Magistratura democratica
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'A vicaria. Carcere ed emergenza in Italia *

di Silvia Buzzelli
professoressa associata di procedura penale europea e diritto penitenziario nell’Università di Milano-Bicocca

L’adozione del vocabolario emergenziale per descrivere la situazione del carcere è un errore, pericoloso perché impoverisce il dibattito culturale sul penitenziario e lo iscrive nei binari del pensiero corto, di uno specialismo riduttivo. 

Emergenza è il termine di gran lunga più diffuso per delimitare i contorni della questione penitenziaria; la parola straborda dagli articoli scritti[1] e si diffonde in modo esagerato pure nelle dichiarazioni, anche se la contraddittorietà di un abbinamento del genere risalta subito, non appena ci si imbatte nell’emergenza qualificata come perenne, infinita[2], senza limiti.

Non sembra esserci emergenza alcuna in realtà: scriverlo rischia di apparire una sciocca e sterile provocazione o una frase a effetto di chi, a tutti i costi, intende dissociarsi dall’opinione comune e intende farlo in maniera stravagante. Non si tratta di negazionismo esasperato, semmai di una negazione, forte di un supporto argomentativo che rende ancora più allarmante, e vistosa, la situazione di stallo in cui si trovano le carceri italiane: proprio questa attesa va rimarcata. La negazione, inoltre, vorrebbe mettere in luce l’errore complesso che si commette nell’adottare il vocabolario emergenziale.

L’emergenza è un momento critico, collegato a circostanze impreviste e delimitato nel tempo. I mali che affliggono il sistema penitenziario si presentano, invece, cronici: il loro peggioramento è prevedibile e irreversibile. Sarebbe meglio allora parlare di urgenza, un criterio che richiama la necessità di apprestare cure immediate, dando importanza prioritaria ai casi peggiori; uno, ad esempio, coinvolge la giustizia minorile, snaturata nella sua intima essenza. Le carceri minorili «si stanno trasformando in luoghi di abbandono. La risposta dello Stato è la punizione, la repressione, l’isolamento» affermano Antigone, Defence for Children Italia e Libera nel lanciare un appello perché torni la «cultura educativa». Secondo queste associazioni «si viola la Costituzione, si tradiscono gli impegni internazionali e si spezzano vite in crescita»[3] e tanto ne sono convinte che hanno inviato alla Commissione Onu sui diritti dell’infanzia[4] un dossier con i dati raccolti.

Il quadro generale è aggravato dalle stigmatizzazioni a livello di grande (COE) e piccola Europa (UE). Il CPT (Comitato europeo contro la tortura) nel suo Rapporto annuale – pubblicato il 24 aprile 2025 – denuncia una serie di magagne, tra cui l’aumento dei suicidi (anche nelle file della polizia penitenziaria)[5], mentre la Commissione europea, nella Sesta relazione annuale sullo stato di diritto – accompagnata dall’analisi per singolo Stato[6] – si concentra sulla nuova legge in materia di sicurezza (che «ha suscitato le preoccupazioni dei portatori di interessi in merito a possibili ripercussioni sullo spazio civile e sull’esercizio delle libertà fondamentali») e sulla la mancata adozione di un’istituzione nazionale indipendente per i diritti umani[7]. Dal canto suo, l’EUDA (Osservatorio europeo droghe e tossicodipendenza) avverte che carceri e droga risulta essere un binomio in costante ascesa[8].

Non mancano certo reazioni, proteste, proposte, appelli[9]. È in corso il digiuno a staffetta per la cosiddetta liberazione anticipata speciale: non sarà la panacea, ma almeno – si dice – è strumento in grado di superare l’illegalità e alleviare le sofferenze[10] del carcere fuorilegge. A Bologna gli avvocati acquistano ventilatori[11] e a Monza si raccolgono fondi per una medesima iniziativa[12]. Si sollecita da mesi la chiusura del carcere fiorentino di Solliciano[13]. E tanti sono i suggerimenti, che procedono in direzione ostinata e contraria rispetto al “decreto Caivano”, per una giustizia minorile lontana dagli stereotipi contenuti nelle varie stagioni di Mare fuori[14]; l’elenco è lungo: si va dall’assunzione di personale adeguatamente formato all’effettiva possibilità di usufruire di visite prolungate[15], dalla costituzione di sezioni a custodia attenuata all’abolizione dell’isolamento disciplinare (nel rispetto delle Regola Mandela 45, punto 2). Ritorna un’idea semplice, non nuova, lasciata cadere anni fa: l’introduzione del “numero chiuso”[16] sulla cui base nessuna persona può essere ristretta quando non c’è uno spazio, un posto letto, conforme agli standard minimi di abitabilità); il criterio, per certi versi, sembra aver ispirato un recente provvedimento del Tribunale di Sorveglianza di Torino[17].

I rimedi governativi assomigliano a «enunciazioni di misure irrealizzabili nell’immediato (10.000 trasferimenti in comunità terapeutiche per tossicodipendenti, 10.000 assegnazioni in misure alternative) e [a] dichiarazioni d’intenti di edilizia penitenziaria che forse si realizzeranno in un ipotetico futuro (nuove carceri, nuovi posti detentivi in moduli prefabbricati)»[18]. Ci si dimentica che il Piano carceri fu “bocciato” dai giudici europei nella sentenza Torreggiani con la quale la Corte di Strasburgo ebbe a condannare l’Italia per violazione dell’art. 3 Cedu[19]; l’espressione “prefabbricato” ricorda tanto le costruzioni predisposte in occasione dei terremoti (dal Belice in avanti), trasformatesi con il passar del tempo da edifici provvisori a definitivi.

L’ossessione emergenziale alla fine impoverisce il dibattito, cosa che succede ogni qualvolta si ripieghi nello specialismo riduttivo perdendo così la consapevolezza della totalità[20]. Ed è quello che capita, salvo poi sottolineare avvalendosi di citazioni d’autore (da Voltaire a Dostoevskij), che il carcere misura il grado complessivo di civiltà di un Paese. Il riduzionismo però possiede un pregio; squaderna i grandi assenti come la mancanza una meditata riflessione sull’abolizionismo penitenziario relegato spesso a bizzarria da intellettuali un po’ snob[21] smarcati dalla concretezza, o a tesi inaccettabile di anarco-insurrezionalisti legati alle ideologie del secolo breve[22]. E’ lo stesso riduzionismo a ostacolare una ponderata valutazione della pena sostenibile[23]. Su di un altro versante, non si registra un’appropriata consapevolezza da parte della popolazione penitenziaria, la cui vita quotidiana sembra lacerata, stretta tra un elevato contenimento farmacologico, le scelte suicidarie[24], i tumulti oggetto di un nuovo tipo delittuoso[25].

Non ci si può quindi accontentare della polemica temporanea e di nuclei di proposte che suonano semplicemente eretiche, continuando a rimanere il carcere dogma indiscusso, una soluzione strutturale da accettare in maniera incondizionata, in quanto a mutare sarebbero le sole prassi di gestione (in un’ampia gamma che va dalle condizioni umane alle condizioni disumane). L’obiettivo insomma pare essere il mero raggiungimento di una pax carceraria «patogena e criminogena», fatta di «assenza di fughe, rivolte, autolesionismi, suicidi, o almeno il loro contenimento»[26]. E’ impossibile sentirsi appagati da una riduzione del sovraffollamento, magari prodotta da interventi limitativi della custodia cautelare[27]; sono lontani i tempi in cui si guardava alla Corte distrettuale federale della California che aveva ordinato allo Stato di diminuire la popolazione ristretta di 46.000 unità (e la Corte Suprema non fece che confermare un simile provvedimento)[28]

In questo modo si rimane ancora una volta dentro il pomerium, sprofondando in un pantano di idee dominato dal mito della sicurezza[29] - resa orfana della giustizia e della libertà - e dall’ostilità nei confronti di opzioni davvero innovatrici. Regna un atteggiamento passivo che non tollera strette di mano, men che meno abbracci[30] e predilige le celle chiuse[31], vieta financo di alimentare le colonie feline[32] e ravvisa potenzialità esplosive nella farina e nel lievito[33].

Al contrario andrebbe superato il confine sacro e inviolabile del carcere, lanciando i pensieri extra pomerium, oltre la vendetta[34]. Non sono da sottovalutare le ragioni dell’abolizionismo (ben elencate nei punti del documento No prison)[35] come, del resto, meriterebbe attenzione la ricerca di sistemi alternativi (non di sole pene alternative)[36] nei quali inglobare le rare pratiche virtuose al momento presenti, se compatibili con i nuovi assetti.

Intanto i fenomeni riproponendosi, diventano più drammatici con il caldo: è probabile che ciò sia dovuto al normale «avvento della stagione estiva»[37], quest’anno raccontato da Gianni Alemanno (ex sindaco di Roma ed ex Ministro) nei suoi resoconti da Rebibbia, descritto nel 2024 in una lettera di alcuni detenuti (ristretti nel penitenziario Nerio Fischione-Canton Mombello) indirizzata al Presidente della Repubblica e ai deputati bresciani[38]

Il carcere entra a pieno titolo tra i riti dell’estate insieme ai consigli contro il caldo, ai tormentoni musicali e al sistema ufficializzato dalla rete autostradale che segnala - con un bollino nero o rosso - i giorni peggiori per viaggiare. Questi colori sono determinati da algoritmi previsionali basati su dati storici e pure sul sistema real-time. Per bollare i giorni critici nei penitenziari italiani non necessitano metodi sofisticati: il colore prevalente è il nero, sempre il nero. Sempre: l’avverbio indica una continuità ininterrotta, opposta alla tanto sbandierata emergenza. Sempre le stesse dolorose notizie raccolte da Ristretti Orizzonti, sempre gli stessi paragoni bestiali, sempre i rapporti di Antigone[39] che attestano condizioni disastrose. Sempre le stesse lenzuola per mesi[40].

 

[1] Giustizia Insieme, Redazione, Caldo estremo. Carceri invivibili. L’emergenza penitenziaria non è più rinviabile, 11 luglio 2025.

[2] Cfr. C. Parodi, ANM, luglio raccolta firme per un’emergenza senza fine, in il Sole 24ore, 12 luglio 2025; R. Cornelli, Dalla repressione penale alla tecnologia: la lunga mano del controllo sociale, in www.fondazionefeltrinelli.it, 18 luglio 2025 parla di stato di emergenza continuo.

[3] Nonostante nel 2023 le segnalazioni siano diminuite, il numero di detenuti negli Ipm è aumentato; l’impennata è dovuta specialmente al cosiddetto decreto Caivano che ha esteso il ricorso alla custodia cautelare. Gli istituti sono sovraffollati: si è trasformata in Ipm una sezione del carcere bolognese per adulti, transitata sotto la gestione del Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità con un atto amministrativo; un carcere minorile dentro un carcere per adulti materializza la violazione di un criterio che si ricava consultando le fonti internazionali (Raccomandazione [UE] 2023/681 sui diritti procedurali di indagati e imputati sottoposti a custodia cautelare e sulle condizioni materiali di detenzione, punto 39) e la giurisprudenza europea (Corte eur., 27 aprile 2017, Zherdev c. Ucraina, § 56 ss.).

[4] Cfr. Thematic Report on the Italian Juvenile Justice System, July 2025; I. Beretta, All’Onu il rapporto sul degrado negli istituti penitenziari minorili, in Avvenire, 17 agosto 2025.

[5] 34 ° General Report – Activies 2024, CPT/Inf (2024) 34 CPT/Inf (2024) 35: cfr. punto 88 ss. sulla visita ad hoc in Italia.

[6] COM (2025) 900, Strasburgo, 8 luglio 2025, Rule of law Report - SWD (2025) 912 Capitolo sulla situazione dello stato di diritto in Italia.

[7] In questa direzione, cfr. R. De Vito, Sguardo libero e occhi aperti. La reale indipendenza del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, su questa rivista, 8 luglio 2025.

[8] EUDA, European Drug Report 2025. Trends and developments, 6.6.2025, www.euda.europa.eu  

[9] V. la lettera di G.L. Gatta, C. Parodi, C. Petrelli (pubblicata sul Corriere della Sera, 24 agosto 2025) dal titolo emblematico Emergenza suicidi in carcere. Impegnarsi tutti. E a partire da qui.

[10] Promosso da Valentina Alberta (già presidente della Camera Penale di Milano) e dal magistrato Stefano Celli per convincere il Parlamento a riesaminare il disegno di legge Giachetti per l'allargamento temporaneo della liberazione anticipata. Cfr. A. Vale, In carcere si “marcisce”. Digiuno a staffetta per tornare a essere umani, in Famiglia Cristiana, 9 luglio 2025.

[11] Ordine degli Avvocati di Bologna dona 40 ventilatori ai detenuti delle Dozza. I legali pagheranno anche l’energia elettrica per i mesi estivi, www.ansa.it, 8 luglio 2025.

[12] D. Crippa, Monza. La boccata di ossigeno in carcere: 250 ventilatori per i detenuti, in il Giorno, 22 luglio 2025.

[13] MD Toscana, Solliciano va chiuso, www.magistraturademocratica.it, 28 luglio 2025, comunicato a quattro mesi dalla visita e dalla conferenza stampa in cui - insieme ad Antigone - si denunciavano le «condizioni di estremo degrado» del penitenziario fiorentino.

[14] E. Tomaselli, Mare fuori, quinta stagione: più dark ma in sostanza immutato, su questa rivista, 24 maggio 2025.

[15] L. Caraceni, L’ordinamento penitenziario minorile, in Manuale di diritto penitenziario, a cura di F. Della Casa e G. Giostra, 2025, p. 382.

[16] Cfr. S. Buzzelli, Il carcere tra eccessi e vuoti: troppe risposte, nessuna risposta, in www.dirittopenalecontemporaneo.it, 4 aprile 2013, p. 11-12. Cfr. di recente S. Anastasia, Il numero chiuso, elemento necessario al volto costituzionale della pena, Giur.it., 4/2025, p. 943 ss.; G.B. De Blasis, Dal sorrisetto alla riflessione: il meccanismo del n. chiuso in carcere esaminato dal punto di vista della Polizia penitenziaria, www.poliziapenitenziaria.it, 16 agosto 2025 (anche per riferimenti di diritto comparato).

[17] In proposito, v. il commento di M. Passione (Diritti e castighi, in questa rivista, 10 settembre 2025) all’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Torino, 3374/2025, 5 agosto 2025, ove si ritiene che il sovraffollamento imponga di riflettere sulla detenzione di un soggetto affetto da grave patologia non reputata però incompatibile con lo stato detentivo; di qui, l’ordine di espiare la pena residua in regime di detenzione domiciliare.

[18] F. Maisto (già Garante dei diritti delle persone private o limitate nella libertà personale del Comune di Milano), Comunicato, Milano, 29 luglio 2025.

[19] Corte eur. dir., uomo, sez. II, sent. 8 gennaio 2013, Torreggiani e altri c. Italia, spec. § 25-26 e 92. Di recente, v. E. Dolcini, Il ‘piano carcere’ 2025: una risposta inadeguata al collasso del sistema penitenziario, www.sistemapenale.it, 2 settembre 2025.

[20] L. Canfora, Gli antichi ci riguardano, il Mulino, 2014, p. 38.

[21] Si veda G. Zagrebelsky, Giustizia: che cosa si può fare per abolire il carcere, in La Repubblica, 23 gennaio 2015. Cfr. A. Davis, Aboliamo le prigioni? Contro il carcere, la discriminazione, la violenza del capitale (2003), Edizioni minimum fax, 2009; A. Margara, Sorvegliare e punire: storia di 50 anni di carcere, in questa rivista, 2009, p. 100; L. Manconi, S. Anastasia, V. Calderoni, V. Resta, Una ragionevole proposta per la sicurezza dei cittadini. Abolire il carcere, Chiarelettere, 2015; G. Ricordeau, Per tutte quante. Donne contro la prigione (2019), a cura di S. Buzzelli, Armando, 2022.

[22] P. Kropotkin, E. Goldman, A. Berkman, Anarchia e prigioni. Scritti sull’abolizione del carcere, Ortica, 2014.

[23] P. Moro, P. Sommaggio (a cura di), La pena sostenibile. Teoria e prassi della sanzione inclusiva, Franco Angeli, 2025.

[24] C. Sudio, Suicidi in carcere: il ministro della giustizia corre ai ripari, in www.giustiziainsieme.it, 26 luglio 2025.

[25] A. Apollonio, Il diritto penale in “rivolta”: anatomia di un nuovo tipo delittuoso, www.giustiziainsieme.it, 2 settembre 2025.

[26] G.M. Flick, Dalla necessità del carcere all’accoglienza della società civile: è possibile?, Relazione al Festival del volontariato, Lucca, 13 aprile 2013, p. 9.

[27] M. Palma, Limitare la custodia cautelare non incide sul sovraffollamento e E. Bruti Liberati, Il sovraffollamento non si risolve con la riduzione della custodia cautelare, in il Dubbio, rispettivamente 28 e 30 agosto 2025.

[28] Cfr. G. Salvi, La Costituzione non permette questo torto»: la Corte Suprema degli Stati Uniti e il sovraffollamento carcerario, in questa rivista, 2011, p. 205 ss.

[29] M. Pellissero, La tutela penale della sicurezza pubblica: una costante ossessione, in questa rivista, 16 luglio 2025.

[30] Cfr. Avvocato di Cospito segnalato all’ordine per una stretta di mano e due baci. Il legale: «no alla disumanizzazione», www.ilfattoquotidiano.it, 21 giugno 2025; V. Stella, Scatta il “reato di abbraccio” per gli avvocati di Cospito, www.ildubbionews.it, 23 giugno 2025.

[31] Cfr. la nota del 27 febbraio 2025 del Direttore Generale della Direzione Generale dei Detenuti e del Trattamento del DAP, avente a oggetto le modalità di custodia dei detenuti di Alta Sicurezza; v. la Lettera aperta al DAP in sostegno di Ristretti Orizzonti (30 aprile 2025) predisposta da D. Galliani e sottoscritta da più di trenta docenti universitari (www.sistemapenale.it, www.vita.it, www.giurisprudenzapenale.it).

[32] E. Floris, Sassari. Sit-in davanti al carcere di Bancali per difendere le colonie feline, in L’Unione Sarda, 4 agosto 2025 e il successivo articolo del 17 agosto, Sassari. Gatti nel carcere di bancali, verso una soluzione: l’intervento del provveditore.

[33] Cfr. Cass. sez. 1° pen., sent. 21834/2025 (10 aprile – 10 giugno 2025) che ha ritenuto legittimo il diniego di acquisto di farina e lievito a causa, per l’appunto, delle potenzialità esplosive di questi prodotti.

[34] Cfr. M. Bortolato, E. Vigna, Oltre la vendetta. La giustizia riparativa in Italia, Laterza, 2025.

[35] Cfr. i 20 punti che compongono il Manifesto No prison elaborato a suo tempo da L. Ferrari e M. Pavarini, in www.noprison.eu.

[36] V., ad es., C. Perini, Prospettive attuali dell’alternativa al carcere tra emergenza e rieducazione, in Diritto penale contemporaneo, n. 4, 2017.

[37] Dap, Circolare n. 0214828, 29 giugno 2017, Avvento della stagione estiva. Tutela della salute e della vita delle persone detenute o internate.

[38] Dai detenuti una lettera straziante e una lezione dal carcere, www.sistemapenale.it, 17 agosto 2024.

[39] Antigone, “Senza respiro”. XXI Rapporto, e v. pure L’emergenza è adesso, Rapporto di metà anno sulle carceri italiane, www.associazioneantigone.it.

[40] G. Baldessarro, “Carcere Dozza senza lenzuola, situazione indegna”: la denuncia degli avvocati penalisti, in la Repubblica, 2 settembre 2025.

[*]

‘A Vicaria (la galera), era il titolo del supplemento al n. 22 di Anarchismo, Catania, 1978

11/10/2025
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