Magistratura democratica
Corti europee e Corti internazionali

Recenti sentenze
della Corte di Giustizia
in materia di diritti fondamentali

di Alice Pisapia
Prof. a contratto in Diritto dell’UE per l’impresa, Università degli Studi dell’Insubria<br>Prof. a contratto in Diritto europeo della concorrenza, Università degli Studi dell’Insubria<br>Avvocato Foro di Milano
La CGUE in sessione plenaria sulla Carta dei diritti fondamentali e il suo ambito di applicazione: ne bis in idem, giudizio in absentia, diritto dell'imputato ad essere sentito
Recenti sentenze<br>della Corte di Giustizia<br>in materia di diritti fondamentali

Nel primi mesi del 2013 la Corte di Giustizia, in composizione di grande chambre alla presenza di quindici giudici, si è pronunciata sul tema cruciale della portata della Carta dei diritti fondamentali e del relativo ambito di applicazione. La Corte ha indicato chiaramente la propria volontà di statuire in materia penale, inizialmente appropriandosi di tale settore attraverso l’attivismo giudiziario(Grande sezione, sentenza 16 giugno 2005, causa C-105/03, Pupino) e successivamente al Trattato di Lisbona avendone una diretta competenza riconosciutale dal venir meno della struttura a pilastri dell’ordinamento comunitario.

Precedentemente al 2001 la riunione della Corte in formazione plenaria costituiva la regola per il suo funzionamento, successivamente all’entrata in vigore del Trattato di Nizza la soluzione proposta è al contrario la riunione della Corte in sezioni o in una grande sezione conformemente a quanto disposto nello Statuto della Corte stessa. La seduta plenaria viene adita in casi specifici previsti dallo Statuto (per le dimissioni del Mediatore europeo o di un commissario europeo che sia venuto meno agli obblighi a lui incombenti) e quando la Corte ritiene che una causa rivesta un’eccezionale importanza. Essa si riunisce nella composizione di grande sezione quando lo richiede uno Stato membro o un'istituzione parte della causa, nonché per le cause particolarmente complesse o importanti.

 

Si richiama all’attenzione del lettore l’analisi della Corte sulle seguenti questioni:

  • l’interpretazione della portata del principio del ne bis in idem nel diritto dell’Unione e la competenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea secondo il combinato disposto degli artt. 50 e 51 della Carta (CGUE, Grande sezione, 26 febbraio 2013, causa C-617/10, Aklagaren c. Hans Akerberg Fransson);

Il principio del ne bis in idem nella sentenza CGUE Aklagaren/Akerberg

di Marika Piazza

La CGUE interpreta la portata del principio del ne bis in idem sulla base dell'art. 50 della Carta ed esclude che il diritto dell'Unione regoli i rapporti tra CEDU e diritto interno
 
  • il rifiuto dell’esecuzione di un mandato d’arresto europeo sulla base dell’articolo 53 della Carta dei diritti fondamentali a motivo della violazione dei diritti fondamentali della persona, garantiti dalla Costituzione nazionale e, in particolare, in caso di pronuncia della  decisione del giudice nazionale in absentia (CGUE, Grande sezione, 26 febbraio 2013, causa C-399/11, Melloni);

Estradizione e primazia
del diritto europeo
nella sentenza della CGUE Melloni

di Pier Francesco Poli

Il mancato rispetto di diritti fondamentali previsti in uno Stato, non lo autorizza alla mancata esecuzione del mandato di arresto europeo
 
  • il rifiuto dell’esecuzione di un mandato d’arresto europeo a motivo del fatto che la persona ricercata non è stata sentita nello Stato membro emittente prima dell’emissione di tale mandato d’arresto (CGUE, Grande sezione, 29 gennaio 2013, causa C-396/11, Radu).

Mandato d'arresto europeo
e diritto ad essere sentiti
nella sentenza della CGUE Radu

di Marina Troglia

Non può essere rifiutata l'esecuzione del mandato d'arresto europeo per mancata audizione dell'incolpato
 

 
22/03/2013
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