Magistratura democratica
Giurisprudenza e documenti

Protezione internazionale, l'ordinanza del Tribunale di Milano del 25 luglio 2018

Dopo il Tribunale di Trieste – di cui abbiamo pubblicato il provvedimento con il commento della dottoressa Mariarosa Pipponzi, presidente della sezione protezione internazionale del Tribunale di Brescia [1] – sulla stessa lunghezza d'onda interviene anche il Tribunale di Milano per inibire le condotte ostruzionistiche del diritto a presentare la domanda di asilo di alcune Questure.

Pubblichiamo ora l’ordinanza del Tribunale di Milano resa nel proc. 32311/2017 in data 25 luglio 2018.



[1] Vds. M Pipponzi, Note all'ordinanza del Tribunale di Trieste del 22 giugno 2018, in questa Rivista on-line, 5 settembre 2018, http://questionegiustizia.it/articolo/note-all-ordinanza-del-tribunale-di-trieste-del-22-giugno-2018_05-09-2018.php

12/10/2018
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La sentenza n. 15757/2025 della prima sezione penale della Corte di legittimità, pubblicata lo scorso 22 aprile, in accoglimento dell’unico motivo di ricorso, annulla con rinvio un decreto di ri-convalida emesso dalla Corte d’appello di Torino nei confronti di un richiedente protezione internazionale in ragione della violazione degli obblighi informativi, pur essendo ampiamente decorsi i termini della convalida, e nonostante il vizio sia stato correttamente individuato, sicché non si comprendono le ragioni del rinvio, posto che l’annullamento dovrebbe determinare la cessazione della detenzione amministrativa con efficacia ex tunc.  
Tale scelta si rivela però conseguente ad una inedita riscrittura in chiave processualpenalistica dei provvedimenti di convalida, sulla falsariga della disciplina delle misure cautelari personali. Pertanto, atteso che l’impugnazione dei provvedimenti in materia di libertà personale non ha effetto sospensivo, analogamente l’impugnazione dei provvedimenti di convalida del trattenimento non determinerebbe la cessazione della misura fino alla sua eventuale rimozione (sempre nel rispetto dei limiti massimi normativamente previsti). Tale ricostruzione non convince, sia in termini di interpretazione della volontà del legislatore di ricondurre effettivamente tutta la materia della detenzione amministrativa negli assi cartesiani delle misure cautelari personali, sia in ragione delle notevoli differenze del procedimento applicativo e dei poteri del giudice nei procedimenti di convalida e proroga dei trattenimenti, rispetto a quelli che disciplinano le misure cautelari.

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