Magistratura democratica
Osservatorio internazionale

Turchia: l’indipendenza di avvocati e magistrati tra diritto e potere. Ricordando Ebru Timtik

a cura di Maria Giuliana Civinini
già Presidente del Tribunale di Pisa

Il 27 agosto 2020 Ebru Timtik è morta dopo 238 giorni di sciopero della fame.

Il 13 novembre 2020 la Fondazione Scuola Forense Alto Tirreno ha dedicato alla sua memoria e alla lezione da trarre da questa tragica vicenda un Forum: Diritto di difesa. Il caso turco: avvocati e magistrati. 

Vi hanno preso parte avvocati (Cerri e Menzione), magistrati (Civinini e Patrone), professori (Greco e Dal Canto). Vi è stato spazio per il ricordo appassionato di chi aveva conosciuto questa avvocata coraggiosa, per la riflessione giuridica e quella politica. E' stato analizzato il significato dello sciopero della fame fino alla morte come strumento estremo di lotta per il diritto e la verità.  Un'attenzione particolare è stata dedicata al ruolo della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo che, in quei giorni di fine estate, ha respinto la richiesta di misure urgenti per Timtik e Ünsal e, nella persona del suo Presidente, ha visitato le istituzioni turche. La riflessione sulla violazione dei precetti di base dello stato di diritto, sul processo equo, sull'esercizio libero dei diritti della difesa, sull'indipendenza e imparzialità della giurisdizione e di chi l'attua dalla Turchia si è estesa ai Paesi dell'Unione Europea per divenire un forte monito: separazione dei poteri, avvocatura libera, magistratura indipendente non sono mai acquisizioni permanenti ed è dovere dei giuristi agire ogni giorno per la loro difesa.

Il no alla separazione delle carriere con parole semplici: un tentativo

La foglia di fico della separazione delle carriere, perseguita per via costituzionale, cela l’autentico obiettivo della riforma: l’indebolimento dell’autonomia e dell’indipendenza dei giudici nel loro ruolo di interpreti della legge, in termini conformi a Costituzione e trattati internazionali. Tuttavia, un’analisi delle ragioni a favore della separazione delle carriere ne svela incongruenze e ipocrisie e, persino, un certo anacronismo argomentativo, alla luce delle progressive riforme che hanno cambiato il volto e il ruolo delle indagini preliminari. Mentre l’analisi prospettica dei pericoli sottesi alla separazione delle carriere, dovrebbe mettere sull’allerta i cultori del diritto penale liberale, molti dei quali appaiono accecati dall’ideologia separatista e sordi ai rumori del tempo presente che impongono di inquadrare anche questa riforma nel contesto più generale della progressiva verticalizzazione dei rapporti tra istituzioni democratiche, insofferente ai bilanciamenti dei poteri che fondano la Carta costituzionale.

30/06/2025
L’allontanamento della Turchia dall’Europa e i suoi riflessi sulla cooperazione giudiziaria in materia penale

In una recente sentenza della Corte di cassazione (n. 15109/25), il concreto pericolo di lesione dei diritti fondamentali dell’estradando e le condizioni detentive nello Stato richiedente sono alla base dell’annullamento di una sentenza di accoglimento della domanda di estradizione in Turchia, a causa dell’attuale sistematica violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali e del progressivo allontanamento di quel Paese dai valori fondanti dell’Europa

24/06/2025
Per l'indipendenza della magistratura. Sintesi degli interventi svolti al seminario promosso da “Appello Segre”, 10 febbraio 2025

La sintesi del seminario Per l'indipendenza della magistratura, organizzato dal gruppo “Appello Segre”, di cui fanno parte costituzionalisti, docenti e magistrati, tenutosi on line il 10.02.2025

11/03/2025
Politica, magistratura e riforme. Le strutture profonde della crisi

Il dibattito sulle riforme costituzionali in atto sembra svilupparsi sulla sola “struttura superficiale” della crisi tra politica e magistratura, anziché toccarne la “struttura profonda”, che deve individuarsi nelle trasformazioni e involuzioni dell’idea stessa di democrazia costituzionale e nella “complessità” del diritto moderno, determinata dalla coabitazione di fonti nazionali e sovranazionali, dal “diritto giurisprudenziale” e dall’“ermeneutica del diritto”. Per ricreare le condizioni di un necessario dialogo si propongono dunque tre punti di discussione: la consapevolezza che la crisi è determinata principalmente da fattori esogeni, rispetto alla magistratura, che la riforma non tocca; i rischi della rottura del principio costituzionale di unità della magistratura e le garanzie che dovrebbero comunque accompagnarla; le degenerazioni del “correntismo” e gli strumenti per superarlo.

06/03/2025