Magistratura democratica
MEDEL

Il potere giudiziario nell’età del populismo / The Judiciary in the Age of Populism

di Anna Adamska-Gallant
giudice della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo

Pubblichiamo, in versione italiana e nell'originale in inglese, l'intervento svolto dalla giudice della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo Anna Adamska-Gallant alla conferenza per il 40° anniversario della fondazione di Medel (Strasburgo, 3 giugno 2025)

In anni recenti, l’ascesa globale dei movimenti populisti ha sottoposto le istituzioni democratiche ad una tensione senza precedenti. In particolare, il potere giudiziario spicca quale – al tempo stesso – guardiano dell’ordine costituzionale e frequente bersaglio dei populisti. Il suo ruolo nel sostegno allo stato di diritto, nella protezione dei diritti individuali e nel contenere gli eccessi dei poteri esecutivo e legislativo non è mai stato più vitale, né più vulnerabile. 

Il populismo prospera nella promessa di restituire potere “al popolo”, spesso mediante lo smantellamento di quelle istituzioni che esso descrive come elitiste o motivo d’intralcio. Per loro stessa natura, le corti sono contromaggioritarie. Non sono costruite per rispecchiare la volontà popolare, ma piuttosto per sostenere principi normativi e garanzie costituzionali, anche quando ciò contraddica il sentimento politico prevalente. Questo le rende un facile capro espiatorio per i leader populisti che cerchino di consolidare la propria autorità evitando vincoli istituzionali. 

In questo clima, gli altri poteri di governo vedono in misura crescente le corti come una minaccia. La loro capacità di sottoporre la legge a vaglio di legittimità, di evitare sconfinamenti dell’esecutivo e di proteggere gli individui dall’onnipotenza statale fa sì che esse siano viste come un formidabile contrappeso al potere. Tuttavia, anziché essere rispettate per questo loro ruolo, essere sono spesso oggetto di denigrazione. Le nomine giudiziarie diventano politicizzate, cosicché la fedeltà è apprezzata più della competenza giuridica e dell’integrità. I giudici che emettono decisioni sfavorevoli al partito di governo possono essere oggetto di attacchi pubblici, campagne di diffamazione o procedimenti disciplinari. Queste tattiche non sono meramente retoriche; sono sforzi strategici finalizzati ad erodere l’indipendenza del potere giudiziario e a intimidire i giudici affinché obbediscano compiacenti. Purtroppo, è possibile osservare simili tattiche in molti paesi europei. 

Le conseguenze di questa erosione sono profonde. Quando si mina l’indipendenza del potere giudiziario, la rule of law diventa fragile. Le norme giuridiche possono essere distorte per perseguire un programma politico di breve periodo e le protezioni per le minoranze, che costituiscono le pietre angolari della democrazia liberale, sono liquidate come antidemocratiche. Il vincolo del potere giudiziario, che spesso è un segno di maturità istituzionale, è mal interpretato come debolezza o complicità. La fiducia pubblica nelle corti diminuisce, a causa di narrative che le ritraggono come istituzioni non in contatto con i cittadini comuni o serve di interessi stranieri. 

In questo contesto, è vitale che l’associazionismo giudiziario difenda i valori fondamentali dell’indipendenza del potere giudiziario, dell’imparzialità e dello stato di diritto. Nel loro duplice ruolo di reti professionali e di bussole morali, queste associazioni ricordano alla società il ruolo essenziale della magistratura nella vita democratica. MEDEL (Magistrats Européens pour la Démocratie et les Libertés) ne è un eccellente esempio. Con il suo irremovibile impegno per i diritti umani, l’etica giudiziaria e la solidarietà transnazionale, MEDEL e le tante associazioni d’Europa che ne fanno parte hanno istituito una solida voce collettiva. Promuovono la protezione delle istituzioni giudiziarie, supportano i giudici sottoposti a pressioni e favoriscono una cultura dell’integrità giuridica che supera i confini. Il loro lavoro ha un valore immenso laddove i sistemi nazionali da soli possono vacillare. 

Eppure il potere giudiziario non deve arretrare. In tempi di populismo, il loro ruolo diviene ancor più essenziale. Deve riaffermare il proprio impegno per proteggere i diritti, promuovere la trasparenza e assicurare l’indipendenza. Non si tratta di ideali astratti, ma di principi viventi che proteggono ogni individuo contro l’autoritarismo. Le corti devono impegnarsi più apertamente con la società, rendendo più chiaro il loro lavoro e rafforzando la propria legittimazione. Le reti giuridiche internazionali e la società civile devono unirsi a difesa dell’indipendenza del potere giudiziario, riconoscendo che questo è uno sforzo globale. 

L’indipendenza del potere giudiziario è minacciata ovunque nel mondo, da Varsavia a Brasilia, da Nuova Delhi a Washington. La sfida è formidabile, ma le conseguenze sono chiare. Se le corti vacillano, la democrazia stessa inizia a sgretolarsi. Se resistono, esse rimarranno l’ultimo baluardo a difesa di un potere populista privo di contrappesi. 

In uno snodo critico come questo, il potere giudiziario deve fare ben più che sopravvivere: deve resistere a testa alta. 

 

In recent years, the global surge of populist movements has placed unprecedented strain on democratic institutions. The judiciary, in particular, stands out as both a guardian of constitutional order and a frequent target of populists. Its role in upholding the rule of law, protecting individual rights and restraining the excesses of the executive and legislative branches of government has never been more vital, nor more vulnerable.

Populism thrives on the promise of restoring power to 'the people', often by dismantling institutions it portrays as elitist or obstructive. Courts, by their very nature, are counter-majoritarian. They are not designed to reflect popular will, but rather to uphold legal principles and constitutional guarantees, even when this runs counter to prevailing political sentiment. This makes them an easy scapegoat for populist leaders seeking to consolidate authority and sidestep institutional constraints.

In this climate, the other branches of government increasingly view the courts as a threat. Their ability to review legislation, prevent executive overreach and protect individuals against the state omnipotence means that they are regarded as a formidable check on power. However, rather than being respected for this role, they are often vilified. Judicial appointments become politicised, with loyalty valued over legal expertise and integrity. Judges who deliver judgments that are unfavourable to the ruling party may be subject to public attacks, defamation campaigns or disciplinary proceedings. These tactics are not merely rhetorical; they are strategic efforts to erode judicial independence and intimidate judges into compliance. Unfortunately, these tactics have been observed in many European countries.

The consequences of this erosion are profound. When the independence of the judiciary is undermined, the rule of law becomes fragile. Legal norms may be distorted to serve short-term political agendas, and the protections of minorities, which are the cornerstones of liberal democracy, are dismissed as undemocratic. The judiciary's restraint, which is often a sign of institutional maturity, is misinterpreted as weakness or complicity. Public trust in the courts declines, fuelled by narratives portraying them as being either out of touch with ordinary citizens or subservient to foreign interests.

In this context, it is vital that judges' associations defend the fundamental values of judicial independence, impartiality and the rule of law. Serving as both professional networks and moral compasses, these associations remind society of the judiciary’s essential role of in democratic life. MEDEL (Magistrats Européens pour la Démocratie et les Libertés) is a prime example of this. Through its unwavering commitment to human rights, judicial ethics, and transnational solidarity, MEDEL and the many associations across Europe that comprise it have established a robust collective voice. They advocate for the protection of judicial institutions, support judges under pressure and foster a culture of legal integrity that transcends borders. Their work is invaluable when national systems alone may falter.

Yet the judiciary must not retreat. In times of populism, their role becomes even more essential. They must reaffirm their commitment to protecting rights, promoting transparency and ensuring independence. These are not abstract ideals, but living principles that safeguard every individual against authoritarianism. Courts must engage more openly with the public, demystifying their work and reinforcing their legitimacy. International legal networks and civil society must unite in defence of judicial independence, recognising that this is a global struggle.

Judicial independence is under threat around the world, from Warsaw to Brasília, and New Delhi to Washington. The challenge is formidable, but the consequences are clear. If the courts falter, democracy itself begins to unravel. If they endure, they will remain the last line of defence against unchecked populist power.

At this critical juncture, the judiciary must do more than just survive, but must stand tall.

 

07/10/2025
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