Articoli di Gaetano Pecorella
Alcuni anni orsono, a cura di un gruppo di avvocati, è stata pubblicata l’arringa in difesa del Re Luigi XVI dell’avv. Raymond de Sèze. L’arringa pose alcuni problemi di grande interesse per il processo penale, tra i quali l’irretroattività della legge, la distinzione tra il giudice e l’accusatore, il processo di connivenza e quello di rottura. Questo scritto è dedicato, in sintesi, a questi problemi, ed in particolare all’ultimo: cosa deve fare il difensore di fronte al giudice prevenuto?
Il giurista moderno non può interessarsi soltanto delle norme e della loro applicazione o disapplicazione, relegando in secondo piano l’esame del corpo sociale e lo studio delle realtà da cui nasce la criminalità. Al rifiuto di tutte le diverse forme di “uso politico” della criminalità deve accompagnarsi un approccio razionale e pragmatico che individui adeguati strumenti di risanamento sociale e di trattamento del delinquente, dimostrando che lo Stato può ridurre il costo dei fenomeni criminali grazie all’impiego di metodi scientificamente corretti.