Magistratura democratica
Diritti senza confini

Caso mense a Lodi, il Tribunale di Milano accerta la natura discriminatoria del regolamento comunale

L’ordinanza offre un’approfondita interpretazione del quadro vigente in materia di non discriminazione

Il Tribunale di Milano ha accertato la natura discriminatoria del regolamento del Comune di Lodi per l’accesso alle prestazioni agevolate e ha ordinato la modifica dello stesso così da rimuovere la differenza di trattamento prodotta a danno dei cittadini non appartenenti all’Unione Europea. L’ordinanza offre un’approfondita interpretazione del quadro vigente in materia di non discriminazione, pronunciandosi sulla legittimazione ad agire dei soggetti collettivi, sulla diretta discriminatorietà della condotta contestata e sull’assenza di alcuna ragionevole giustificazione. L’articolato quadro giuridico rilevante, composto da fonti di diverso grado e relative a materie diverse, è interpretato in modo sistematico e ricondotto sotto il cono d’ombra del dettato costituzionale.

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*Per approfondire, vds. anche: E. Tarquini, Il regolamento per l’accesso alle prestazioni agevolate del comune di Lodi o la burocrazia dell’ingiustizia, in questa Rivista on-line, 6 novembre 2018, http://questionegiustizia.it/articolo/il-regolamento-per-l-accesso-alle-prestazioni-agevolate-del-comune-di-lodi-o-la-burocrazia-dell-ingiustizia_06-11-2018.php 

14/12/2018
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10/05/2025
L’annullamento della convalida del trattenimento può comportare la permanenza della stessa misura?

La novella di cui al D.L. 145/2024, convertito nella L. n. 187/2024, ha attribuito la competenza a conoscere della legittimità dei decreti di convalida e proroga dei trattenimenti amministrativi alle sezioni penali della Cassazione, in luogo di quelle civili.
La sentenza n. 15757/2025 della prima sezione penale della Corte di legittimità, pubblicata lo scorso 22 aprile, in accoglimento dell’unico motivo di ricorso, annulla con rinvio un decreto di ri-convalida emesso dalla Corte d’appello di Torino nei confronti di un richiedente protezione internazionale in ragione della violazione degli obblighi informativi, pur essendo ampiamente decorsi i termini della convalida, e nonostante il vizio sia stato correttamente individuato, sicché non si comprendono le ragioni del rinvio, posto che l’annullamento dovrebbe determinare la cessazione della detenzione amministrativa con efficacia ex tunc.  
Tale scelta si rivela però conseguente ad una inedita riscrittura in chiave processualpenalistica dei provvedimenti di convalida, sulla falsariga della disciplina delle misure cautelari personali. Pertanto, atteso che l’impugnazione dei provvedimenti in materia di libertà personale non ha effetto sospensivo, analogamente l’impugnazione dei provvedimenti di convalida del trattenimento non determinerebbe la cessazione della misura fino alla sua eventuale rimozione (sempre nel rispetto dei limiti massimi normativamente previsti). Tale ricostruzione non convince, sia in termini di interpretazione della volontà del legislatore di ricondurre effettivamente tutta la materia della detenzione amministrativa negli assi cartesiani delle misure cautelari personali, sia in ragione delle notevoli differenze del procedimento applicativo e dei poteri del giudice nei procedimenti di convalida e proroga dei trattenimenti, rispetto a quelli che disciplinano le misure cautelari.

05/05/2025
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