Magistratura democratica
Osservatorio internazionale

Contro il finanziamento del terrorismo internazionale

di Luigi Marini
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La risoluzione approvata il 12 febbraio dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite
Contro il finanziamento del terrorismo internazionale

Il 12 Febbraio 2015 il Consiglio di Sicurezza (CdS) delle Nazioni Unite ha approvato all’unanimità un testo di risoluzione in tema di contrasto al finanziamento del terrorismo internazionale proposto solo pochi giorni prima dalla Federazione Russa. Il testo, inizialmente molto contenuto, ha conosciuto ripetuti interventi nel corso delle negoziazioni preliminari ed ha assunto un’articolazione e una consistenza significative.

La risoluzione (2199 del 2014) ha come riferimento principale le attività terroristiche dello Stato Islamico (Isil, da alcuni definito Daesh) e di Al-Nusrah (ANF), ma finisce per essere un compendio dei pericoli e delle misure che attengono al finanziamento dei gruppi terroristici di matrice radicale o islamica.

Richiamate le numerose risoluzioni che a partire dalla 1267 (1999) hanno affrontato simili forme di terrorismo con risposte progressivamente più articolate, il testo (allegato) si concentra sugli aspetti finanziari nelle diverse forme dell’autofinanziamento, del supporto esterno, del reimpiego di capitali e ribadisce l’obbligo per tutti gli Stati di non favorire e di combattere fermamente dette attività.

I settori cui viene dedicata una specifica attenzione sono: il commercio di petrolio (oggetto del testo primitivo e adesso dei par.1-14); il traffico di opere d’arte e di beni espressione delle tradizioni culturali di Iraq e Siria (par.5-17); i sequestri a scopo di riscatto economico-politico (par.16-22); l’abuso di strumenti bancari e finanziari (cui è dedicato il solo par.23); il traffico di armamenti (par.24-27).

A  queste indicazioni segue (par.29) la esplicita estensione a Isil e ANF del sistema di sanzioni economiche, in particolare il sequestro e confisca dei patrimoni illeciti, stabilito per Al-Qaida, e la previsione di una attività di monitoraggio sull’attuazione e sugli esiti dei nuovi obblighi.

Molti si sono chiesti le ragioni per cui la Russia abbia posto con tanta urgenza la bozza di risoluzione sul tavolo del CdS e proprio durante la presidenza cinese. E tale domanda appare ancora più ragionevole se si considera che il testo non presenta fattori di novità tali da giustificare una ulteriore risoluzione proprio in una fase in cui da molte parti si fa rilevare come la moltiplicazione delle fonti normative e dei comitati chiamati a dare loro attuazione (e relative verifiche e relazioni) rischi di appesantire l’intero sistema oltre ogni ragionevolezza.

Alcuni richiamano la preoccupazione sempre presente in Russia per il c.d.”terrorismo ceceno” di matrice islamista e non manca chi rileva la concomitanza dell’iniziativa con la delicata posizione della Russia nella crisi ucraina.

Non rinuncerei a vedere una possibile chiave di lettura nel sommarsi di due fattori: la posizione assunta da Russia e Cina rispetto alla crisi siriana (nel corso del dibattito in CdS l’ambasciatrice americana non ha mancato di contestare l’assenza di risposte agli abusi commessi dal regime di Hassad, una delle prime cause della crisi); la scelta di questi due Paesi di non far parte della coalizione che attualmente sta agendo contro Isil e Al-Nusrah con raid aerei e con altri interventi sul campo.

Qualunque siano le ragioni e la genesi della risoluzione, il CdS ha licenziato un testo che mette in luce con chiarezza i principali profili legati al finanziamento dei gruppi terroristici, come individuati secondo l’esperienza maturata negli ultimi anni, e ha rafforzato il sistema di prevenzione-sanzioni che la comunità internazionale ha saputo mettere in campo. Sarà interessante vedere gli effetti che a questa risoluzione verranno accreditati allorché fra cinque mesi avremo un primo bilancio ricognitivo e sarà possibile verificare non solo come gli Stati avranno adempiuto all’obbligo di fornire informazioni periodiche ma anche quali dati specifici saranno stati racconti dal comitato di esperti incaricato del monitoraggio.

 

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[*] L’Autore esprime in questo articolo opinioni esclusivamente personali. 

15/02/2015
onu
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