Crisi della giustizia e ruolo politico della magistratura penale. Quando si cerca il potere perché non si vuole fare il diritto
Pubblichiamo in versione italiana l'articolo di Mariarosaria Guglielmi originariamente apparso l'8 dicembre 2022 su Délibérée, revue de réflexion critique animée par le Syndicat de la magistrature, 2022/3 (N° 17)
In occasione dell’elezione di Mariarosaria Guglielmi a presidente di MEDEL, avvenuta a Barcellona sabato 3 dicembre scorso, ripubblichiamo l’articolo a sua firma in ricordo di Carlo Verardi, nel quale si ripercorrono importanti passaggi della storia di MEDEL, dei suoi protagonisti e dell’impegno in MEDEL di Magistratura Democratica.
Questione giustizia ha rivolto a dirigenti e candidati di Magistratura democratica alcune domande sulla situazione della magistratura all'indomani della tornata elettorale del CSM. Risponde Cinzia Barillà
Intervista di Valeria Fazio a Vittorio Borraccetti - Corso “Storia della magistratura e dell’associazionismo” (Scandicci, 3-5 ottobre 2022)
Una legge elettorale per tre quarti ad effetti maggioritari, frutto di compromesso tra logiche diverse. Dai possibili effetti in concreto i più diversi, a seconda della “tenuta” delle aggregazioni associative “storiche”. Con rilevanti criticità in particolare in punto di tutela della rappresentanza di genere e di una piena rappresentatività delle diverse sensibilità in Magistratura, ma nel contesto politico positiva espressione da un lato del rifiuto del sorteggio quale criterio base nella selezione dei candidati così come di sistemi maggioritari “puri”, e dall’altro della volontà di garantire comunque la formazione di un Consiglio Superiore sufficientemente pluralista.
Unitamente al nuovo sistema di elezione dei membri togati del CSM sono stati adottati nuovi criteri per la formazione dei collegi elettorali. Tra la soluzione di collegi determinati una volta per tutte dal legislatore e quella di collegi determinati ogni quattro anni in occasione di ogni singola tornata elettorale il legislatore ha optato per la seconda soluzione. Nell’articolo vengono esaminate e discusse le ragioni di questa scelta e le modalità della sua realizzazione.
Le sfide che ci attendono e le prospettive future alla luce delle recenti riforme viste attraverso l’esperienza maturata con il vissuto nella pratica quotidiana negli uffici, in consiglio giudiziario e quale presidente di sezione. Proposte di lavoro per il CSM che verrà, per il recupero della cultura di una magistratura orizzontale come disegnata dal legislatore costituente.
Nei suoi molteplici e tragici aspetti il caso Tortora ci dice “anche” che la magistratura italiana non è mai stata un monolite e che l’esistenza, nel suo seno, di scelte e pensieri diversi rappresenta il più efficace antidoto alle chiusure corporative ed all’intolleranza verso le critiche. Ripubblicare, a distanza di decenni, documenti che attestano le posizioni assunte da Md sulla vicenda giudiziaria di Enzo Tortora e le veementi reazioni che suscitarono nella corporazione concorre a ristabilire la verità sulle radici lontane del garantismo dei magistrati democratici. Questa “operazione verità” è indispensabile per contrastare una vulgata ingannevole, che dura sino ad oggi, sulla natura e sulla fisionomia di questo gruppo di magistrati. Ma ciò non significa che ci siano magistrati che si possano sentire estranei rispetto a quell’errore e agli altri che si sono verificati negli anni. L’errore giudiziario è un evento che inquieta e percuote anche coloro che non l’hanno commesso perché è sempre una sorta di errore collettivo, il frutto avvelenato della disattenzione, della superficialità, dello spirito burocratico con cui si accusa e si giudica. Caduta dalle terribili conseguenze - perché si ripercuote sulla libertà, sull’onore, sulla reputazione del cittadino - che nei limiti dell’umanamente possibile può essere evitata solo essendo consapevoli della drammaticità di ogni giudizio e applicando con scrupolo e intelligenza gli strumenti di lavoro di pubblici ministeri e giudici: rigore professionale, responsabilità sociale e cultura del dubbio.