestrari Stefano (Università di Bologna)

14.Capone Arturo (Università Mediterranea- Reggio Calabria)

15.Caraceni Lina (Università di Macerata)

16.Carnevale Stefania (Università di Ferrara)

17.Cassibba Fabio (Università di Parma)

18.Catalano Elena Maria ( Università dell’Insubria- Como)

19.Catenacci Mauro (Università di Roma Tre)

20.Caterini Mario (Università della Calabria)

21.Cavaliere Antonio (Università Federico II- Napoli)

22.Chelo Andrea (Università e-Campus)  

23.Chinnici Daniela (Università di Palermo) 

24.Ciavola Agata (Università Kore - Enna)

25.Citrigno Annamaria (Università di Messina)

26.Colamussi Marilena (Università di Bari)

27.Consoli Teresa (Università di Catania) 

28.Cortesi Maria Francesca (Università di Cagliari)  

29.Coppetta Maria Grazia (Università di Urbino)

30.Cotti Giacomo (Università di Bologna)

31.Curtotti Donatella (Università di Foggia)

32.Daniele Marcello (Università di Padova)

33.De Simone Giulio (Università del Salento)

34.Deganello Mario (Università di Torino)

35.Della Casa Franco (Università di Genova)

36.Delvecchio Francesca (Università di Foggia)

37.Di Bitonto Maria Lucia (Università di Camerino)

38.Di Giovine Ombretta (Università di Foggia)

39.Diamanti Francesco (Università di Modena e Reggio Emilia)

40.Diddi Alessandro (Università della Calabria)

41.Eusebi Luciano (Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano)

42.Ferrua Paolo (Università di Torino)

43.Filippi Leonardo (Università di Cagliari)

44.Fiore Carlo (Università Federico II- Napoli)

45.Fiore Stefano (Università del Molise)

46.Fiorio Carlo (Università di Perugia)

47.Flora Giovanni (Università di Firenze)

48.Foffani Luigi (Università di Modena e Reggio Emilia)

49.Fronza Emanuela (Università di Bologna)

50.Gabrielli Chiara (Università di Urbino) 

51.Galiani Tullio (Università di Camerino)

52.Giacona Ignazio (Università di Palermo)

53.Gialuz Mitja (Università di Genova)

54.Giunchedi Filippo (Università Niccolò Cusano- Roma)

55.Giunta Fausto Biagio (Università di Firenze)

56.Guerini Tommaso (Università di Bologna)

57.Kalb Luigi (Università di Salerno)

58.Insolera Gaetano (Università di Bologna)

59.La Regina Katia (Università di Benevento)

60.Lasagni Giulia (Università di Bologna)

61.Lo Monte Elio (Università di Salerno)

62.Ludovici Luigi (Università degli Studi Guglielmo Marconi)

63.Maffeo Vania (Università Federico II- Napoli)

64.Maggio Paola (Università di Palermo)

65.Manna Adelmo (Università di Foggia)

66.Mantovani Giulia (Università di Torino)

67.Marzaduri Enrico (Università di Pisa)

68.Masucci Massimiliano (Università di Roma Tre)

69.Maugeri Anna Maria (Università di Catania)

70.Mazzucato Claudia (Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano)

71.Melchionda Alessandro (Università di Trento)

72.Menghini Antonia (Università di Trento)

73.Merlo Andrea (Università di Palermo)

74.Moccia Sergio (Università Federico II - Napoli)

75.Monaco Lucio (Università di Urbino)

76.Mongillo Vincenzo (Unitelma Sapienza- Roma)

77.Montagna Mariangela (Università di Perugia)

78.Morelli Francesco (Università di Ferrara)

79.Nappi Antonio (Università Federico II- Napoli)

80.Orlandi Renzo (Università di Bologna)

81.Pansini Carla (Università Parthenope- Napoli)

82.Paonessa Caterina (Università di Firenze)

83.Patanè Vania (Università di Catania)

84.Pecorella Claudia (Università Bicocca - Milano)

85.Petrini Davide (Università di Torino)

86.Pisani Nicola (Università di Teramo)

87.Procaccino Angela (Università di Foggia)

88.Quattrocolo Serena (Università del Piemonte Orientale)

89.Ranaldi Gianrico (Università di Cassino)

90.Renon Paolo(Università di Pavia)

91.Renzetti Silvia (Università di Bologna)

92.Riondato Silvio (Università di Padova)

93.Risicato Lucia (Università di Messina)

94.Romano Bartolomeo (Università di Palermo)

95.Ruggeri Stefano (Università di Messina) 

96.Ruggieri Francesca (Università dell’Insubria- Como)

97.Sanna Alessandra (Università di Firenze) 

98.Scaccianoce Caterina (Università di Palermo)

99.Scalfati Adolfo (Università Tor Vergata- Roma) 

100.      Scella Andrea (Università degli Studi di Udine)

101.      Schiaffo Francesco (Università di Salerno)

102.      Sicurella Rosaria (Università di Catania)

103.      Siracusano Fabrizio (Università di Catania)

104.      Spagnolo Paola (Università Lumsa- Roma)

105.      Spangher Giorgio (Unitelma Sapienza- Roma)

106.      Tassi Andrea (Università di Macerata)

107.      Tesauro Alessandro (Università di Palermo)

108.      Tonini Paolo (Università di Firenze) 

109.      Torre Valeria (Università di Foggia)

110.      Ubertis Giulio (Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano)

111.      Valentini Elena ( Università di Bologna) 

112.      Vallini Antonio (Università di Pisa)

113.      Varraso Gianluca (Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano)

114.      Vicoli Daniele (Università di Bologna)

115.      Visconti Costantino (Università di Palermo)

116.      Voena Giovanni Paolo (Università di Torino)

117.      Zacchè Francesco (Università Bicocca – Milano)

[**]

Massimo Donini, ordinario di diritto penale nell’Università di Modena e Reggio Emilia

Giovanni Fiandaca, ordinario di diritto penale presso l'Università di Palermo

01/12/2020
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In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, pubblichiamo il testo dell’Audizione alla Commissione giustizia della Camera dei Deputati sul disegno di legge AC n. 1693 Modifica dell’articolo 609-bis del codice penale in materia di violenza sessuale e di libera manifestazione del consenso di Paola Di Nicola Travaglini e di Francesco Menditto. La riforma, approvata all’unanimità dalla Camera, in attesa del varo definitivo da parte del Senato, ha il merito di formalizzare il punto di approdo della giurisprudenza, soprattutto di legittimità, per cui deve riconoscersi violenza sessuale in ogni caso in cui non sia stato manifestato il chiaro, inequivoco, e permanente consenso al rapporto. Non si tratta solo di una modifica formale, ma della diversa attenzione rivolta non più a chi subisce, ma piuttosto a chi aggredisce: non sarà più la vittima a dover provare di avere reagito, ma il colpevole a dover dimostrare che l’atto era liberamente voluto da entrambi. Un rovesciamento di prospettiva che rappresenta un notevole passo avanti nella difesa delle vittime di violenza.

25/11/2025
Fine vita: il suicidio assistito in Europa e la palude italiana

A fronte dell’infinito confronto, esistenziale e filosofico, sui temi della libertà di vivere e della libertà di morire, è emersa in Europa una nuova domanda sociale: quella di una libertà del morire che sia tutelata dall’ordinamento giuridico non solo come “libertà da” e come espressione di autodeterminazione ma anche come un vero e proprio “diritto sociale” che assicuri l’assistenza di strutture pubbliche nel momento della morte volontaria. In questi ultimi anni, in alcuni Paesi europei sono stati compiuti significativi passi verso un nuovo regime del fine vita mentre in altri vi sono cantieri aperti ormai ad un passo dalla positiva chiusura dei lavori. Il Regno Unito sta approvando una nuova legge destinata a superare il Suicide Act del 1961. In Germania la Corte costituzionale, con una decisione del 2020, ha affermato che esiste un diritto all’autodeterminazione a morire ed a chiedere e ricevere aiuto da parte di terzi per l’attuazione del proposito suicidario. In Francia una nuova normativa, in corso di approvazione, è stata preceduta e preparata da un importante esperimento di democrazia deliberativa come l’istituzione di una Convention Citoyenne Cese sur la fin de vie, formata per sorteggio e chiamata a fornire un meditato e informato parere sul fine vita. La situazione del nostro Paese resta invece caratterizzata da una notevole dose di ipocrisia e da un altrettanto elevato tasso di confusione istituzionale. La radicale negazione dell’esistenza di un diritto a morire proveniente dalla maggioranza di governo coesiste infatti con il riconoscimento di diverse possibilità legittime di porre fine volontariamente alla propria vita in particolari situazioni: rifiuto delle cure, sedazione profonda, suicidio assistito in presenza delle condizioni previste dalle pronunce della Corte costituzionale. Dal canto suo il legislatore nazionale è stato sin qui paralizzato da veti e contrasti ed appare incapace di rispondere alla domanda, che sale con crescente intensità dalla società civile, di tutelare il diritto “doloroso” di porre fine ad una esistenza divenuta intollerabile. In questa situazione stagnante la domanda sociale di libertà del morire si è trovata di fronte solo l’arcigna disciplina del fine vita dettata dagli artt. 579 e 580 di un codice penale concepito in epoca fascista. Da questo impatto sono scaturite le forme di disobbedienza civile consistenti nel prestare aiuto, sfidando le norme penali, a chi in condizioni estreme aspirava ad una fine dignitosa. E, a seguire, i giudizi penali nei confronti dei disobbedienti e le questioni di legittimità costituzionale sollevate nel corso dei processi dai giudici che hanno innescato i numerosi interventi della Corte costituzionale, sinora decisivi nel disegnare la disciplina del fine vita. Da ultimo un tentativo di superare l’inerzia del parlamento è stato compiuto da due Regioni - Toscana e Sardegna - che hanno approvato leggi sul fine vita, individuando come requisiti per accedere all’assistenza al suicidio quelli previsti dalla sentenza della Corte costituzionale nella sentenza n. 242 del 2019 e disegnando procedure per ottenere la prestazione assistenziale richiesta. La reazione del governo è consistita nell’impugnare la legge regionale toscana ritenuta esorbitante dalle competenze regionali e lesiva di competenze esclusive dello Stato. Reazione non priva di qualche fondamento giacchè la prospettiva di regimi del fine vita differenziati su base regionale appare criticabile sotto il profilo giuridico e non certo desiderabile nella pratica, ma singolare quando provenga dal uno Stato che sinora si è dimostrato incapace di dettare una normativa rispondente alle istanze di riconoscimento di libertà e di diritti sul fine vita che provengono dalla società italiana. 

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