Magistratura democratica

Le risorse informatiche per la conoscenza della giurisprudenza della Corte e la banca dati HUDOC

di Francesco Buffa
Chiamato ad applicare la Cedu e a dare interpretazione convenzionalmente orientata delle norme interne, il giudice ordinario dispone di strumenti informatici funzionali alla necessaria conoscenza della giurisprudenza della Corte Edu. Residuano, peraltro, diverse criticità, correlate soprattutto alla non pubblicazione delle decisioni dei single judges (oltre il 98% delle decisioni della Corte) e alla mancanza di un sistema di massimazione delle sentenze della Corte.

1. L’informatica in Corte

La Corte ha un sistema informativo sui ricorsi (Case management information system - CMIS), ove sono contenuti i dati esterni del processo, l’indicazione degli eventi processuali e delle relative date. Il sistema contiene anche i provvedimenti del giudice unico, nonché i dati di alcuni procedimenti (quali, ad esempio, i WECL in materia di durata della procedura, ove sono conservati i dati della procedura principale e i dati numerici necessari per la predisposizione automatizzata del provvedimento finale).

Il sistema gestisce altresì il workflow, ossia la procedura attraverso la quale i vari atti circolano tra i vari attori, ad esempio tra il drafting lawyer (DL) e il non-judicial rapporteur (NJR), ossia tra il redattore della bozza di decisione di single judge e l’organo amministrativo di vertice del procedimento che costituisce il tramite tra la Cancelleria e la Corte, e tra il NJR ed il giudice monocratico.

Consultando CMIS è possibile, in ogni momento, da parte di tutti i soggetti abilitati (normalmente tutti i giuristi e gli assistenti della Corte), conoscere lo stato della procedura per un dato fascicolo.

Vi è, poi, un database degli atti dei fascicoli (document management, DM), nel quale sono contenuti tutti i provvedimenti redatti in relazione al fascicolo, anche semplici appunti e schede riassuntive, nelle varie versioni che si sono succedute nel tempo, e tutti gli atti del fascicolo, che – per lo più, con l’eccezione del ricorso introduttivo – sono scansionati ove siano atti provenienti dall’esterno, mentre negli altri casi sono direttamente inseriti dal redattore in formato elettronico.

Le due banche dati, CMIS e DM, sono collegate tra loro informaticamente sicché, aperto il CMIS per conoscere lo stato della procedura di un dato fascicolo, si possono poi consultare tutti i documenti (contenuti in DM) redatti con riferimento al detto fascicolo: sia i provvedimenti del processo, sia le lettere amministrative, e così via.

I sistemi CMIS e DM sono banche dati molto ricche e complesse, ma destinate ai soli utilizzatori interni.

Per gli utenti esterni, occorre far riferimento alle risorse del sito internet della Corte, in particolare alla banca dati HUDOC.

2. Fonti di conoscenza della giurisprudenza della Corte

Come riconosciuto dalla Corte costituzionale italiana, le disposizioni della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo vivono nell’interpretazione che viene loro data dalla Corte Edu. Il giudice ordinario, chiamato quale giudice europeo della Convenzione ad applicare la stessa, e nell’interpretazione convenzionalmente orientata delle norme interne, ha dunque il dovere di conoscere la giurisprudenza della Corte di Strasburgo.

A tal fine, il sito internet della Corte Edu, aperto al pubblico e gratuito, offre una serie di strumenti informatici allo scopo.

Lo strumento principale di conoscenza della giurisprudenza della Corte è HUDOC, un database delle sentenze e decisioni accessibile gratuitamente via internet.

Su internet, l’Ufficio stampa e pubblicazioni fornisce poi un’informazione (press release) tempestiva su tali casi e sulle altre novità della Corte, attraverso una scheda descrittiva utile soprattutto per ricostruire il fatto e le problematiche giuridiche emerse.

Sul sito sono disponibili anche delle guide di giurisprudenza, organizzate secondo l’articolo della Convenzione rilevante ovvero secondo l’argomento di riferimento o, ancora, in base al Paese interessato: è così possibile conoscere le principali decisioni della Corte su un dato argomento, un dato articolo o relativamente a un certo Paese; per ciascun caso, abbiamo la descrizione dei fatti, dei motivi di ricorso e la decisione della Corte.

Sul sito della Corte si trovano vari documenti ulteriori di analisi della giurisprudenza: le note informative sulla giurisprudenza, la panoramica della giurisprudenza della Corte Edu, la guida all’ammissibilità dei ricorsi, alcuni dei rapporti di ricerca sulla giurisprudenza redatti dalla Divisione ricerca della Corte (la gran parte delle ricerche di questa Divisione, contenente un vastissimo numero di studi comparativi e di giurisprudenza della Corte,  è invece disponibile solo per gli utenti interni).

Sono, infine, pubblicate in rete e scaricabili in download come pdf altre pubblicazioni, quali le pubblicazioni congiunte della Corte Edu e della FRA (Fundamental rights Agency), le Pubblicazioni congiunte della Corte Edu e della Corte interamericana dei diritti umani, le Pubblicazioni del Consiglio d’Europa: si tratta di studi ufficiali su vari argomenti, utilissimi per avere un quadro generale degli orientamenti della comunità internazionale su date tematiche.

3. La banca dati HUDOC

La versione attuale, operativa dal 2012, è stata interamente riprogettata ed è utilizzabile attraverso numerosi filtri e chiavi per la selezione delle decisioni.

In HUDOC sono disponibili i provvedimenti degli organi della Convenzione, classificata in raccolte separate, che possono essere consultate individualmente o congiuntamente: sentenze (Grande Camera, camera e comitato), decisioni (Grande Camera, camera, comitato, commissione), casi comunicati, riepiloghi giuridici, pareri consultivi, relazioni e risoluzioni (esecuzione e meriti) del Comitato dei ministri.

Sono escluse dalla banca dati le decisioni del single judge, che pur oggi costituiscono oltre il 98% delle sentenze definitive della Corte Edu (molte delle quali relative a domande manifestement mal fondées); tali sentenze, infatti, non sono conosciute nemmeno dalle parti del processo (che ricevono solo una lettera del Registry che le informa dell’irricevibilità della loro pretesa con una motivazione standard).

In HUDOC, sentenze, decisioni e altri testi sono disponibili di regola solo in una o in entrambe le lingue ufficiali della Corte (inglese e francese); talvolta, sono disponibili anche contribuzioni nazionali con la traduzione “non ufficiale” delle sentenze (e anche l’Italia, a seguito di una convenzione stipulata nel 2012 tra Corte e Ministero della giustizia, invia per inserimento in HUDOC le traduzioni delle sentenze più importanti che la riguardano).

Si può restringere facilmente la ricerca con i vari filtri allo scopo predisposti. I filtri sono composti da: «Lingua», «Importanza», «Stato», «Articolo», «Non violazione» e «Violazione». Si può anche filtrare la ricerca per «Parole chiave» o con i filtri «Data», «Corti», «Giudici», «Organo di provenienza (del documento)» («Originating body») e «Organizzazione».
La funzione di ricerca del testo consente di cercare una parola, una frase o una sequenza di parole all’interno dei documenti negli archivi pertinenti.
Le questioni legali trattate in ciascun caso sono riassunte in un elenco di parole chiave, scelto in un thesaurus dei termini presi (nella maggior parte dei casi) direttamente dal testo della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e dai protocolli aggiuntivi. La ricerca effettuata con queste parole chiave consentirà di trovare un gruppo di documenti con contenuti legali simili.

4. Una grave lacuna: l’assenza di un sistema di massimazione delle sentenze

HUDOC è un sistema molto ben organizzato di recupero delle informazioni (specie se si parte nella ricerca avendo già riferimenti specifici del caso da ricercare), ma fornisce solo il testo completo della decisione e non offre la possibilità di sapere – in modo rapido, ma esauriente – l’orientamento della giurisprudenza su un determinato argomento, né il trend che si forma in dato periodo di tempo.

Su HUDOC, il giudice nazionale può utilizzare parole chiave, ma – una volta ottenuti i risultati forniti dal sistema – è costretto a leggere il testo completo delle decisioni e delle sentenze: ciò non è senza difficoltà e richiede molto tempo, costringendo il ricercatore a leggere pagine e pagine di documenti scritti in una lingua diversa da quella usata dal giudice nazionale, magari solo per scoprire, al termine della ricerca, che la maggior parte dei documenti consultati non sono rilevanti per i suoi bisogni.

Al contrario, un sistema di massime (basato su parole chiave) sarà più utile e consentirà di risparmiare tempo, consentendo da un lato di trovare in modo rapido il documento che si è occupato di una data materia evidenziata dalla parola chiave e, dall’altro lato, di selezionare i documenti reperiti ulteriormente solo leggendo le relative massime (salvo, in seguito, un eventuale approfondimento sul testo integrale del provvedimento).

La Corte Edu non ha, però, un proprio sistema di massimazione delle sentenze.

HUDOC è privo di un sistema di information retrivial basato su un’attività di massimazione, intesa non solo come estrazione di principi giuridici, ma – com’è proprio del Centro elettronico di documentazione (Ced) della Cassazione italiana – come inserimento di questi in un sistema ordinato di precedenti giurisprudenziali.

Il compito di un massimario, infatti, è non solo quello di estrarre dalle decisioni e dalle sentenze della Corte i principi affermati seguendo criteri scientifici, bensì anche quello di integrarli in un “sistema” di giurisprudenza capace di collegare il principio (la massima) a tutte le decisioni e sentenze inerenti a quell’argomento specifico, evidenziando precedenti giurisprudenziali conformi e difformi o resi in materia simile.

Il sistema delle massime è anche più preciso, in quanto fornisce la certezza di trovare tutti i giudizi certamente rilevanti su un determinato argomento, escludendo nello stesso tempo quelli che non siano specificamente pertinenti.

La Corte Edu, tra i tanti strumenti di informazione (HUDOC, comunicato stampa, schede informative, relazioni annuali, etc.), ha i flash di giurisprudenza: una risorsa molto diversa dal sistema di massime, posto che essi presentano solo una descrizione dei fatti e del contenuto delle decisioni, mentre la massima contiene – di solito, in una sola frase – il principio della decisione, la ratio decidendi (che è la ragione giuridica fondamentale del giudizio) e un riassunto molto breve del caso.

Se applicato alla Cedu, un sistema di massime potrebbe fornire uno strumento molto potente per trovare il precedente, ridurre i conflitti di giurisprudenza e mantenere la consistency di quest’ultima.