Una versione rivista del presente contributo sarà pubblicata anche nel fascicolo n. 2/2021 del Forum di Quaderni Costituzionali.
Migrazioni ambientali tra immobilismo normativo e dinamismo giurisprudenziale: Un’analisi di tre recenti pronunce *
Le recenti pronunce di alcune Corti nazionali – Italia, Francia e Germania - contribuiscono a porre le basi per la creazione di un nuovo filone giurisprudenziale che ha portato al riconoscimento di forme di protezione nazionale per cause di migrazione a carattere ambientale. L’interpretazione evolutiva e dinamica delle norme in materia di diritti umani alla luce degli effetti di disastri ambientali e climatici e dell’inquinamento atmosferico operata dai giudici nazionali contrasta con il persistente non riconoscimento, sia nel diritto internazionale sia nel diritto dell’Unione, della categoria dei migranti ambientali.
Recensione al film di Matteo Garrone, Leone d'argento alla regia all'80ª mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia e candidato italiano agli Oscar come miglior film straniero
Il contributo esamina tre problemi che si pongono avanti alla commissione territoriale e al giudice in ipotesi di manifesta infondatezza per chi viene da un Paese di origine sicuro. In particolare, ci si interroga se sia necessaria una procedura accelerata ai fini della dichiarazione di manifesta infondatezza; che valutazione debba farsi delle allegazioni del richiedente asilo ai fini della manifesta infondatezza; che valutazioni siano possibili quando oggetto del giudizio non sia il ribaltamento della presunzione, ma la sua contestazione.
L’art. 7-bis dl n. 20/2023 interviene, fra l’altro, sulle procedure accelerate di frontiera e in particolare sui presupposti e i termini per la loro applicazione, prevedendo anche una nuova ipotesi di trattenimento, direttamente ricollegata allo svolgimento delle procedure accelerate di frontiera, a cui consegue una specifica procedura di impugnazione del provvedimento adottato dalla commissione territoriale.
Il presente contributo intende soffermarsi su alcuni profili di criticità delle nuove norme e offrire altresì una riflessione in un’ottica di genere che, abbracciando con lo sguardo non solo le donne ma anche gli uomini migranti, aiuti a riflettere sulle conseguenze di un approccio del legislatore stereotipato e categorizzante.
Il contributo affronta il tema delle principali caratteristiche del procedimento e delle garanzie previste, dal legislatore europeo e nazionale, per l’esame delle domande di protezione dei cittadini provenienti da paesi designati di origine sicuri, con particolare riferimento alle modifiche in tema di procedure accelerate introdotte dal d.l. n. 20 del 2023 ed al nuovo decreto interministeriale contenente l’elenco dei detti paesi.
Pubblichiamo il testo dell’intervento svolto al seminario organizzato da Questione Giustizia il 22 febbraio 2023, per esaminare in un’ottica interdisciplinare le novità portate dal DL n. 130/2020 rispetto all’istituto previgente della protezione umanitaria (disponibile qui). In particolare, il contributo riguarda da un lato i fondamenti unionali e costituzionali della protezione complementare, e dall’altro le forme di riconoscimento della protezione speciale direttamente attuative degli obblighi costituzionali ed internazionali dello stato. Oggi il D.L. n.20 del 10 marzo 2023 – cosiddetto decreto Cutro - convertito nella Legge n. 50 del 5 maggio 2023, ha modificato significativamente la disciplina della protezione complementare in Italia, ma le riflessioni svolte in quell’incontro rivestono un pregnante significato anche nell’attuale quadro normativo.
Un Panel esperto ed autorevole di giudici europei condanna l’Italia per la detenzione nello "hotspot" di Lampedusa di alcuni migranti -giunti su barconi dalla Tunisia- e la loro espulsione dall'Italia e rimpatrio forzato in Tunisia.