Magistratura democratica

Fascicolo 4/2019

Il valore del lavoro

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Sommario

Obiettivo
Il valore del lavoro

Parte I
La riscoperta dei valori del lavoro

Il diritto del lavoro e la riscoperta della questione redistributiva

Luisa Corazza

Il saggio si propone di verificare se sia rinvenibile, nel più recente diritto del lavoro, una inversione di tendenza orientata a una riscoperta dei “valori”. La riflessione viene condotta, con attenzione ai cambiamenti intervenuti nella legislazione e nel dibattito dottrinale degli ultimi decenni, prendendo come punti di partenza i valori/principi sui quali la Costituzione ha incardinato il discorso sul lavoro negli articoli 1, 2, 3, 4 della Carta.

Il lavoro per un’esistenza libera e dignitosa: art. 36 Cost. e salario minimo legale

Carla Ponterio

Il ruolo del sindacato quale autorità salariale e l’utilizzo giurisprudenziale dei contratti collettivi come parametro di una retribuzione proporzionata e sufficiente hanno rappresentato, per molto tempo, una solida garanzia perché il lavoro fosse dignitoso. I sempre più ampi margini di sfruttamento del lavoro e il fenomeno dei lavoratori poveri segnano un punto di crisi, che rende non più differibile l’intervento del legislatore.

Autonomia/subordinazione: realtà parallele con punti di incontro

Margherita Leone

Una riflessione comune su collaborazioni eterorganizzate, lavoro su piattaforme digitali e «lavoro agile» evidenzia come il legislatore degli ultimi anni abbia cercato di regolamentare nuove realtà del mondo del lavoro non facilmente riferibili alle categorie classiche di autonomia e subordinazione. Le differenze segnalate e le commistioni tra elementi delle due categorie trovano un punto comune, una convergenza, che segna comunque ogni prestazione di lavoro e richiede regole adeguate.

Il giudice del lavoro come giudice del conflitto: generazioni a confronto

Anna Terzi e Giulia Locati

La funzione del giudice del lavoro sbiadisce tra un diritto processuale che consentirebbe un ruolo attivo e la destrutturazione delle tutele del lavoro e dei lavoratori, che ne riduce la capacità di incidere efficacemente su rapporti di lavoro in corso di esecuzione. Una funzione che è vissuta sempre più passivamente dai magistrati, nell’assenza di stimoli forti e significativi da parte delle organizzazioni sindacali.

Parte II
Reddito e lavoro nell’epoca del cittadino/consumatore/lavoratore

Don Chisciotte e il web

Maurizio Ferraris

L’isteresi è la sopravvivenza degli effetti alle cause che li hanno prodotti. È una caratteristica che contraddistingue tutte le società, ma ha avuto un enorme impatto con lo sviluppo delle tecnologie, che hanno sollevato nuovi interrogativi su lavoro e welfare.

La campagna denigratoria nei confronti della legge sul reddito di cittadinanza: come andare avanti?

Giuseppe Bronzini

Con le legge sul reddito di cittadinanza milioni di persone sono state sostenute nei loro bisogni vitali con una misura redistributiva ed egualitaria che l’Unione europea ci chiedeva dal 1993. Ciò nonostante, alla legge si imputa, in chiave distruttiva, di non avere per tutti creato occasioni di lavoro; sebbene sia innegabile qualche ritardo nelle previste politiche attive, è evidente che i posti di lavoro non possono magicamente essere creati dal nulla. Piuttosto, essa costituisce un primo passo verso una generale libertà di autodeterminazione in un’epoca di transizione tecnologica nella quale la ricchezza sociale è sempre più il prodotto dell’intelligenza collettiva.

Appunti sulla nuova legislazione sociale europea. La direttiva sul distacco transnazionale e la direttiva sulla trasparenza

Silvia Borelli e Giovanni Orlandini

Nel presente contributo si prendono in esame due recenti interventi del legislatore europeo in materia di mercato interno: la direttiva sul distacco transnazionale e la direttiva sulla trasparenza delle condizioni di lavoro. Gli Autori riflettono sulle novità apportate dai due testi normativi, adottati nel quadro del «Pilastro europeo dei diritti sociali», riflettendo sull’impatto che possono avere nel nostro ordinamento.

Parte III
Il lavoro pubblico

La scuola, gli insegnanti e l’art. 116, comma 3, Cost. L’istruzione al tempo del regionalismo differenziato

Roberta Calvano

Le bozze di intesa predisposte dalle tre Regioni che si sono avviate per prime sulla strada del regionalismo differenziato sollevano il problema della possibile regionalizzazione di importanti competenze in materia di istruzione. Ripercorso l’assetto del riparto costituzionale di competenza in materia di istruzione, l’Autrice riflette sui limiti costituzionali e sulle possibili ricadute di un eventuale trasferimento massiccio di competenze in tale ambito.

Parte IV
Lavoro e migrazione

Il mercato del lavoro dei cittadini extra-Ue in trasformazione

Laura Calafà

Dopo una breve introduzione dedicata al legame tra mercato del lavoro dei cittadini extra-Ue e sistema regolativo nazionale e unionale, il contributo analizza i principali istituti che operano nel concreto funzionamento di questo speciale mercato, in cui le questioni di status tendono a prevalere su quelle del contratto di lavoro. Nelle conclusioni, ci si sofferma su un fenomeno emergente nel contesto dei flussi migratori per ragioni di lavoro: il distacco dei lavoratori extra-Ue.

Lo sfruttamento del lavoro. La tipicità dell’art. 603-bis cp tra diritto sostanziale e prassi giurisprudenziale

Valeria Torre

Il moltiplicarsi di delitti contro la personalità individuale, dalla tipicità poco definita e posti a tutela di beni giuridici non sempre afferrabili, pone notevoli problemi applicativi: in particolare, i concetti di “sfruttamento lavorativo” e “approfittamento dello stato di bisogno” sono elementi alquanto vaghi, che costringono l’interprete a un ruolo di supplenza giudiziaria che travalica i limiti garantistici entro i quali deve iscriversi qualsiasi intervento repressivo.

Parte V
La tutela penale del lavoro

La tutela penale del lavoro

Beniamino Deidda

A fronte delle incertezze che oggi gravano sulla tutela penale della salute dei lavoratori (come dimostrano le statistiche annuali sull’aumento delle morti in occasione di lavoro) e del vuoto di consapevolezza – presente nell’opinione pubblica come nelle istituzioni – del suo valore quale principio di civiltà di un Paese, la stessa magistratura non ha ancora trovato modo di assicurare una tutela tempestiva ed efficace. Solo la giurisprudenza di legittimità, negli ultimi lustri, ha dato vita a un fecondo dibattito, capace di sottolineare l’importanza della tutela penale dei fondamentali diritti dei lavoratori alla vita e alla salute.

Il pubblico ministero davanti agli infortuni sul lavoro

Stefano Celli

Il tema dell’organizzazione ha assunto, negli ultimi anni, sempre maggiore rilevanza anche per l’ordine giudiziario. Una corretta declinazione può avere importanti ricadute positive sulle indagini in materia di infortuni sul lavoro e prevenzione degli stessi e sul dibattimento penale, sia rendendo più spedito il lavoro degli inquirenti, sia assicurando una maggiore qualità del risultato delle indagini e, quindi, della loro "tenuta" dibattimentale, con maggiore e più incisiva tutela dei diritti dei lavoratori.

La scienza davanti ai giudici: il mesotelioma e le conseguenze delle esposizioni all’amianto dopo l’iniziazione della malattia

Carlo Brusco

Lo scritto pone il problema dei limiti del sindacato di legittimità sulle valutazioni proposte dai giudici di merito rispetto alla validità delle leggi e delle prove scientifiche relative alle conseguenze patologiche dell’esposizione all’inalazione di fibre di amianto. In particolare, si ritiene che la sentenza Cozzini del 2010 abbia individuato un ruolo della Corte di cassazione estraneo ai suoi compiti, in quanto la validità scientifica di tali leggi e prove compete al giudice di merito. Così come non compete alla Corte di cassazione ritenere accettabile o non accettabile, “nel suo complesso”, un orientamento giurisprudenziale di merito.