Cari amici.
1. E’ passato molto tempo dalla mia ultima partecipazione insieme a voi ad un incontro di MEDEL.
Sebbene mi piacesse questa prospettiva, sono purtroppo impossibilitato a unirvi a voi oggi per varie circostanze.
Tuttavia, vi assicuro, ho sempre condiviso le vostre preoccupazioni sul ruolo riservato al potere giudiziario in Europa, ruolo che ogni giorno diventa più problematico.
Ritengo che, oggigiorno, il potere giudiziario è chiamato molto più che un tempo, a svolgere un ruolo “servente” rispetto a piani e strategie politiche più globali, tanto a livello nazionale quanto a quello europeo.
Questi piani, che i governi nazionali e le istituzioni europee vorrebbero migliorare, spesso tralasciano i diritti fondamentali sanciti dalle costituzioni nazionali e dalle carte internazionali ed europee, in particolare quelli concernenti le garanzie processuali.
2. Di conseguenza, quando all’interno di MEDEL ci troveremo a discutere il ruolo della giustizia, sarà il caso di concentrarci su particolari riforme giudiziarie legate alle migrazioni e ai rifugiati.
Questo settore, fra gli altri, rivela alcune di queste violazioni riscontrabili quando si tratta di diritti fondamentali e garanzie.
Con questo, mi riferisco all’uso della giustizia – attraverso decisioni sommarie – non come garanzia dei diritti umani e della dignità delle persone migranti e rifugiate, ma come semplice apparato e longa manus del potere esecutivo.
Qui è importante sottolineare come la legislazione di alcuni Paesi consideri il solo fatto di entrare senza permesso nel territorio nazionale un reato, e il migrante o il rifugiato un criminale.
Ciò significa che molte vittime delle reti di tratta sono considerate non come tali, bensì come potenziali criminali.
Anziché ricevere dalle autorità protezione contro i propri aggressori, esse sono molto spesso soggette a provvedimenti amministrativi di espulsione. Questi sono successivamente ratificati dai tribunali, che non possono far altro se non verificarne la regolarità formale.
Tuttavia, le corti non dovrebbero svolgere una funzione notarile: non è questo il loro compito.
Il compito più rilevante dei nostri organi giudiziari è quello di proteggere ed affermare i diritti fondamentali e le garanzie dei cittadini, nazionali e non.
Le corti esistono per rendere operativi i diritti fondamentali.
Così, è importante discutere questa questione: la riduzione dei diritti fondamentali e delle garanzie processuali come risultato della prioritizzazione della sicurezza e quale potrebbe essere il ruolo delle corti nel controllare, e quando necessario mitigare, questa tendenza.
3. Oggi, in ogni caso, il potere politico continua a distorcere seriamente il ruolo delle corti – o almeno di alcuni organi che affermano di operare come tali – e questo non dovrebbe sfuggirci.
Sto parlando delle cosiddette “corti speciali” istituite per giudicare crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
E’ importante ammettere che, nel contesto della politica di guerra, la giustizia è spesso utilizzata come strumento di conflitto piuttosto che – come dovrebbe essere – per la creazione di pace e armonia fra cittadini, popoli e Paesi.
Trovandosi a fronteggiare pressioni politiche e campagne di propaganda sostenute da mezzi d’informazione sempre più faziosi, le istituzioni giudiziarie nazionali ed europee, ad oggi, non hanno ancora trovato una risposta coerente per sostenere i principi e i valori democratici e sociali: ad esempio, il diritto ad avere un giudice precostituito per giudicare i crimini che si ritengano commessi (art. 47 Carta Europea dei diritti fondamentali: «Ogni persona i cui diritti e le cui libertà garantiti dal diritto dell’Unione siano stati violati ha diritto a un ricorso effettivo dinanzi a un giudice, nel rispetto delle condizioni previste nel presente articolo. Ogni persona ha diritto a che la sua causa sia esaminata equamente, pubblicamente entro un termine ragionevole da un giudice indipendente e imparziale, precostituito per legge»).
Ciò conduce alla percezione pubblica attuale di “tribunali speciali di guerra” come strumento di vendetta utilizzato dal vincitore contro gli sconfitti.
Al contrario, il ruolo della giustizia è – dovrebbe essere – incentrato sulla composizione della lite e sulla promozione di una situazione di armonia: in breve, sul fare la pace.
Di conseguenza, è importantissimo che l’Europa non replichi i processi simulati utilizzati prima e durante la Guerra Fredda, da entrambi i lati del muro di Berlino, per creare l’illusione del rispetto della rule of law.
Il riferimento ai due lati del muro di Berlino è perfettamente rilevante.
Talvolta dimentichiamo che a quei tempi, nell’Europa meridionale e occidentale, esistevano ancora i governi dittatoriali fascisti di Spagna, Grecia e Portogallo. Quest’ultimo, pur essendo un regime fascista, è stato persino membro fondatore della NATO e dell’EFTA.
4. Inoltre, non possiamo dimenticare che in alcune occasioni, varie autocrazie, la cui mancanza di rispetto per la rule of law è storicamente dimostrata, hanno optato per l’istituzione di tribunali speciali ideati per comminare sanzioni penali significative a coloro che si ritenevano essere oppositori.
L’istituzione di tribunali speciali ad opera di una delle parti coinvolte in una guerra, tipicamente quella vincitrice, suggerisce una violazione dell’indipendenza e della neutralità delle corti così come l’abbandono nel principio di parità delle armi.
Si era soliti istituire questi cosiddetti “tribunali” con l’unico obiettivo di imporre sanzioni predeterminate agli sconfitti.
Ecco perché è stata creata la Corte Penale Internazionale: proprio per evitare questo tipo di peccato originale, inclusa la mancanza (reale e percepita) di indipendenza e imparzialità di questi “tribunali speciali”.
Retrospettivamente, sarebbe stato preferibile se le corti e i magistrati europei non avessero avuto niente a che fare con queste istituzioni politiche chiamate (ancora oggi) “corti”.
Prendendo parte a questa mistificazione, alcuni magistrati – originariamente appartenenti alla magistratura ordinaria – hanno seriamente minato la credibilità del sistema giudiziario europeo regolare.
Analizzare il ruolo svolto dai giudici e dai procuratori che hanno lavorato presso queste corti potrebbe essere importante, se non altro per comprendere meglio che tipo di risposta la giustizia – quella regolare – dovrebbe dare in futuro al potere politico in simili circostanze.
5. Contrariamente a quanto qualcuno potrebbe pensare, MEDEL non è stata istituita solo per difendere le garanzie statutarie di indipendenza di giudici e procuratori: è stata creata per difendere una giustizia e un potere giudiziario indipendenti.
L’appello in favore di garanzie statutarie di indipendenza per giudici e procuratori non era nient’altro che una risposta implicita alla più ampia valutazione critica del ruolo politico del potere giudiziario.
Senza giudici e procuratori indipendenti, non può esserci una giustizia indipendente.
E’ per questo che è stata istituita MEDEL: per creare uno spazio libero nel quale magistrati procuratori possano sviluppare una riflessione critica senza restrizioni e un dialogo chiaro sulla giustizia, che possa rendere i giudici e i procuratori consapevoli della propria responsabilità politica.
In breve, MEDEL non è stata creata per criticare coloro che hanno provato ad influenzare la magistratura dall’esterno – cosa che è avvenuta sistematicamente nel corso della storia. Al contrario, MEDEL è nata con l’ambizione di sviluppare una valutazione interna della pratica giudiziaria riguardo al ruolo svolto all’interno di essa da giudici e procuratori.
6. Oggi, come mai prima, è importante mantenere questo approccio oggettivo, critico ed autocritico rispetto ad affascinanti retoriche che servono solo a manipolare la magistratura conducendola verso obiettivi politici estranei, o verso la violazione dei diritti umani fondamentali.
Mai, dalla caduta di tutte le dittature fasciste che hanno portato l’Europa ad una guerra mondiale alla fine degli anni ’30 e alla età degli anni ’40, si è assistito in Europa ad una tale atmosfera di manipolazione della verità e di coartazione delle libertà: di informazione, di opinione, di espressione.
Per questo, oggi più che mai, è necessario mantenere all’interno di MEDEL uno spazio per la libera discussione, valutazione e persino – quando giustificata – per lo sviluppo di una forte opposizione all’uso della giustizia nel nome di escalation belliche o dell’odio.
MEDEL deve quindi continuare a lottare, come ha sempre fatto, per il dialogo e per la pace. Ma anche contro il pericoloso, irresponsabile e sempre più potente partito internazionale della guerra.
Il “partito della guerra” e le corti ordinarie non possono collaborare, poiché si sono sempre collocati – e devono continuare a collocarsi – su schieramenti opposti.
7. Come sempre, le contraddizioni esplosive sviluppate dall’ormai comune sistema politico-economico globale esprimono e generano, ancora una volta, gli antichi demoni del nazionalismo, del razzismo e dell’odio per l’altro: per i rifugiati, gli immigrati, gli appartenenti a minoranze nazionali, persino per alcuni Paesi o oppositori politici. In breve, odio per chiunque appaia diverso.
Nel frattempo, non si sono fatti sforzi concreti per intervenire sulle ingiustizie economiche, politiche e sociali che rimangono i veri fattori da tenere in considerazione nello sviluppo di simili fenomeni criminali.
In tal modo, cercando di migliorare misure procedurali progressivamente più restrittive e pervasive, senza prendere in considerazione le condizioni economiche e sociali che generano la corruzione, la tratta di esseri umani, il terrorismo e molti altri gravi crimini organizzati, stiamo tutti contribuendo alla definizione di un’agenda politica che favorisce unicamente le forze fasciste che si stanno rafforzando in tutti i Paesi europei.
Uno sguardo critico al ruolo del diritto e all’attuale ruolo delle corti sembra essere, oggi più che mai, un dovere per i giudici e i procuratori europei che stanno combattendo ed hanno combattuto per una democrazia migliore e per un potere giudiziario ed una giustizia indipendenti.
Oggi, leggere i discorsi pronunciati e raccolti da MEDEL all’inizio della sua esistenza può forse essere d’ispirazione.
Non è un caso che MEDEL, la nostra organizzazione, abbia scelto come proprio nome Magistrats Européens pour la Démocratie et les Libertés.
8. Grazie per aver tenuto d’occhio la giustizia con sguardo critico. Per non esservi lasciati condurre dal flauto di Hamelin che qualche politico irresponsabile suona ogni giorno, provando a convincervi che il vostro ruolo è quello di utilizzare il diritto per combattere tutti coloro che sono etichettati come nemici.
Non è questo il ruolo di una corte: il ruolo della giustizia è utilizzare il diritto per promuovere i diritti fondamentali, la pace e l’amicizia fra popoli.
Rovesciando l’auspicio di un famoso generale spagnolo che durante la guerra civile era solito gridare “Lunga vita alla morte!”, dovremmo dire “Lunga vita alla pace”, lunga vita a tutti coloro che ad essa contribuiscono, lunga vita a tutti coloro che, ogni giorno, rendendo giustizia, danno vita alla vita!
L'intervento di António Cluny, già presidente di Medel, in occasione della conferenza per il 40° anniversario della fondazione di Medel, tenutosi a Strasburgo il 3 giugno 2025 presso il Palazzo d'Europa. Al testo italiano segue l'originale inglese.