Magistratura democratica
Spilli

A tutti coloro che non vogliono vivere in ginocchio

Gli spilli possono servire a molte cose.

A fissare una foto o un foglietto di appunti su di una bacheca.

A tenere provvisoriamente insieme due lembi di stoffa in attesa di un più duraturo rammendo.

A infliggere una piccola puntura, solo leggermente dolorosa, a qualcuno che forse l’ha meritata.

Lo spillo di oggi è dedicato:

A tutti coloro che non vogliono vivere in ginocchio 

 

Sino a pochi mesi fa il modo ferino con cui il presidente Trump sta manomettendo il sistema giudiziario degli Stati Uniti nel caso Comey – l’ex direttore dell’FBI, oggi accusato di false dichiarazioni al Congresso e di ostruzione alla giustizia - sarebbe stato inimmaginabile e avrebbe guadagnato critiche e sarcasmi a chiunque lo avesse anche solo ipotizzato. 

Tutto è successo dopo che Trump, con un post sui social media, ha ordinato alla Procuratrice generale degli Stati Uniti, Pam Bondi, di “agire subito” contro James Comey, colpevole ai suoi occhi di aver mentito al Congresso nella testimonianza resa nel settembre 2020 nella quale aveva negato di aver autorizzato la diffusione di informazioni sensibili emerse nell’indagine sul Russia-gate. 

Da quel momento, il presidente, con dichiarata volontà di attuare una vendetta personale, non ha esitato a defenestrare chi non si e’ piegato al suo volere, a sostituirlo con fedeli funzionari, cancellando ogni valutazione fondata sul diritto e demolendo ogni limite giuridico posto all’arbitrio. 

Dapprima è stato costretto alle dimissioni Erik Siebert, il procuratore federale del distretto orientale della Virginia, convinto dell’insostenibilità delle accuse rivolte a Comey e non disposto a seguire gli ordini del presidente (peraltro Trump, memore di The Apprentice, la trasmissione televisiva nella quale selezionava con metodi brutali gli aspiranti top manager, si è affrettato a dichiarare che Siebert non ha dato le dimissioni ma è stato “cacciato”). 

Al posto di Siebert è stata nominata Lindesy Halligan, ex avvocata dello studio che difendeva Trump, specializzata nel settore assicurativo, del tutto priva di titoli e di esperienza nelle funzioni della pubblica accusa, e perciò più docile e sollecita a muovere l’accusa secondo i desiderata del presidente. 

Pesantemente insultato, infine, l’accusato, James Comey, additato da Trump come una delle persone peggiori con cui gli Stati Uniti si siano mai confrontati. 

Comunque questa incredibile vicenda si concluda, resteranno un esempio di dignità le parole affidate da Comey ad un video su Instagram «Io e la mia famiglia sappiamo da anni che ci sono costi per tenere testa a Trump. Ma non potevamo immaginare di vivere in un altro modo. Non vivremo in ginocchio e nemmeno tu dovresti. Qualcuno che amo molto, recentemente ha detto che la paura è lo strumento di un tiranno. E ha ragione. Ma non ho paura e spero che non l’abbiate neanche voi». 

Se ce ne fosse bisogno la gestione “tirannica” del caso Comey da parte di Donald Trump rende evidente, ancora una volta, quanto – in una democrazia - sia indispensabile l’indipendenza del giudiziario e segnatamente dell’ufficio della pubblica accusa se si vuole evitare che un esecutivo privo di remore lo trasformi in una micidiale e terribile leva di potere e di aggressione nei confronti di quanti consideri suoi avversari o nemici. 

          QG

27/09/2025
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