Magistratura democratica

Fascicolo 1/2022

Il diritto della guerra, le ragioni della pace

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Sommario

Una guerra nel cuore dell’Europa

La guerra in Ucraina tra tabù nucleare e oltranzismo politico-mediatico*

Mario Dogliani

Mentre incombe sul mondo lo spettro del disastro nucleare, la guerra scatenata alle porte orientali dell’Europa  proietta, nelle declinazioni incontrollate della sovranità a livello nazionale, una guerra civile interna all’Occidente. In nome di “prospettive politiche vitali”, e di una superiore missione contro le odierne “democrazie illiberali”, l’orizzonte di un negoziato possibile – perché ricercato subito e con ogni mezzo – sembra sfumare nel deserto intellettuale e morale, cedendo a logiche di dominio mediatizzate fondate sul nemico interno, refrattarie alla politica come processo di costruzione democratica e alle lezioni della storia. In tutto questo, la riflessione dei giuristi si è fermata alla proclamazione del ripudio della guerra e la pretesa di limitare o cancellare, attraverso il diritto, il ius ad bellum si è ridotta ad affermare la competenza delle corti di giustizia.

Ripudio della guerra, diritto alla difesa, ricerca di una soluzione mediata del conflitto*

Gianni Cuperlo

Una guerra è brutalità, morte, sopraffazione, e nessuna aggettivazione potrà mai giustificarne l’abominio. Il diritto alla difesa è un principio scolpito nell’ordinamento internazionale e non lo si può piegare alla contingenza delle opportunità. Perseguire una soluzione mediata dei conflitti è la sola strategia che la nostra civiltà e cultura ci consente di legittimare.

La guerra è brutta*

Luciana Castellina

Le molte domande, i timori, le proposte di una protagonista della cultura e della politica che, di fronte al conflitto in atto, sollecita una riflessione sulle tante guerre degli ultimi trent’anni – Iraq, Siria, Libia, Cecenia, buon ultima quella in Afghanistan –, tutte finite nel peggiore dei modi sia per gli aggressori che per gli aggrediti, e chiede una sorta di “patto tra nemici” in luogo del rafforzamento del “patto tra amici” nell’ambito della Nato.

Guerra Inc. Il conflitto in Ucraina, gli Stati Uniti e gli interessi delle corporation*

Elisabetta Grande

Il teatro di guerra ucraino è geograficamente lontano dagli Stati Uniti, non così gli interessi di chi dal conflitto in corso trae enormi guadagni. Si tratta dei tre complessi economici che – agevolati da un diritto amico – controllano le scelte politiche statunitensi. Il presente scritto analizza brevemente chi sono, come operano e in che modo quei tre grandi gruppi di potere ottengono vantaggi ai danni dell’umanità intera. 

L’inverno di Kiev e noi, donne e uomini del diritto*

Enrico Scoditti

Cosa dice ai giuristi che guardano all’Europa la strenua difesa da parte del popolo ucraino della propria sovranità?

Nessun’altra forza che la forza*

Fabrizio Filice

La riflessione weiliana sulla guerra ci immerge senza tempo – e senza filtri – nella fragilità dell’essere umano dentro il conflitto armato, soggetto a una forza capace di renderlo cosa anche quando è ancora in vita. In ogni contesto, compreso quello di guerra, esiste però una parte dello Stato di diritto in grado di non recedere: l’obbligo incondizionato verso l’altro, azionabile anche nei momenti in cui il diritto è sospeso e sottomesso alla forza.

Il diritto nel corso della guerra

Alcune considerazioni di un giurista internazionalista sull’invasione dell’Ucraina*

Antonio Bultrini

Di fronte ai tragici eventi in Ucraina, qualcuno potrebbe concludere nel senso dell’inutilità del diritto internazionale. Eppure mai come ora è urgente il richiamo alle regole, che non solo offrono un’importantissima chiave di lettura degli eventi, ma costituiscono anche uno degli strumenti per cercare di frenare la spirale di violenza. 

Il senso della giustizia penale internazionale di fronte alla guerra in Ucraina

Chantal Meloni

Di fronte alla brutale invasione russa dell’Ucraina, è legittimo chiedersi che senso abbia ragionare in termini di diritto e di responsabilità penali individuali. In realtà, mai come ora è importante interrogarsi sul ruolo della giustizia internazionale di fronte a un conflitto in corso. Il contributo in oggetto delinea i meccanismi di esecuzione del diritto penale internazionale, sia a livello internazionale (ICC) che domestico, con specifico riferimento ai gravi crimini commessi sul territorio ucraino.

Dalle misure restrittive dell’Unione europea alla “guerra economica” nei confronti della Russia e della Bielorussia a seguito dell’invasione dell’Ucraina

Antonino Alì

Il contributo ha ad oggetto le sanzioni economiche senza precedenti adottate dall’Unione europea nei confronti della Russia a seguito dell’invasione dell’Ucraina. Le misure contenute nei cinque pacchetti vengono analizzate nella loro evoluzione. Si sottolineano sia le questioni relative alla tutela giurisdizionale, sia l’esigenza di una corretta attuazione delle sanzioni da parte degli Stati membri.

Il congelamento dei beni degli oligarchi*

Roberta Barberini

Il regolamento europeo adottato, nel febbraio scorso, a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione russa ha esteso il campo di applicazione delle sanzioni, già previste per i terroristi, a chiunque  fornisca un sostegno materiale o finanziario al governo della Federazione russa e  agli «imprenditori di spicco o le persone giuridiche, le entità o gli organismi che operano in settori economici che costituiscono una notevole fonte di reddito per il governo della Federazione russa». La vastità del campo di applicazione dei regolamenti, che solo in parte si giustifica con la funzione meramente preventiva del sistema, potrebbe limitare l’efficacia del sistema stesso e, al contempo, il diritto al contraddittorio del destinatario delle sanzioni. 

Il paradigma della procedura pilota con riguardo alle misure provvisorie indicate al Governo russo*

Chiara Buffon

Il contributo analizza le misure provvisorie indicate alla Federazione russa dalla Corte di Strasburgo: quest’ultima, dapprima, ha emesso un provvedimento d’urgenza in relazione a un ricorso interstatale presentato dal Governo ucraino; in seguito, ha esteso la validità delle misure ivi contenute ai ricorsi individuali presentati dai civili ucraini. Tale modus operandi suggerisce diversi spunti di riflessione in ordine alla gestione sia delle violazioni strutturali nei ricorsi seriali, in sede cautelare nonché, nello specifico, nell’ambito dei conflitti armati (ove è sempre più frequente l’utilizzo della giurisdizione sui diritti umani), sia della conseguente sovrapposizione tra ricorsi individuali e interstatali. 

Ucraina, c’è un giudice a Kyiv?

Francesco Florit

L’incontro a Kyiv dei vertici UE con il Presidente Zelensky ha acceso le speranze di una accelerazione del processo di adesione dell’Ucraina all’Unione europea. Ma le sue istituzioni, in particolare quelle giudiziarie, sono pronte?

La protezione dei deboli

L’applicazione della Convenzione di Ginevra del 1951 a situazioni di conflitto armato e violenza*

Riccardo Viviani

Lo scritto si propone di riassumere la posizione dell’UNHCR in merito alla riconducibilità delle condizioni in cui si trovi la persona in fuga da situazioni di conflitto armato e violenza alla nozione di «status di rifugiato», e di stimolare il dibattito della comunità giuridica italiana in materia di valutazione delle domande di asilo che a quelle situazioni sono legate.

La protezione temporanea per le persone in fuga dall’Ucraina in Ue e in Italia: alcuni profili critici

Chiara Scissa

Milioni di persone in fuga dalla guerra in Ucraina stanno raggiungendo l’Europa e l’Italia. Per fornire loro immediata protezione, l’Unione europea ha applicato, per la prima volta dalla sua adozione nel 2001, la direttiva sulla protezione temporanea. Il contributo mira a delineare i principali tratti di questo strumento, al fine di valutare la portata applicativa della protezione temporanea a livello europeo e nazionale, i relativi benefici nonché i profili critici. 

Violenza sessuale e tratta in relazione all’invasione dell’Ucraina*

Maria Grazia Giammarinaro

Violenza sessuale e tratta sono componenti strutturali di tutti i conflitti. L’invasione dell’Ucraina crea situazioni di vulnerabilità che, soprattutto tra le profughe, possono condurre alla tratta. Occorre dunque agire rapidamente per prevenirla.

Nell’area del conflitto

Ucraina, porta d’Europa*

Francesco Florit

Lo spettacolo devastante dell’attacco russo a Kyiv[1] e all’Ucraina risulta incomprensibile ai più ed inaspettato persino per esperti e politologi. Vediamo di affrontare alcuni punti di recente sollevati, per cercare di fare un po’ di luce. 

 

1. “Kyiv” o “Kiev”? Se potevano esservi dubbi fino ad ora, adesso dovrebbe preferirsi la prima opzione, che costituisce la traslitterazione della grafia dall’ucraino. L’altra opzione (“Kiev”) è la trascrizione in alfabeto latino dell’equivalente russo. E si dice “Ucraìna”, non “Ucràina”, poiché il nome viene da una base slava che indica un “territorio di frontiera”.

Ucraina e Georgia, lontane vicine. Appunti sugli incroci della Storia lungo le rive del Mar Nero*

Sara Cocchi

La guerra attualmente in corso ha spesso portato esperti e giornalisti ad accostare il destino dell’Ucraina a quello della Georgia, sottolineando le similitudini storiche e le altalenanti relazioni politiche fra il Paese dell’Europa centrale e quello del Caucaso, la comune ambizione eurounitaria ed atlantista e la tradizionale vicinanza fra i rispettivi popoli. Come interpretare questa solidarietà? Quanto e con quali modalità sono legate, oggi, Ucraina e Georgia?

Una testimonianza

Anna Adamska-Gallant

Il resoconto inedito della transizione all’ultimo conflitto, tuttora in atto, nella percezione di una protagonista della ricostruzione del sistema giudiziario ucraino.

Le prospettive di pace

Conferenza di pace per un nuovo accordo di convivenza internazionale*

Franco Ippolito

La logica imperiale delle grandi potenze, con i connessi strumenti di dominio (sfere di influenza, alleanze militari, corsa agli armamenti, minaccia nucleare, centralità del complesso militare-industriale… ), costituisce un potenziale attentato alla pace e un permanente fattore di conflitti e di guerre. Nell’inerzia diplomatica, dev’essere l’Unione europea a lanciare all’Onu la formale proposta di una Conferenza di pace, con l’obiettivo di ricercare e concordare un nuovo accordo di convivenza internazionale, lontano da ogni spirito di vendetta.

Pacifismo e costituzionalismo globale*

Luigi Ferrajoli

Di fronte alla strage di innocenti in territorio ucraino e alla minaccia reale di un ricorso all’arma atomica, pesa sulla comunità internazionale un dovere indifferibile. Per porre fine al conflitto occorrono un’assunzione di responsabilità – finora assente – e un’assoluta chiarezza d’intenti: trattare affiancando l’aggredito, a prescindere dalle colpe dell’aggressore, è un obbligo immediato di quanti hanno il potere di farlo, nella sola cornice istituzionale a ciò idonea: le Nazioni Unite. L’alternativa a un futuro imminente ed oscuro, che muove senza controllo in direzione di una terza guerra mondiale, è una visione del mondo opposta a quella imperante ma per nulla utopica, in grado di rifondare la Carta dell’Onu a partire da una «Costituzione della Terra» rigidamente sopraordinata alle fonti statali e ai mercati globali.