Appare apprezzabile l’obiettivo di rendere effettivo e non formale l’adempimento del disposto dell’art. 90 bis c.p.p.. Infatti, l’avviso contiene numerose informazioni che, necessariamente, hanno imposto una particolare lunghezza del documento. Secondo le direttive del procuratore, l’avviso deve necessariamente essere utilizzato nel caso di denuncia o querela per i reati di minaccia e violenza ai danni delle donne e minori, anche in contesti legati a relazioni familiari o affettive.
L’avviso alle “persone offese” predisposto dal Procuratore di Tivoli
Non c’è un prima e un dopo nella storia della comunicazione della Corte costituzionale. Fin dalla nascita, la Corte apre un canale con la società civile – di cui si sente “carne e sangue” – per rendere conto, farsi conoscere, promuovere la cultura costituzionale. La comunicazione è dovere, servizio, scelta etica e di democrazia. Questo senso della Corte per la comunicazione è un filo rosso lungo 64 anni, declinato con alti e bassi ma senza soluzione di continuità. Perciò un ritorno indietro sarebbe impossibile: semplicemente perché non esiste un indietro cui tornare. Semmai, esiste una “prospettiva comunicativa” che, grazie alla forte leadership istituzionale dimostrata dalla Corte in questi ultimi anni, continuerà ad arricchire le sue decisioni e contribuirà a (ri)costruire una comunità e un clima fondati su valori condivisi nonché il necessario rapporto di fiducia con i cittadini.
Su questione pregiudiziale sollevata dalla Corte di cassazione, la Corte di giustizia UE indica la via per la costruzione di un sistema di indennizzo statale per le vittime di reati intenzionali violenti
di reato