Magistratura democratica
Spilli

Donald Trump sull’omicidio di Khashoggi: una vergogna senza limiti

Gli spilli possono servire a molte cose.

A fissare una foto o un foglietto di appunti su di una bacheca.

A tenere provvisoriamente insieme due lembi di stoffa in attesa di un più duraturo rammendo.

A infliggere una piccola puntura, solo leggermente dolorosa, a qualcuno che forse l’ha meritata.

Lo spillo di oggi è dedicato a: 

Donald Trump sull’omicidio di Khashoggi: una vergogna senza limiti 

 

Nell’executive summary del rapporto elaborato dall’Office of the Director of National Intelligence americano sull’uccisione di Jamal Khashoggi, desecretato il 25 febbraio 2021 per iniziativa dell’amministrazione Biden, si leggeva testualmente: 

«Riteniamo che il principe ereditario Muhammad bin Salman abbia approvato una operazione ad Istanbul, in Turchia, per catturare o uccidere il giornalista saudita Jamal Khashoggi.

Basiamo questa valutazione sul controllo del principe saudita sui processi decisionali nel Regno, sul diretto coinvolgimento di un consigliere chiave e di membri della cerchia di Muhammad bin Salman nell'operazione, sul sostegno del principe ereditario all'uso di misure violente per silenziare il dissenso all'estero, incluso Khashoggi.

Fin dal 2017 il principe ereditario ha avuto il controllo assoluto della sicurezza del Regno e delle organizzazioni di intelligence, il che rende altamente improbabile che funzionari sauditi abbiano portato avanti un’operazione di questa natura senza l’autorizzazione del principe ereditario».

Nel report venivano sinteticamente rappresentati i termini dell’operazione criminale.

Iniziata con l’arrivo ad Istanbul, il 2 ottobre 2018, di una squadra di quindici sauditi - comprendente funzionari legati al Saudi Center for Studies and Media Affairs (CSMARC) della Corte reale e sette membri della scorta di élite di Muhammad bin Salman, nota come Forza rapida d’intervento (RIF) – l’azione programmata, che aveva coinvolto 21 persone, era culminata nell’assassinio di Jamal Khashoggi all’interno del Consolato saudita della metropoli turca. 

L’intelligence americana ricordava in particolare che, all’epoca dell’operazione, il CSMARC era diretto da Saud al–Qatahani, stretto consigliere di Muhammad bin Salman e sottolineava che questi, alla metà del 2018, aveva dichiarato pubblicamente di non prendere decisioni senza l’approvazione del principe ereditario. 

Anche i membri della Forza rapida d’intervento – sosteneva il rapporto – non avrebbero partecipato all’operazione senza l’approvazione del principe Muhammad bin Salman. 

Il principe – proseguiva il report – vedeva in Khashoggi una minaccia per il Regno ed era il sostenitore del ricorso, se necessario, a mezzi violenti per ridurlo al silenzio. 

Unico aspetto di relativa incertezza per gli estensori del report era “con quanto anticipo” i funzionari sauditi avessero deciso di colpire a morte il giornalista nell’ambito di una operazione punitiva da tempo pianificata. 

I contenuti del rapporto e le sue più che realistiche valutazioni non facevano altro che “aggiungersi”, come un’ultima, ennesima tessera di mosaico, ad una lunga serie di rivelazioni, di notizie, di immagini, raccolte da una pluralità di fonti di informazioni indipendenti ed ormai a tutti note sull’orribile omicidio di un giornalista e dissidente politico perpetrato all’interno di un Consolato saudita in terra straniera. 

Così come sono a tutti conosciuti i caratteri dispotici del regime saudita e i tratti arcaici, profondamente autoritari e illiberali del governo di quel Paese.

Nella conferenza stampa organizzata per la visita negli USA di Mohammed bin Salman una brava e coraggiosa giornalista di ABC ha rivolto al sovrano saudita questa domanda: «Vostra Altezza Reale, l'intelligence statunitense ha concluso che lei ha orchestrato il brutale omicidio di un giornalista. Le famiglie delle vittime dell'11 settembre sono furibonde per la sua presenza qui nello Studio Ovale. Perché gli americani dovrebbero fidarsi di lei? E lo stesso vale per lei, signor presidente». 

La risposta di Trump è stata: «State citando una persona estremamente controversa. Molte persone non apprezzavano il signore di cui state parlando. Che vi piacesse o meno, sono successe delle cose ma lui [bin Salman, n.d.r.] non ne sapeva nulla. E possiamo lasciare le cose così. Non c'è bisogno di mettere in imbarazzo il nostro ospite con una domanda del genere.»

Dopo la stupefacente richiesta da parte di Trump della grazia per Netanyahu, questa frettolosa e infastidita assoluzione di bin Salman, accompagnata dalla denigrazione della vittima di un orrendo omicidio, dà la misura dell’abisso di disprezzo per la ricerca della verità e di vergogna istituzionale nel quale si può cadere quando un presidente democraticamente eletto si comporta e si trasforma in un autocrate, pronto ad ogni falsificazione in nome di interessi economici suoi personali e del suo Paese. 

Una vergogna senza limiti per il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump che si aggiunge alle tante nefandezze che hanno sin qui caratterizzato la sua seconda presidenza, suscitando la riprovazione dei democratici e degli onesti.  

             QG

20/11/2025
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