Magistratura democratica
Magistratura e società

"Il tempo di vivere con te"

di Paola Perrone
già presidente di Sezione della Corte d’appello di Torino

Recensione al libro di G. Culicchia (Mondadori, 2021)

Notte sul 15 dicembre 1976: a Sesto S. Giovanni, in una casa popolare fanno irruzione le forze dell’ordine per eseguire una perquisizione. Walter Alasia, di 20 anni, reagisce sparando, uccide due poliziotti e si dà alla fuga nel cortile; lì viene raggiunto da proiettili e muore. 

Walter Alasia fa parte delle Brigate rosse e di lì a poco i brigatisti daranno il suo nome alla colonna milanese.

Walter Alasia è cugino primo di Giuseppe Culicchia, di nove anni più giovane di lui.  

Solo 40 anni dopo quel fatto tragico Culicchia trova il modo di scrivere di questo suo cugino tanto presente nella sua vita di bambino. E’ proprio la profondità del loro rapporto ad agire da freno al bisogno di scriverne ed è necessario un distanziamento tanto grande per permettere agli affetti di fluire, regalando al cugino morto, evocato nella seconda persona, un altro tempo per rivivere.

Culicchia usa le canzoni dell’epoca per descrivere Walter: così è lui il protagonista visionario de La locomotiva di Francesco Guccini, destinato ad infrangere un destino epico su un binario morto. Così è I giardini di marzo di Lucio Battisti a descrivere il tempo vissuto insieme e poi violentemente interrotto dalla morte. 

In copertina al libro vi è una foto (delle molte riportate nel volume) che appare emblematica di questa storia: ritrae il piccolo Walter in braccio alla madre mentre maneggia un’arma giocattolo; vi si legge tutto lo spessore degli affetti familiari e tutto lo stupore che di lì a qualche anno avrebbe colto ciascuno nell’apprendere che Walter, che spesso giocava con Giuseppe con tale genere di giocattoli, faceva in realtà uso di armi vere. 

Culicchia lo dice a più riprese: Walter per lui era come un fratello maggiore di cui era profondamente innamorata l’intera famiglia perché affascinata dal suo tratto empatico, gentile, paziente, sempre disponibile. Le estati passate insieme nella vecchia casa di campagna dei nonni si tingono di oro nel ricordo dei tanti momenti di discussione, gioco, confidenza che li ha uniti. I ricordi belli dell’infanzia e dolorosi dopo il 1976 permettono a Culicchia, di cui conosciamo lo stile secco e schietto degli altri suoi libri, di adottare espressioni commoventi quando ricorda il cugino. 

Ed è figlia di questa commozione l’ampia parte dedicata alla ricostruzione dell’operazione di polizia che portò alla morte di Walter; secondo la conferenza stampa del PM Emilio Alessandrini, Walter era stato ucciso dopo che -ferito alle gambe- si era accasciato nel cortile e si era finto morto  riprendendo poi a sparare contro i barellieri che andavano a soccorrerlo; Culicchia non crede del tutto a questa ricostruzione della polizia, facendo notare che i barellieri dichiararono di non aver visto armi e di aver soccorso Alasia quando era già morto. 

Ma il libro non è solo la storia dolorosa della perdita tragica di un cugino tanto amato. 

Esso offre il quadro del passaggio ideologico (drammaticamente comune all’epoca a una fascia non ristretta di giovani) da formazioni politiche della sinistra estrema, quali Lotta continua, alla lotta armata. 

Esso offre uno spaccato fedele della vita di una famiglia operaia, ove può accadere che una lavoratrice (la madre di Walter) subisca delle ritorsioni dal datore di lavoro per il suo impegno nelle rivendicazioni sindacali. 

Un’attenzione particolare viene dedicata proprio al rapporto strettissimo fra Walter e sua madre; rapporto così forte da permettere ad Alasia di rivelare alla madre di aver aderito alla Br e di coinvolgerla in uno spostamento di documenti e armi insieme a Renato Curcio, come lo stesso Curcio rievocherà nel 1995 in una lettera idealmente indirizzata a Walter ormai morto. 

Soprattutto, il libro offre un panorama ragionato del contesto storico in cui la tragedia si consuma: la scia di ferimenti ed omicidi ascrivibili al terrorismo di sinistra e di destra, il sorgere del coinvolgimento di apparati dello Stato in trame oscure condensate nella strage di piazza Fontana. 

Ed è in particolare proprio nell’enumerazione certosina di tutte le violenze messe in atto dalle Br che si intravede come l’autore impasti problematicamente il suo amore per Walter con la riprovazione per le azioni portate a termine dalle formazioni terroristiche. 

05/02/2022
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