Magistratura democratica
Leggi e istituzioni

Il Rapporto sulla legge Codice rosso ad un anno dalla sua entrata vigore. Norme, dati, modelli operativi e panorama internazionale

di Emma Rizzato , Margherita Cardona Albini
magistrate addette al gabinetto del Ministro

La presentazione del Rapporto sull’applicazione della legge n. 69/19.

Il Ministero della Giustizia, nelle sue diverse articolazioni, ha ritenuto di dare avvio ad un monitoraggio ad ampio spettro sull’applicazione della legge n. 69/19, dato il sempre crescente dibattito sul fenomeno della violenza di genere e domestica e sentita la necessità di verificare presto la “risposta” ai nuovi strumenti e dispositivi introdotti con la detta legge. 

Nasce così il Rapporto, pubblicato nei giorni scorsi, per condividere i risultati dello studio e concorrere alla riflessione generale sulla materia, con un taglio operativo e anche programmatico.

La rilevazione di un dato che accede ad un intervento legislativo di risposta ad una emergenza sociale, quale è la legge n.69 del 2019 recante Modifiche al codice penale, procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, contribuisce a misurare la qualità della norma e la capacità organizzativa degli uffici di realizzare gli obiettivi del legislatore.

Questo primo momento di valutazione dell’impatto dei nuovi meccanismi e dei reati introdotti, restituisce un quadro informativo che, sebbene riguardi un’analisi di breve periodo riferita al primo anno di vigenza della “codice rosso”, riguarda tutti gli ambiti in cui la disciplina ha incominciato a produrre i suoi effetti.

Il rapporto si propone di fornire quindi un primo bilancio sull’applicazione della legge tenuto conto dei necessari correttivi a livello organizzativo che le nuove disposizioni hanno determinato. 

A tal fine viene presentato il risultato di una attività di raccolta e individuazione delle best practices degli uffici giudiziari penali e civili, realizzata attraverso la somministrazione di questionari su vari argomenti, comprese le misure eventualmente adottate nel periodo di emergenza pandemica. 

Oltre al profilo dinamico di attuazione del modello procedimentale introdotto, si offrono i dati statistici rilevati sui flussi dei procedimenti e suddivisi per fasi procedurali, sia riguardanti i delitti di nuovo conio che le fattispecie “tradizionali” di violenza di genere, per fotografare l’andamento del fenomeno attraverso un’analisi dei numeri dei procedimenti iscritti e trattati nel corso del periodo di riferimento.

Oltre a queste due sezioni, che costituiscono la parte più caratterizzante il lavoro compiuto dal Ministero, nel documento si esaminano anche le modifiche normative e altri aspetti che vengono in rilievo tra gli strumenti volti a contrastare la violenza di genere. Si pensi alle previsioni relative agli indennizzi per le vittime di reati violenti (art. 20 l.69/19 e successivi decreti attuativi) o al trattamento penitenziario dei c.d. sex offenders.

Data la peculiarità della tematica, che trova nelle fonti internazionali un punto di riferimento e di confronto essenziale (tra cui la Cedaw, la Convenzione di Istanbul e la direttiva UE 2012/29), è stato ad esse dedicato un capitolo specifico, comprensivo di un richiamo alle raccomandazioni di organismi come il GREVIO e ai riscontri ottenuti dalla legge in ambito Onu.

Da esso inoltre emerge l’importanza - dando spazio anche alle indicazioni dei centri antiviolenza e delle associazioni a tutela delle donne e alle iniziative adottate dalle altre istituzioni – che la battaglia contro la violenza di genere, ancora di così rilevante e drammatica portata, si combatta non solo con le armi della repressione normativa e della giurisdizione ma soprattutto a livello culturale, educativo, sociale.

Questo rapporto costituisce una preziosa occasione per mettere sotto la lente di ingrandimento un sistema di norme costruito sull’esigenza di speditezza del procedimento affinché potesse rivelarsi funzionalmente adeguato a proteggere la persona offesa dal rischio di gravi e ulteriori conseguenze rispetto al fatto denunciato, comprese quelle derivanti dalla c.d. “vittimizzazione secondaria”.

Il tema centrale rimane sicuramente quello dell’efficacia del nuovo impianto una volta calato nella realtà degli uffici giudiziari che si confrontano nella quotidianità con un numero sempre elevato di fascicoli iscritti per i reati di violenza domestica e di genere. 

Una ricerca sui primi effetti di un articolato normativo di così ambiziosa portata si ritiene consenta di testarne i risultati immediati e ragionare sulle linee di azione future.  Con l’obiettivo di creare una rete di protezione multilivello per chi subisce reati così odiosi e distanti dalla tutela che uno Stato moderno deve assicurare ai diritti fondamentali della persona.

02/12/2020
Se ti piace questo articolo e trovi interessante la nostra rivista, iscriviti alla newsletter per ricevere gli aggiornamenti sulle nuove pubblicazioni.
L’analisi di genere passa la soglia sovranazionale e approda in Cassazione

Nota a Cassazione, Sesta sezione penale, sentenze n. 12066 del 22.3.2023 (ud. 24.11.2022) e n. 14247 del 4.4.2023 (ud. 26.1.2023)

04/10/2023
Nuove linee guida operative per l'azione del pm e della Procura di Tivoli nei procedimenti civili in materia di allegazioni di violenza di genere e tutela dei minorenni

La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tivoli ha emanato delle linee guida finalizzate ad assicurare una effettiva ed efficace presenza del pubblico ministero nei procedimenti civili in cui si rende necessaria protezione e tutela delle vittime di violenza domestica e dei minorenni. Le linee guida - che costituiscono aggiornamento di quelle emanate nel 2019 dalla medesima Procura della Repubblica - tengono conto degli effetti dell'entrata in vigore del decreto legislativo n. 149 del 2022. La particolare interconnessione del procedimento civile e del procedimento penale in questa materia rende opportuno che sia il giudice civile che il pubblico ministero possano, nel rispetto delle norme processuali, conoscere gli atti dei rispettivi procedimenti al fine di pervenire a valutazioni non parcellizzate. Nelle linee guida vengono richiamate le norme nazionali e sovranazionali di riferimento, nonché la risoluzione del CSM del 2018 in tema di organizzazione e buone prassi per la trattazione dei procedimenti relativi a reati di violenza di genere e domestica. Il livello di dettaglio delle premesse e dell'articolato, e il costante riferimento all'esperienza concreta, rendono le linee guida Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tivoli uno strumento pratico applicabile anche nel contesto di altri uffici giudiziari

15/03/2023
L’insostenibile “inadeguatezza” del contrasto giudiziario alla violenza di genere

Perché in molti casi non si riesce a proteggere le donne che denunciano di essere vittime di situazioni di abuso e di violenza? Il contributo cerca di rispondere a questa domanda, anche alla luce dell’importante esperienza della Commissione di inchiesta sul femminicidio, conclusasi nel settembre 2022, e di cogliere  ̶  con un realismo più che mai consapevole di tutte le implicazioni non solo tecnico-giuridiche, ma anche sociali e politiche del contrasto giudiziario alla violenza di genere ̶le ragioni sistemiche e culturali per le quali, in tanti casi di femminicidio preceduti dalla denuncia della vittima, si evidenziano ancora omissioni, ritardi e mancanza di specializzazione, tanto nell’azione dei magistrati quanto in quella delle forze di polizia.

14/03/2023
Genere e diritto penale. Il crimine d’odio misogino

Il contributo tratta del rapporto fra genere e diritto penale, assumendo la misoginia, fondata sull’odio verso le donne, quale motivo che sta alla base della violenza di genere nella sua specifica – e prioritaria – manifestazione di violenza maschile contro vittime femminili. Ripercorso il processo di affermazione del concetto di genere nelle discipline criminologiche e penalistiche, nonché nello scenario internazionale, il saggio tematizza altresì il femminicidio, affrontando il problema della possibile valorizzazione del motivo d’odio misogino nell’ambito della legislazione penale, sotto forma di gender hate crime, anche alla luce del dato vittimologico.

02/02/2023
La Corte Edu condanna l’Italia per la mancata tutela delle vittime di violenza domestica nei giudizi civili e minorili

Con la sentenza I.M. e altri c. Italia del 10 novembre 2022, la Corte di Strasburgo, nell’affermare che la sicurezza del genitore non violento e dei figli deve essere un elemento centrale nella valutazione dell'interesse superiore del minore in materia di affidamento, fa propri i rilievi del GREVIO nel rapporto sull’Italia del 14 giugno 2022 e ne condivide la preoccupazione per la prassi diffusa nei tribunali civili di considerare come genitori «non collaborativi» e «madri inadatte» le donne che invocano la violenza domestica come motivo per rifiutarsi di partecipare agli incontri dei figli con l'ex coniuge e per opporsi all'affidamento condiviso.

22/12/2022
La giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne come monito alla magistratura

Il senso della giornata dedicata all’eliminazione della violenza contro le donne non può che essere, per l’ordine giudiziario, quello di interrogarsi profondamente sulle ragioni per le quali ancora oggi, a più di dieci anni dall’inizio dello slancio legislativo specificatamente dedicato al tema, inaugurato con il decreto legge 23 febbraio 2009 e proseguito sino alla legge 19 luglio 2019 (il cosiddetto “Codice rosso”), la prassi giudiziaria non sia riuscita a farsi sistema complessivo né a migliorare, nemmeno in minima parte percentuale, il tasso di protezione delle vittime di violenza. Resistenze culturali alle tematiche di genere, carenze organizzative e di risorse, assenza di un piano formativo adeguato, sono le questioni che devono essere poste al centro di un dibattito franco ed esente da preclusioni corporative.  

25/11/2021