1 - Le finalità del d.l. n. 93/3 e dalla legge di conversione n. 119/13 - 2 Le finalità (e la naturale provvisorietà) della presente direttiva - 3. La data di entrata in vigore delle modifiche introdotte dal d.l. e dalla l. di conversione, il diritto intertemporale 4 - Le modifiche alle norme del codice penale - 4.1 La nuova aggravante prevista dall’art. 61 n. 11-quinquies e l’abrogazione dell’aggravante ex art. 572, comma 2, c.p. - 4.2 Le modifiche all’art. 609 ter c.p. (aggravanti all’art. 609 bis c.p.) - 4.3 Le modifiche all’art. 609-decies c.p. Gli obblighi di comunicazione del Procuratore della Repubblica - 4.4 L’aumento di pena per il delitto di cui all’art. 612, comma 1, c.p. - 4.5 Le nuove aggravanti dell’art. 612-bis c.p. - 4.6. La perseguibilità del delitto ex art. 612 bis c.p. - 4.7 Altre disposizioni che modificano il codice penale - 5. Le modifiche alle norme del codice di procedure penale - 5.1 Modifiche della competenza - 5.2 Le informative in sede di ricezione di denuncia o querela (art. 101 c.p.p.) e di gratuito patrocinio - 5.3 Altri doveri di informazione a carico della polizia giudiziaria (e non solo) all’atto della ricezione della notizia di reato. Nuove ipotesi di permesso di soggiorno - 5.4 L’ampliamento dei casi in cui sono consentite le intercettazioni di conversazioni e comunicazioni - 5.5 Le nuove ipotesi che consentono l’allontanamento dalla casa familiare (art. 282 bis c.p.p.) - 5.6 Obblighi di comunicazione ex art. 282 quater - 5.7 Obblighi di comunicazione alla parte offesa delle misure cautelari adottate, modificate o revocate (art. 299 c.p.p.) Richiesta di revoca o di sostituzione delle misure (art. 299, comma 3 c.p.p.) - 5.8 L’arresto obbligatorio per i reati di cui agli artt. 572 e 612 bis c.p. - 5.9 L’allontanamento d'urgenza dalla casa familiare ad opera della polizia giudiziaria (art. 384 bis c.p.p.) e il possibile giudizio direttissimo (art. 449, comma 5, ult. per. c.p.p.) - 5.10 Adempimenti relativi alla richiesta di archiviazione e alla conclusione delle indagini - 5.11. La trattazione prioritaria dei procedimenti - 5.12 Le ulteriori modifiche.
La legge 119/13 in materia di contrasto alla violenza di genere
Per la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne
La recensione al volume di Paola Di Nicola Travaglini e Francesco Menditto, edito da Giuffrè (2024)
Nota a Cassazione, Sesta sezione penale, sentenze n. 12066 del 22.3.2023 (ud. 24.11.2022) e n. 14247 del 4.4.2023 (ud. 26.1.2023)
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tivoli ha emanato delle linee guida finalizzate ad assicurare una effettiva ed efficace presenza del pubblico ministero nei procedimenti civili in cui si rende necessaria protezione e tutela delle vittime di violenza domestica e dei minorenni. Le linee guida - che costituiscono aggiornamento di quelle emanate nel 2019 dalla medesima Procura della Repubblica - tengono conto degli effetti dell'entrata in vigore del decreto legislativo n. 149 del 2022. La particolare interconnessione del procedimento civile e del procedimento penale in questa materia rende opportuno che sia il giudice civile che il pubblico ministero possano, nel rispetto delle norme processuali, conoscere gli atti dei rispettivi procedimenti al fine di pervenire a valutazioni non parcellizzate. Nelle linee guida vengono richiamate le norme nazionali e sovranazionali di riferimento, nonché la risoluzione del CSM del 2018 in tema di organizzazione e buone prassi per la trattazione dei procedimenti relativi a reati di violenza di genere e domestica. Il livello di dettaglio delle premesse e dell'articolato, e il costante riferimento all'esperienza concreta, rendono le linee guida Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tivoli uno strumento pratico applicabile anche nel contesto di altri uffici giudiziari
Perché in molti casi non si riesce a proteggere le donne che denunciano di essere vittime di situazioni di abuso e di violenza? Il contributo cerca di rispondere a questa domanda, anche alla luce dell’importante esperienza della Commissione di inchiesta sul femminicidio, conclusasi nel settembre 2022, e di cogliere ̶ con un realismo più che mai consapevole di tutte le implicazioni non solo tecnico-giuridiche, ma anche sociali e politiche del contrasto giudiziario alla violenza di genere ̶le ragioni sistemiche e culturali per le quali, in tanti casi di femminicidio preceduti dalla denuncia della vittima, si evidenziano ancora omissioni, ritardi e mancanza di specializzazione, tanto nell’azione dei magistrati quanto in quella delle forze di polizia.
Il contributo tratta del rapporto fra genere e diritto penale, assumendo la misoginia, fondata sull’odio verso le donne, quale motivo che sta alla base della violenza di genere nella sua specifica – e prioritaria – manifestazione di violenza maschile contro vittime femminili. Ripercorso il processo di affermazione del concetto di genere nelle discipline criminologiche e penalistiche, nonché nello scenario internazionale, il saggio tematizza altresì il femminicidio, affrontando il problema della possibile valorizzazione del motivo d’odio misogino nell’ambito della legislazione penale, sotto forma di gender hate crime, anche alla luce del dato vittimologico.