Magistratura democratica

Articoli di Questione Giustizia su governo

L’estremismo istituzionale del governo Meloni. Una rivincita degli “esclusi”?

Una accorta politica economica dei “conti in ordine” e l’equilibrismo della presidente del Consiglio tra le simpatie ideologiche per l’amministrazione Trump e la volontà di non perdere contatto con l’Unione europea sulla crisi ucraina, hanno guadagnato al governo Meloni un’immagine di moderazione, smentendo molte delle preoccupazioni e delle apocalittiche previsioni emerse alla vigilia del suo insediamento. Una immagine che è stata solo marginalmente scalfita dagli interventi di Giorgia Meloni successivi all’omicidio Kirk, nei quali, dimenticando di essere la presidente del Consiglio di tutti gli italiani, non ha esitato ad addebitare alla sinistra italiana immaginarie minacce presenti ed esclusive responsabilità per gli odi, gli scontri e le vittime degli anni di piombo. Quando però si mette sotto la lente di ingrandimento la politica istituzionale del governo, l’immagine di misura, di equilibrio, di cautela svanisce e cede il posto ad un dichiarato oltranzismo ed a scelte improntate all’estremismo ed al revanscismo istituzionale e costituzionale. Tratti, questi, che non provengono dal fascismo (per molti aspetti il governo Meloni è infatti compiutamente afascista) ma dall’humus culturale profondamente autoritario del Movimento Sociale Italiano degli anni 70 e 80 guidato da Giorgio Almirante. Ad ispirare le riforme costituzionali propugnate dal governo è infatti la cultura – ereditata dal partito di Fratelli d’Italia - degli “esclusi” dall’elaborazione del patto costituzionale, i quali, pur collocando la loro azione politica nell’alveo della competizione democratica, si sono sempre sentiti “estranei” ai valori ed agli equilibri culturali ed istituzionali cristallizzati nel testo della carta fondamentale e si sono posti come avversari della Resistenza e delle forze politiche che hanno cooperato alla costruzione nel Paese della Repubblica democratica. La genealogia delle riforme costituzionali e della politica del diritto perseguita dal governo consente di cogliere nitidamente le eredità del passato, gli elementi di voluta continuità con le idee e le proposte istituzionali dell’estrema destra della prima Repubblica e l’ostilità verso alcuni degli istituti più caratterizzanti della nostra Costituzione. Questo oltranzismo istituzionale e costituzionale - che smentisce i giudizi sulla moderazione dell’attuale governo e suscita vive preoccupazioni sulla tenuta futura del quadro democratico – è tanto più inquietante in quanto esso è frutto di una volontà di rivincita sulla Costituzione e sulla storia istituzionale repubblicana del “polo escluso”, esprimendo la volontà di capovolgere regole e principi fondanti della democrazia repubblicana. L’analisi dei progetti di riforma costituzionale – assetto della magistratura e premierato – e della politica del governo sul versante del diritto penale e dell’immigrazione consente di illustrare gli aspetti di revanscismo della linea politica perseguita dalla maggioranza di destra.

26/09/2025
A proposito del decreto sicurezza-bis
Il contributo analizza le principali novità introdotte dal cd. decreto sicurezza-bis e riflette su possibili frizioni tra quelle disposizioni e alcune previsioni normative poste a garanzia di diritti fondamentali
20/06/2019
Accordi in forma (semi)semplificata, istanze di accesso civico e vulnus alla Costituzione
Il caso dell’accordo Italia-Niger dimostra come l’accesso civico si stia rivelando uno strumento utile e necessario per garantire la trasparenza ed il controllo democratico sulla politica estera del Governo in materia di immigrazione e asilo, stante la mancanza di strumenti e di volontà del Parlamento di salvaguardare le proprie prerogative come previsto dall’art. 80 Cost.
05/02/2019
La richiesta di autorizzazione a procedere nel caso Diciotti
Chi fissa e quali sono i limiti all’azione politica del Governo in uno Stato democratico?
29/01/2019
Luci ed ombre di una riforma a metà: i decreti legislativi 123 e 124 del 2 ottobre 2018
Il 10 novembre 2018, entra in vigore la riforma dell’Ordinamento penitenziario. Anticipiamo dal numero 3/2018 di Questione Giustizia Rivista trimestrale questo analitico commento dei decreti legislativi che hanno coagulato il vasto programma di riforma avviato dall’esperienza degli Stati generali dell’esecuzione penale. Punti di forza (pochi) e punti di debolezza (tanti) di un testo legislativo con cui gli interpreti (magistrati, avvocati, operatori del penitenziario) dovranno confrontarsi
09/11/2018
La vendita dei beni confiscati? In questo modo, no grazie
Per risolvere il problema dei beni confiscati che non trovano un fruttuoso utilizzo, il dl sicurezza punta alla vendita: con rischi gravi che i mafiosi tornino in possesso di quanto loro sottratto, usando prestanomi. Cautele ridicole e inviti all’ottimismo: queste le nuove frontiere della lotta alle mafie e alle più gravi forme di illegalità che ci riserva il Governo in carica
29/10/2018
Il giudice dei diritti
La legittimazione autonoma della giurisdizione è un dato necessario che deriva dal suo ruolo di controllo sull’esercizio illegale del potere, a prescindere dalla “quantità di volontà popolare” che ha contribuito a legittimare quel potere di Governo. Nessun consenso rende lecito un atto di Governo contrario alle regole, ed è essenziale che la violazione sia accertata, riconosciuta e stigmatizzata in sede giurisdizionale. A maggior ragione nessun consenso, per quanto maggioritario o pressoché unanime, potrebbe rendere lecito un comportamento previsto dalla legge come reato
14/09/2018
Il contratto di Governo e le esternazioni del ministro dell'Interno sembrano voler riproporre, a dieci anni esatti dall'”emergenza nomadi”, una presunzione di pericolosità su base etnica basata su grossolani stereotipi, ora riproposti anche in forme “eleganti” ammantate di “realismo” e “oggettività”. Per non farsi disorientare dal restyling di vecchie banalità, è importante aver presenti i termini effettivi del problema e gli antefatti storici
06/07/2018
Taglio dei Tribunalini, la voglia di tornare al passato e i silenzi dell’Anm
Nel «contratto per il Governo del cambiamento» si dice che «occorre rivisitare la geografia giudiziaria, modificando la riforma del 2012». Ma dal 2014 ad oggi quella riforma ha fatto risparmiare 70 milioni di euro all’anno e ha contribuito a ridurre la durata delle cause civili da 478 giorni a 375, compresi i procedimenti per decreto ingiuntivo, senza i quali, invece, secondo il ministero della Giustizia si è comunque passati da 1044 giorni a 914. Perché l’Anm tace e non difende quella epocale riforma?
18/06/2018
Tanti auguri alla Repubblica
La festa della Repubblica coincide quest’anno con la grave crisi istituzionale provocata dalla mancata formazione del Governo auspicato dalle due forze politiche che hanno maggiormente beneficiato dell’esito della recente consultazione elettorale. Il rifiuto da parte del Capo dello Stato di avallare la nomina di uno dei ministri indicati da dette forze politiche ha innescato una polemica violentissima e persino la prospettata messa in stato d’accusa del presidente della Repubblica. La gravità della crisi non dipende dalla difficoltà di formare un Governo in grado di ottenere la fiducia del Parlamento, quanto piuttosto nella messa in discussione delle prerogative e dei poteri del Capo dello Stato, le cui decisioni possono essere criticate ma che non dovrebbe essere delegittimato in nome di una pretesa supremazia della volontà popolare impersonata dai partiti vittoriosi nelle elezioni. È in gioco la tenuta dell’assetto costituzionale. Occorre perciò davvero fare fervidi auguri il 2 giugno alla Repubblica, nel giorno del suo compleanno
30/05/2018
Intercettazioni, le linee guida del CSM
La delibera approvata dal Consiglio superiore della magistratura nella seduta plenaria del 29 luglio
29/07/2016
Guida alla legge 28 aprile 2016 n. 57
Le novità contenute nella legge delega per la riforma organica della magistratura onoraria e altre disposizioni sui giudici di pace
04/05/2016
Intercettazioni e privacy: dalle circolari delle Procure di Roma, Torino e Napoli soluzioni utili per il legislatore
Pubblichiamo le disposizioni emanate dai procuratori di Roma, Torino e Napoli: indicazioni efficaci che andrebbero recepite nel ddl governativo in discussione al Senato
19/04/2016