Articoli di Questione Giustizia su matteotti
L’articolo ricostruisce il pensiero giuridico di Giacomo Matteotti, ponendo al centro la sua elaborazione in materia penale e processuale come anticipazione di un autentico diritto penale costituzionale. Dalla Recidiva del 1910 alle riflessioni sul processo penale, emerge una visione del diritto punitivo quale limite e non espressione del potere: un diritto “della misura”, radicato nella dignità della persona e nella razionalità della pena. In aperta opposizione al positivismo autoritario e alle tendenze emergenti dello Stato penale, Matteotti concepisce la legalità non come formalismo ma come garanzia sostanziale, e il processo come luogo di libertà, in cui la giustizia si realizza attraverso la forma. L’articolo mostra come questa visione anticipi il costituzionalismo repubblicano e mantenga oggi una forza critica intatta: nel tempo delle emergenze e della politicizzazione del penale, la lezione matteottiana invita a interrogarsi sui limiti morali e democratici del potere punitivo. Che cosa resta del diritto penale quando la democrazia ha paura? La risposta, suggerisce Matteotti, è nella misura: solo un diritto penale che si autolimita può essere davvero giusto.
Il libro di Giampiero Buonomo Sul delitto Matteotti. Documenti, ricerche e riflessioni cent’anni dopo (Biblion Edizioni, 2024) si inserisce a pieno titolo nel filone di pensiero che, in occasione del centenario della morte di Giacomo Matteotti, ha corrisposto alla necessità di una conoscenza della vicenda che superasse la semplice celebrazione di una vittima del fascismo. Agli argomenti a favore del “movente politico” del delitto si associa una puntuale analisi del contesto storico che suggerisce più d’una riflessione sul presente.
Una sentenza, una candidatura, una ricorrenza storica, un’interpellanza parlamentare, un’aggressione, che hanno a che fare con il fascismo, la discriminazione razziale, l’intolleranza, e altri relitti, prima che delitti. Un incrocio recente di vicende e di parole: quelle orientate (alla Costituzione) e quelle disorientate (e pericolose). E tocca a tutti usare le giuste parole ben prima che siano le sentenze a farlo.
L’uomo, il giurista, il pacifista, il socialista, il martire
Il libro di Marzio Breda e Stefano Caretti Il nemico di Mussolini sin dal titolo colloca Giacomo Matteotti nella corretta posizione storica e politica che le sole celebrazioni rischiano di far dimenticare. Attraverso un’ampia e documentata narrazione, lo restituisce al suo ruolo di principale ed efficace oppositore del nascente autoritarismo fascista; e, dopo il suo omicidio, prodotto dall’odio (e dal timore) che Mussolini e i fascisti e nutrivano verso di lui, di “grande ombra” sul regime.
Riflessioni a partire da Dove andava Matteotti? Storia di un depistaggio lungo un secolo, di Enrico Tiozzo (Aracne, 2022)