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Crimini del Terzo Reich: l'ultima mediazione, dopo la 238/2014 della Corte Costituzionale

Crimini del Terzo Reich: l'ultima mediazione, dopo la 238/2014 della Corte Costituzionale

Il Tribunale di Firenze dopo la riassunzione di tre dei quattro processi per crimini del Terzo Reich che hanno dato luogo alla sentenza 238/2014 della Corte Costituzionale ha trattenuto in decisione le due cause più risalenti, instaurate dagli ultranovantenni sopravvissuti alle deportazioni. 

Nella terza controversia, invece, proposta dai parenti di una vittima dei lager, il Tribunale con la ordinanza che pubblichiamo ha formulato una ipotesi di conciliazione, cercando di coinvolgere nella trattativa lo Stato italiano, già chiamato in manleva dalla Repubblica Federale di Germania. Ed in caso di esito negativo ha disposto l'invio in mediazione ai sensi dell'art. 5 del d.lsg 28/2010. 

Il tema sarà oggetto di un obiettivo di approfondimento sul n. 1/2015 di Questione Giustizia - rivista trimestrale, in uscita giovedì.

 

24/03/2015
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La Corte penale internazionale spicca uno storico mandato di arresto per Vladimir Putin mentre si continua a discutere di un tribunale speciale per l’aggressione in Ucraina

È da poco ricorso un anno dall’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione russa e si continua a discutere molto di come assicurare alla giustizia i responsabili delle gravissime violazioni del diritto internazionale commesse dalle forze armate e dall’apparato di governo russo, incluso il Presidente Vladimir Putin. In particolare, è in corso un acceso dibattito su come perseguire il crimine di aggressione, mentre finora si è sentito meno parlare dei progressi compiuti nelle indagini a livello internazionale sugli altri tre crimini internazionali che vengono altresì in rilevo in questa situazione: genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra. Un decisivo passo avanti è stato tuttavia appena compiuto dalla Corte penale internazionale (Cpi), che il 17 marzo ha emesso due mandati di arresto nei confronti del Presidente Putin e di un’alta funzionaria di Stato russa, Maria Alekseyevna Lvova-Belova. In questo breve commento, partendo da quanto già esposto in passato sulle varie opzioni per accertare le responsabilità a livello sia interno sia internazionale (si veda qui e qui), ci si propone di fare il punto sullo stato della discussione e, in particolare,  sull’avanzamento delle proposte per l’istituzione di un tribunale speciale per l’Ucraina, e di valutarne pro e contro. In conclusione, ci pare che, per rappresentare un avanzamento e non un passo indietro nella traiettoria della giustizia penale internazionale, qualunque nuova soluzione non dovrà essere ad hoc e dovrà coordinarsi con la realtà già esistente, ed in particolare con la Corte penale internazionale.

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